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Maxi-sgombero a Casteldebole, come Carroccio desidera

Il Comune, alla vigilia della nuova nevicata, fa contenta la Lega e caccia decine di migranti da un terreno. A coordinare le operazioni una vecchia conoscenza: il dirigente Giovanni Preziosa, già assessore alla Sicurezza con Guazzaloca.

21 Febbraio 2013 - 16:30

Solo pochi giorni fa Zeroincondotta sottolineava come al di là delle incerte prese di distanza sulle ronde anti-rom all’Ospedale Maggiore l’ossessione legalitaria dell’amministrazione bolognese targata Pd non fosse poi così lontana dal razzismo leghista. E’ di questi ultimi giorni, se mai ce ne fosse bisogno, l’ennesima conferma.

Era stata infatti la Lega Nord a invocare, nei mesi scorsi, lo sgombero di una baraccopoli su terreno abbandonato tra Tangenziale e Ferrovia a Casteldebole. Forse con meno solerzia di quanto avrebbe voluto il Carroccio, ma il Comune è intervenuto, mandando ruspe e Vigili Urbani.

C’era ovviamente anche la Polizia, capitanata da una vecchia conoscenza: Giovanni Preziosa, una lunga carriera nelle forze dell’ordine bolognesi, conquistandosi la fama di duro nei “servizi di piazza”, dispensando cariche violente e manganellate a volontà contro i manifestanti. Ai tempi dell’Uno Bianca era stato dirigente della sezione omicidi a Bologna, poi fu poi trasferito, a seguito dell’indagine interna del prefetto Achille Serra, a dirigere il Commissariato del Pratello dove fu acerrimo nemico delle case occupate al civico 78.

An lo volle nella Giunta Guazzaloca  come assessore alla Sicurezza. Con queste funzioni, nelle giornate del No Ocse nel 2000,  predispose un piano anti-noglobal, con blocco totale della città da fare invidia a Bava Beccaris. Era talmente esagerato che lo stesso “Guazza” decise di accantonarlo nel timore di una “rivolta di bottegai”, impossibilitati ad aprire i negozi. Che fosse di estrema destra non era nemmeno un segreto di pulcinella. Del resto, il suo lungo sodalizio con Massimiliano Mazzanti (uno che di gruppi della destra estrema ne ha girati molti, perfino Casa Pound) è cosa risaputa, così come la loro simbiosi cameratesca in molte fallimentari avventure politiche. Finì come tanti protagonisti della squallida italietta: Guazzaloca lo costrinse alle dimissioni, perché si scoprì che un consulente del suo assessorato alla sicurezza era il proprietario di un’agenzia investigativa privata a cui Preziosa collaborava.

Lo troviamo oggi a capo del Commissariato Santa Viola. Sotto il suo coordinamento, sono state abbattute in questi giorni 41 baracche, identificate e cacciate via dodici famiglie. Esulta, prevedibilmente, il solito Manes Bernardini, plaudendo alla polizia, che a sua volta non cela la soddisfazione: “Quel terreno rapspresentava un volano del degrado che cerchiamo di combattere ogni giorno”, ha commentato Preziosa, che dati i suoi trascorsi non si fatica a immaginare contento di aver buttato per strada decine di migranti. E oggi nevica.