Cua: “Nelle prossime settimane costruiremo nuove iniziative culturali in via Zamboni 38 in modo che quei muri possano tornare a parlare della nostra storia e della nostra cultura”.
“Questa mattina entrando nella facoltà di Lettere e Filosofia di via Zamboni 38 siamo stati subito colpiti da un senso di vuoto e grigiore. I murales da anni ospitati sui muri della facoltà sono stati cancellati dall’università”. Ne danno notizia gli studenti del Collettivo Universitario Autonomo.
Prosegue il comunicato: “Il solito tempismo dei vigliacchi. Il tempismo di chi ormai, ad ogni pausa, ad ogni periodo di vacanza, ne approfitta per provare ad aggiungere elementi di attacco ora agli spazi e alla socialità studentesca, ora ai simboli che legano diverse generazioni di studenti e studentesse, come era per i murales di via Zamboni 38. Basta ricordare che proprio un anno fa l’università approfittava delle vacanze natalizie per installare i famosi tornelli alla biblioteca di via Zamboni 36. Ci ricordiamo tutti come è finita. Ma evidentemente quella di Ubertini non è solo una pessima dirigenza. Siamo di fronte anche a pessimi alunni, incapaci di apprendere dalla storia, anche quella più recente. Recentissima. Una dirigenza che, mentre continua l’emergenza abitativa per centinaia di studenti, mentre più di 3000 studenti si sono ritrovati senza borsa di studio pur essendo idonei, non ha nulla di meglio da fare che spendere soldi per cancellare dei murales che erano ormai patrimonio collettivo di diverse generazioni di studenti. Il tutto tra l’altro per rendere più freddo e grigio uno spazio attraversato da tante e tanti”.
Prosegue il collettivo: “Va ricordato che alcuni dei murales cancellati erano nati durante i mesi di mobilitazioni contro la riforma Gelmini. Murales che rappresentavano un frammento di memoria importante, un pezzo di storia recente della zona universitaria e di una generazione di studenti che si è battuta contro le riforme scellerate degli ultimi 10 anni. Altri invece erano murales nati all’interno della campagna Spazio agli Studenti. Una campagna che ha costruito decine di iniziative e che ha dato la possibilità a tanti studenti e studentesse di esprimersi attraverso arte, musica e teatro. Ci chiediamo, quanto è costato attaccare la libera espressione studentesca e rendere meno accoglienti e più grigi gli spazi della facoltà? Ce lo chiediamo soprattutto alla luce dei recenti avvenimenti già citati. Più di 3000 studenti senza borsa di studio. Cosa sta facendo l’università per questi studenti che rischiano di dover lasciare Bologna e l’università? Sta stanziando soldi così come stanzia soldi per attaccare le iniziative culturali e di socialità degli studenti e delle studentesse? Una dirigenza che continua ad usare e tirare una corda che già più volte si è spezzata. Da parte nostra annunciamo che già nelle prossime settimane costruiremo nuove iniziative culturali in via Zamboni 38 in modo che quei muri possano tornare a parlare della nostra storia e della nostra cultura”.