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Nella difesa del parco Don Bosco “non ci sono buoni e cattivi: Comune e Questura, fermatevi!”

Il Comitato Besta dopo il tentativo di sgombero del presidio permanente, due giorni fa, quando “la presenza di centinaia di attivisti e residenti frapposti tra alberi e motoseghe ha consentito di limitare il danno al parco”. Arrestato stanotte un ragazzo all’interno dell’area verde, “con taser e spray al peperoncino”: presidio al Tribunale.

05 Aprile 2024 - 12:26

Due giorni fa “la presenza composita di centinaia di attivisti e residenti frapposti tra alberi e motoseghe ha consentito di limitare il danno al parco Don Bosco, che pure ha subito una bruttissima ferita con il taglio di sette alberi che si aggiungono alle decine già tagliate per il tram sul lato di via Serena”, ha scritto il Comitato Besta dopo il tentato sgombero del presidio permanente che ormai da mesi difende l’area verde in zona Fiera dal progetto di demolizione e ricostruzione delle scuole Besta. Mentre stanotte, denuncia sempre il comitato, durante un intervento dei carabinieri “un ragazzo che frequenta il Don Bosco, ex studente delle Besta, è stato inseguito, su di lui è stato usato il taser due volte e lo spray al peperoncino, mentre era a terra è stato ancora picchiato e ammanettato”. Un fatto che “si inserisce in una logica di intimidazione che al parco ormai viviamo da giorni”. Il giovane è in stato di arresto, con l’accusa di furto, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e in mattinata è stato condotto in Tribunale, in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto e dell’eventuale processo con rito direttissimo. Un presidio solidale di circa 200 persone si è radunato su via d’Azeglio.

“E’ stata una risposta all’attacco del Comune- continua il comunicato- che prevede la devastazione del parco e che per realizzarla ha delegato la soluzione alla polizia. Così gli agenti hanno potuto avanzare manganellando varie persone tra cui un signore settantenne che protestava con cartelli che citavano Gandhi e la non violenza e che si è ritrovato al Rizzoli con il braccio rotto. Fermatevi! Lo chiediamo all’amministrazione Lepore/Clancy, lo chiediamo alla Questura, lo chiediamo alle ditte che devono realizzare i lavori. Fermatevi, lo gridiamo forte all’amministrazione comunale che governa questa città come se fosse una proprietà privata della giunta o del sindaco. Il tram, Bologna 30, il Passante di mezzo e il Parco Don Bosco sono tutti progetti che hanno a che fare con la salute e la vivibilità dei cittadini bolognesi. Tutti questi progetti sono trattati dalla amministrazione Lepore/Clancy come una questione personale tra chi governa e chi finanzia e costruisce. La città delle persone scompare, le critiche e l’opposizione criminalizzate o totalmente ignorate perché per governare una città complessa è necessario dialogare e ragionare con i cittadini e non metterli solo in contrapposizione con l’amministrazione”.

La questione del parco “non può continuare ad essere negata – parlando solo di una nuova scuola in sostituzione di una vecchia. Qui c’è in ballo- scrive il Comitato- la distruzione di un polmone verde di grande valore per il quartiere e non la si può liquidare con la piantumazione di nuovi alberi e promettendo benefici per la salute ‘ma solo tra 40, 50, 60 anni’ come ha detto l’assessore Ara. Non è possibile continuare a sostenere come fa il sindaco che gli alberi sono importanti mentre si continuano a tagliare. E non è la stessa cosa ripiantumare: innanzitutto perché i dati sugli abbattimenti fatti dal Comune negli ultimi anni ci dicono che sono molto più alti rispetto alle piantumazioni, inoltre, per esemplificare, gli alberi piantati sulla collina del Bellaria dove c’è l’Hospice per i bambini oncologici, bellissimo progetto realizzato di Renzo Piano, una palafitta tra le chiome degli alberi, sono già deceduti e devono essere sostituiti. Ribadiamo inoltre alcuni concetti che ripetiamo da sempre: un edificio non ‘equivale’ a degli alberi, né tanti né pochi; la perdita di un albero adulto non è compensabile con un alberello piccolino e neanche con due o tre; il suolo è un ecosistema, una volta perso è perso per sempre; l’edificio più green è quello già in piedi; un ambiente favorevole alla salute è un diritto soggettivo di rilevanza costituzionale (come affermato anche dal tribunale)”.

Nelle scelte dell’amministrazione invece “queste contraddizioni legate al progetto minano la credibilità e la fiducia negli amministratori che infatti, almeno a San Donato, stanno perdendo consenso proprio per queste ragioni. Perché qui è in gioco la relazione tra cittadini e governanti. Gli uni chiedono ascolto, gli altri mandano la polizia. All’assessore Borsari, che riduce tutto ad una questione di ordine pubblico e che rilascia dichiarazioni degne forse di Meloni o Salvini, rispondiamo che c’è qualcosa da rivedere e senz’altro c’è un problema se un cantiere non riesce ad aprire – nemmeno con gli operai scortati dalla polizia – perché i cittadini si mobilitano. E’ una questione di ambiente, verde, salute e vivibilità. Si tratta di rispondere alle sfide del cambiamento climatico ma stranamente la questione parco/Besta è affidata all’assessore ai lavori pubblici e l’assessore all’ambiente nonché vicesindaca Clancy non è riuscita a dire una sola parola sulla vicenda e nemmeno mai, questo davvero incredibile, a scambiare una parola con le persone del Comitato, molte delle quali, in passato, vicine alle posizioni di Coalizione Civica. C’è un deficit di dialogo e confronto davvero preoccupante ma ancor di più lo è la soluzione autoritaria affidata a scudi e manganelli. Per questo anche la Questura dovrebbe fermarsi riconoscendo che l’uso della forza per affrontare i problemi ambientali non è né auspicabile né efficace. Così come dovrebbero fermarsi le ditte che provano a lavorare sotto scorta nelle peggiori condizioni di sicurezza sul lavoro. Ci sono filmati che mostrano il taglio delle piante mentre agenti e manifestanti si aggiravano in prossimità, in uno si vede addirittura una persona, presumibilmente della Digos, che si allontana correndo mentre un grosso tronco si abbatte al suolo vicinissimo a lui. In altri filmati si vedono manovre di mezzi pesanti in mezzo alle persone. Questo lavoro non rispetta le norme e non può in alcun modo ripetersi. Non è accettabile che operai lavorino mettendo a repentaglio la propria e altrui sicurezza”.

Prosegue il comunicato: “E’ davvero necessario che una diversa cultura si affermi, per questo ogni giorno, da 41 giorni, il Comitato sta consegnando a Lepore libri che hanno per argomento gli alberi e la cura del territorio. Una cultura più capace di affrontare i problemi che la natura e l’ambiente urbano ci pongono e più disponibile a confrontarsi con i cittadini per non ritrovarsi una giunta che si dice la più green e progressista d’Italia ma le cui dichiarazioni, i silenzi, le decisioni e gli atti conseguenti la fanno sempre più percepire come autoritaria, lontana e in fondo non troppo diversa da quelle di destra. Le dichiarazioni espresse oggi (ieri, ndr) dal sindaco con il tentativo di contrapporre buoni e cattivi non corrispondono alla realtà: c’è una parte della popolazione che non condivide le scelte urbanistiche della giunta e l’iniziativa del Comitato ha fatto da detonatore a questo malessere diffuso”.