Acabnews Bologna

Misure cautelari per le maschere bianche: raccolta fondi per le spese legali

Il padrone di merda: “Costrette/i a spostare la propria vita in poche ore. Ma con quali soldi? Per andare dove?”. Hobo: “Nel mezzo di una pandemia, queste persone vengono obbligate ad esporre se stesse e altri ai rischi del contagio”. Solidarietà da Noi Restiamo.

19 Maggio 2020 - 13:40

Dopo le misure cautelari e le denunce notificate ieri, “potete sostenere la raccolta fondi per le spesa legali”, segnala Il padrone di merda via social: nel giro di poche ore sono stati donati più di 400 euro. “Siamo stati paragonati a degli stalker e tacciati di essere dei mafiosi, è stato detto che quando siamo stati sui posti di lavoro a dire cosa ci era successo è fatta fatta un’estorsione. Andare su un posto di lavoro a dire che una persona con cui ho lavorato tre mesi non mi ha mai pagato, equivale a estercere soldi con la violenza e con fare mafioso. Questa è la situazione a cui siamo arrivati a Bologna”, hanno dichiarato le machere bianche in una conferenza stampa che si è tenuta ieri pomeriggio. Nel primo giorno di riapertura generalizzata dopo il lockdown, “sembra che non aspettassero altro che venire a bussare alla porta per dire a persone che hanno perso il lavoro, aspettano la cassa integrazione o i 600 euro per le partite Iva che entro la giornata devono andare via da Bologna. Persone che da 15 anni lavorano e vivono a Bologna, persone che hanno costruito la loro vita qui, che hanno affetti e famiglia, in poche ore devono prendere e spostare la propria vita. Ma con quali soldi? Dove vanno queste persone? Soprattutto quando ancora teoricamente le regioni sono chiuse, quindi cosa dovrebbero fare? Un foglio della Procura basta per dire che puoi attraversare le regioni quando io non posso neanche tornare dalla mia famiglia che non vedo da sei mesi?”. E se ci si chiede chi sono le maschere bianche colpite dalle misure cautelari, una “fino a ieri ha lavorato durante tutto il lockdown in una cooperativa senza mascherina, senza guanti, senza tutela, senza tampone. Un’altra per tutto il lockdown ha portato le pizze alle persone che stavano rinchiuse dentro casa”. Un’altra ancora ha un impiego in un bar ma “non lavora da fine febbraio e ancora sta aspettando la cassa integrazione”, hanno raccontato le maschere bianche. Oppure c’è “uno studente lavoratore che finora è rimasto bloccato a Bologna, a chilometri da casa sua, che oggi senza aver ricevuto i 600 euro o la cassa integrazione deve continuare a pagare l’affitto a Bologna perchè spera di tornarci, ma per andare dove?”.

E’ “gravissima” l’azione compiuta da Procura e Polizia, ha scritto Hobo, sottolineando che dietro le maschere bianche ci sono “lavoratrici e lavoratori che da oltre un anno a Bologna si battono e si vendicano dei padroni di merda, del loro sfruttamento e dei mancati pagamenti, delle molestie ricevute e della loro arroganza”. A queste persone è stato intimato “abbandonare la città entro poche ore: non importa che lì abbiano la propria vita, non importa se perderanno un’occupazione già traballante e precaria, non importa nemmeno che siamo nel mezzo della pandemia da coronavirus e queste persone sono obbligate ad esporre se stesse e altri ai rischi del contagio”. Queste le consguenze dei divieti di dimora, mentre il “divieto di avvicinamento” è stato inflitto “a una lavoratrice di un centro estetico il cui datore di lavoro le ha rubato migliaia di euro”, ha spiegato Hobo.

Solidarietà alle maschere bianche è stata espressa da Noi Restiamo, che ha scritto: “Dopo le esplicite direttive del ministro Lamorgese, gli arresti di 14 anarchici la scorsa settimana, questo fatto dimostra una volta di più la funzione preventiva che oggi si trova a svolgere l’apparato repressivo statale. In vista della cosiddetta fase 3, bisogna evitare qualsiasi ‘focolaio di tensione’; con il miglioramento dei dati epidemiologici e la decisione del governo di assecondare i diktat di Confindustria riaprendo tutte le attività, è il momento di lasciare mano libera ai padroni di fare profitto ed evitare che la rabbia sociale, giustamente accumulata, possa creare disordini di qualsiasi tipo”.