Attualità

KLF in azione anche a Milano, Torino, Pisa

Blitz in borsa nel capoluogo lombardo, contro S.Paolo Intesa sotto la Mole, contro la Caripisa nella città toscana

25 Marzo 2011 - 17:12

> Per i report dall’Europa (in inglese): edu-factory

> da cantiere.org

Euforia alla Borsa di Milano: salgono le azioni in tutta Europa, interessate soprattutto banche finanziarie. L’autorità della Borsa invece caccia un’azione di importante valore culturale, temendo un attacco che possa provocare l’instabilità dei mercati, soprattutto una rivolta dei debitori.
Eh si, perchè è proprio schiavizzando milioni di persone tramite il debito che i banchieri si garantiscono i loro enormi profitti. Questo il tema della lezione tenuta oggi alla Borsa di Milano dalla “debt generation”, per inaugurare una tre giorni di mobilitazione che coinvolge tutta Europa. Da Londra a Milano, il Knowledge Liberation Front punta il dito contro il capitale finanziario vero padrone dell’economia globale: hanno salvato le banche con i soldi dei cittadini, hanno venduto interi paesi tramite il debito pubblico, si sono arricchiti cancellando il welfare, la cultura e l’istruzione pubblica; e costringendo tutti quanti ad indebitarsi, in una catena continua di prestiti d’onore, mutui e tassi d’interesse, multe, ipoteche.

La lezione però non è piaciuta ai prestigiatori di Piazza Affari, che prontamente si sono fatti coadiuvare dalle forze dell’ordine: prima di tutto hanno allontanato la stampa e le telecamere, e a seguire in malo modo i professori e gli studenti. Intanto i funzionari dichiaravano che la borsa è un luogo privato. Peccato però che tutti i loro enormi profitti siano garantiti dalla somma dei nostri miseri risparmi e dai debiti che contraiamo, e le loro ricchezze vengano prodotte dalle nostre intelligenze, dal nostro lavoro, dalla nostra cooperazione.

Se in tutta Europa i giovano occupano le banche è perchè vogliamo riprenderci il denaro che ci spetta, e le ricchezze che noi produciamo. In Italia più che altrove il potere economico coincide con quello politico e con quello mafioso. Per questo invitiamo tutti a scendere in piazza, domani come ogni giorno, e pretendere l’esilio del rais e la confisca di tutti i suoi beni, per restituirli a cultura, welfare e istruzione pubblica.

25 marzo ore 9.30 Largo Cairoli, cacciare il Rais è possibile, que se vayan tod@s!

Questi i cartelli esposti nel corso dell’iniziativa:

– People before profit! o la borsa o la vita 29 per cento di disoccupazione giovanile
– Not my debt! debito pubblico, profitti privati! + di 1800 miliardi di debito pubblico… Continuano a tagliare il welfare e il debito continua a salire
– Debt generation? Join the new resistance! 4 milioni di precari tra collaboratori, partite Iva, dipendenti a termine
– Rais e banchieri: Que se vayan todos! X noi 30.000 di debito pubblico a testa – Patrimonio Berlusconi 9 miliardi di euro

* * *

> da Infoaut

La San Paolo è complice della crisi, per questo la occupiamo!

Torino – Nelle giornate internazionali 24, 25, 26 Marzo – di azione contro la crisi, i tagli al welfare e i regimi di austerity, studenti e precari hanno deciso di portare la loro protesta nei luoghi simbolo del capitalismo finanziario e dell’economia del debito, nonché responsabili della crisi economica globale: le banche.

Queste giornate sono state indette dal Knowledge Liberation Front, un network transnazionale nato durante il meeting tenutosi a Parigi dall’11 al 13 Febbraio, che ha visto la partecipazione dei movimenti universitari che, dalla Russia alla Francia, dall’Italia alla Gran Bretagna, lottano contro la precarietà e il Processo di Bologna.

Come in molte città in Italia e nel mondo, oggi 25 Marzo 2011, come studenti e studentesse dell’università di Torino abbiamo deciso di colpire uno dei luoghi simbolo del potere economico e politico della nostra città: la banca San Paolo.

Portare la nostra protesta dentro la sede centrale della banca rappresenta per noi una scelta non casuale. E’ a questa banca che noi assicuriamo profitti pagando le tasse universitarie, che ogni anno aumentano, indebitando le nostre vite e il nostro futuro. E’ questa banca che, grazie alla riforma Gelmini, entra nei consigli d’amministrazione della nostra università imponendo il suo volere nelle scelte relative a didattica e ricerca. Non possiamo inoltre ignorare il ruolo che gli istituti finanziari svolgono da sempre nel sostenere le operazioni militari e i profitti che stanno traendo dall’attuale operazione contro la Libia.

