Acabnews Bologna

“Le Aldini rifiutano il fascismo”

Gli occupanti dell’istituto respingono le affermazioni di Lotta studentesca, organizzazione giovanile di Forza Nuova. Solidarietà agli studenti in lotta dai lavoratori delle Romagnoli e da un gruppo di genitori.

30 Novembre 2013 - 17:42

Le Aldini rifiutano il fascismo!

Oggi (ieri, ndr) leggiamo in un comunicato che un’ organizzazione dichiaratamente fascista vuole mettere le mani sulla nostra scuola, vantandosi di una presenza nelle Aldini, una delle scuole più multietniche e combattive di Bologna, antifascista per natura e per scelta.

Con questo comunicato stampa vogliamo ribadire che la nostra occupazione è volta anche contro il fascismo, e da ora ribadiremo con ancora più forza il nostro rifiuto verso chi vorrebbe una società chiusa, grigia e intollerante.

Quella di Forza Nuova è una mera strumentalizzazione, noi rifiutiamo il fascismo e sapremo come rispondere ad ogni provocazione, terremo sempre alla larga ogni organizzazione fascista, rimanendo aperti invece a tutte le persone solidali che vorranno dare il loro contributo alla nostra occupazione.

Occupanti dell’istituto Aldini

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Al fianco degli studenti in lotta

I lavoratori della Scuola Elementare “Dino Romagnoli” del Pilastro di Bologna salutano gli studenti delle scuole superiori dei nostri  territori, da settimane in mobilitazione come i loro compagni di tutta Italia.

La loro lotta è la nostra stessa lotta: come loro, da tempo denunciamo la carenza di personale, strutture e materiali così come la cattiva retribuzione che riceviamo in cambio del nostro lavoro, svolto in condizioni sempre più insopportabili.

Sosteniamo la loro rivendicazione a tenere assemblee studentesche nelle  quali poter discutere delle loro condizioni e ripensare/riorganizzare la didattica.

La sosteniamo perché  -oltre che la giusta rivendicazione di un diritto- è la dimostrazione di una consapevolezza e una maturità che spezzano i cliché che vorrebbero rappresentare i giovani di questo paese come “bambocci”, indistintamente incapaci di prendere in mano il loro destino.

Solidarizziamo con la loro lotta, volta ad ottenere spazi agibili in scuole sicure, ben realizzate anche sotto il profilo edilizio. Le istituzioni locali, la Provincia e i Comuni hanno il dovere di impegnarsi a realizzarle, a sollecitare le istituzioni centrali dello Stato a erogare i finanziamenti adeguati. senza nascondersi dietro l’alibi dei mancati contributi.

Avere invece schierato la polizia contro le manifestazioni studentesche, tollerando i pestaggi in nome della difesa dei fortilizi rappresentati dai palazzi del potere locale, è una scelta che dimostra -una volta di più- la frattura esistente tra istituzioni e cittadini, in particolare quelli più giovani.

Ancora più intollerabile ci pare la scelta, operata da diversi dirigenti scolastici, di imboccare la strada delle sanzioni disciplinari per colpire e dividere il movimento degli studenti.

Come membri di una comunità educante, non possiamo che sottolineare come questa sia la via per imporre un modello autoritario di scuola, nella quale il preside comanda, gestisce per conto dello Stato la miseria e funge da sceriffo per coartare la protesta di studenti e lavoratori.

Sono queste le ragioni che ci fanno stare al fianco degli studenti e della loro lotta. Affermiamo che la loro è una scelta giusta e coraggiosa: nostro compito è non lasciarli soli su questa strada.

Dalla riunione di Interclasse  della Scuola Elem. “Dino Romagnoli”   (IC 11)

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Più spalle ci sono, più forte è la spinta

Queste righe nascono da una riflessione di in un gruppo di genitori, i cui figli, in questi ultimi mesi hanno partecipato ai movimenti ed alle lotte degli studenti medi.
In queste settimane ci siamo interrogati in merito alle azioni dei nostri figli ed alle loro conseguenze: insieme con loro abbiamo partecipato alle assemblee e ci siamo confrontati sulle ragioni e sulle modalità delle lotte.

E’ evidente che la distanza di anni, vita ed esperienze, non ci permette di comprendere appieno l’assolutezza delle loro richieste: la scintilla è la riduzione dei fondi provinciali per le assemblee di Istituto, l’incendio è causato probabilmente da ben altro.
I nostri figli sono gli anelli terminali e le prime vittime di questa crisi: nelle loro lotte cogliamo il tentativo di uscire da una passività, che altrimenti porterebbe loro via tutto ciò per cui si battono: la loro scuola, pubblica, gratuita e di tutti.

Sappiamo che nelle pentole dei consigli di classe, bollono denunce e sospensioni, forse anche bocciature. Non pensiamo, però, che questa possa essere né la soluzione, né la risposta della società: in questa situazione non possiamo che sentirci un corpo unico con i nostri figli, e fare nostre le loro azioni, le loro lotte.

Le occupazioni delle scuole hanno la stessa dignità degli scioperi che in questi giorni infiammano il nostro paese: gli studenti, come i tranvieri di Genova, come i facchini di Bologna, hanno scioperato senza alcun paracadute che le loro legittime rivendicazioni.
Dal punto di vista giuridico, non possiamo che ricordare che le occupazioni di scuole ed università, se attuate dagli studenti, non costituiscono reati, essendo scriminate dall’esercizio legittimo di un diritto.

E se proprio il nostro vetusto e fascista Codice Rocco non consente la loro punibilità, tanto più, sotto il profilo disciplinare, qualunque iniziativa potrebbe essere ritenuta abnorme e ritorsiva.

Lasciamo, dunque, i sentieri di guerra, e camminiamo insieme, studenti,docenti, genitori, personale non docente, difendendo, insieme, questa nostra povera scuola pubblica, primo bersaglio delle attuali, drammatiche, politiche neoliberistiche ed antisociali.

Tiziano Loreti
Marina Prosperi
Luisa Cavicchi
Sandro Cavicchi
Giuseppe De Biase
Roberto Sassi
Sergio Spina
Andrea Tesini