E’ per questi motivi che abbiamo deciso di occupare simbolicamente la sede di Piazza San Carlo, ribadendo ancora una volta la nostra indisponibilità a pagare i costi dell’attuale crisi e la nostra determinazione nel diventare noi la loro crisi!

La direzione della banca ha tentato fin da subito di bloccare l’iniziativa, seppur questa trovasse la solidarietà delle persone che si trovavano all’interno dell’edificio. Poco dopo è stato richiesto l’intervento della polizia che ha sgomberato il presidio e ha tentato di bloccare anche il volantinaggio che si svolgeva all’esterno, circondandoci e minacciandoci di portarci tutti in questura per l’identificazione. Si svolto quindi un presidio che andato ingrossandosi e che, grazie alla solidarietà delle persone presenti in piazza, ha avuto la forza di continuare la contestazione.

La reazione della Questura ci dimostra come la San Paolo rappresenti oggi uno dei poteri forti della nostra città di fatto un’istituzione che nessuno può permettersi di contestare.

Le iniziative in programma in queste tre giornate continueranno in molte altre città d’Europa, sappiamo che solo la nostra lotta potrà permetterci di costruire un futuro diverso, che tenga conto dei nostri reali bisogni!

* * *

Da Pisa studenti e studentesse, precari e precarie, aderiscono alla tre giorni di mobilitazione lanciata dal Knowledge Liberation Front. Una tre giorni che va nella direzione di un attacco al sistema finanziario, responsabile in prima persona dell’applicazione delle politiche di austerity che gli stati europei stanno dando come risposta alla crisi economica mondiale.

Nella città toscana questa mattina, decine e decine di studenti e precari, hanno occupato l’ingresso della Cassa di Risparmio; bloccando i servizi per circa un’ora, sono entrati all’interno dell’istituto creando tensione tra i dirigenti che hanno prontamente contattato le forze dell’ordine. Nel frattempo uno striscione è stato affisso sulla porta e i partecipanti all’azione hanno bloccato l’ingresso con un presidio accompagnato da interventi e accensione di fumogeni.

La Cassa di Risparmio è un punto cardine negli equilibri finanziari pisani e per l’ateneo della città. Da anni è il tesoriere del patrimonio universitario; i rapporti tra l’ateneo e la banca sono stati consolidati nel tempo e ad oggi la Cassa di Risparmio pubblicizza il suo impegno affermando di offrire “condizioni estremamente vantaggiose” a tutti gli studenti e i dipendenti dell’università di Pisa che dovessero scegliere di depositare il proprio denaro in questo istituto.

Ma la realtà dei fatti è un’altra: chi ha tra i propri obiettivi l’indebitamento di un’intera generazione precaria non può parlare in questi termini. La riprova delle direzioni seguite dalla Cassa di Risparmio è l’adesione al progetto “Diamogli credito”, un protocollo stipulato tra l’ABI (Associazione Bancaria Italiana) e il POGAS (Ministero per le politiche giovanili e le attività sportive), in collaborazione con il Ministro delle Riforme e Innovazioni nella Pubblica Amministrazione e il Ministero dell’Università e della Ricerca, che hanno deciso di lavorare insieme per “sostenere i processi di crescita delle giovani generazioni”.

Il progetto prevede prestiti agli studenti, affinchè portino a termine i propri studi. Per la concessione dei prestiti non è richiesta alcuna garanzia e vengono elargiti su principi meritocratici.
Aldilà di questi criteri, che si configurano come un ulteriore dispositivo di gerarchizzazione dell’accesso al reddito, l’attacco che arriva oggi dagli studenti e dai precari del KLF è al sistema stesso del prestito, che rende tangibile anche in Europa il modello americano già fallito.

Tutto questo è stato ribadito negli interventi che si sono susseguiti durante l’azione e che hanno, inoltre, condannato i bombardamenti in corso in Libia da parte degli stati imperialisti. Gli studenti e le studentesse accolgono il vento di rivolta che arriva dal Maghreb e scorgono in questo un orizzonte di cambiamento verso cui andare.

Il blocco della banca di oggi conferma la necessità di inquadrare le lotte universitarie, i conflitti studenteschi e della precarietà sempre più contro i veri artefici, responsabili e beneficiari della crisi: gli istituti finanziari. All’Europa delle bombe imperialiste si contrappone quella delle lotte transnazionali delle generazione precarie, della circolazione dei saperi e della ricchezza sociale contro quella dell’esportazione del sistema del debito e della povertà!
Knowledge against financial capitalism! Knowledge against capitalistic war! We are your crisis! Que se vayan todos!