E’ l’idea dell’Acer dopo la fine dei lavori. Intanto, dopo lo sfratto in Bolognina, ottenuta una sistemazione provvisoria “con la garanzia di un successivo passaggio a un alloggio stabile”. Picchetto anche al Pilastro: strappato rinvio.
Bologna scopre i muri “anti-degrado”. La barriera che è spuntata intorno ai palazzoni di via Gandusio dopo lo sgombero degli alloggi Acer, infatti, molto probabilmente resterà in piedi anche dopo i lavori di ristrutturazione. Lo ha annunciato il presidente di Acer, Alessandro Alberani, nel corso di un sopralluogo con la stampa effettuato stamattina negli immobili ormai vuoti. E’ la prima volta che per un cantiere Acer così grande è stata predisposta una protezione simile, ha sottolineato Alberani: “Siccome ci saranno lavori per mesi e mesi, sia per motivi di sicurezza e cioè affinchè non passassero persone, sia per motivi di ordine pubblico, si è deciso di fare questa recinzione che praticamente chiude tutto il settore”. E probabilmente il muro resterà: “Stiamo valutando se alla fine dei lavori mantenere una recinzione del genere. Se la manteniamo- afferma Alberani- non sarà come questa ma dipinta dai writers”. Sarebbero dunque i primi caseggiati Acer a Bologna “recintati e protetti”, aggiunge il presidente, rivendicando (dal suo punto di vista) che non risultano molti altri esempi del genere in Italia: l’obiettivo del muro è “dare una certa sicurezza alle persone che abitano qui, perchè questo e’ un quartiere ad alto tasso di delinquenza”.
Intanto, un comunicato a firma ‘Comitato inquilini resistenti’ diffuso dalla pagina Facebook di Social Log dà conto dell’esito della resistenza messa in atto stamattina contro un sfratto in via Primaticcio: “Questa mattina a casa di Tariq e della sua famiglia si sono presentati una serie di sgraditi ospiti: celere, palazzinari, fabbro e polizia politica. Una piccola fotografia di quel mondo di sopra che, a Bologna come in altre città, si sente forte e legittimato nel calpestare i proletari ed i loro diritti; peraltro dopo aver goduto della rendita dell’affitto per 12 anni di fila”.
Gli sviluppi sono stati tuttavia migliori delle premesse: “La determinazione di Tariq in casa e la generosità del picchetto del Comitato Inquilini hanno però permesso il protrarsi della resistenza. Che, davanti all’assenza dei servizi sociali (nonostante la presenza di un minore) e all’aleatorietà della soluzione abitativa che ciò comportava, si è spostata agli uffici comunali del quartiere Navile, occupandoli. Lì il presidio sonoro e determinato dei presenti ha scosso gli operatori dal torpore estivo, e strappato una sistemazione provvisoria a tempo indeterminato – con la garanzia di un successivo passaggio ad un alloggio stabile”. Così “stanotte – si legge in conclusione – un nostro compagno non rimarrà in strada, e domani come nelle successive occasioni di difesa di un diritto inalienabile come quello all’abitare i possidenti di questa città ed i loro sgherri ci troveranno sempre al nostro posto e a fare la nostra parte”.
Asia-Usb, infine, riferisce di uno sfratto rinviato al Pilastro: “Una famiglia pugliese di quattro persone, sotto sfratto dopo aver perso il lavoro, oggi ha resistito e guadagnato il rinvio al 4 settembre! Come sempre il Comune e gli assistenti sociali, incaricati che il diritto alla casa venga rispettato, latitano e non si fanno vedere. L’emergenza viene delegata alle forze dell’ordine, come successo oggi in Bolognina in uno sfratto di una famiglia che ha resistito insieme a Sociali Log, e a cui va la nostra solidarietà. Con le migliaia di case Acer e del Comune sfitte e inutilizzate e con le politiche del Pd direzionate verso la distruzione dell’edilizia residenziale pubblica, l’emergenza abitativa non può che crescere. Non solo nelle periferie delle grandi città ma anche nei piccoli comuni limitrofi. Oggi pomeriggio infatti saremo ad Anzola a fianco di 5 famiglie sfrattate e sotto sfratto. L’unica soluzione: utilizzo dello sfitto pubblico e investimenti per ampliare il numero di case popolari! Basta sfratti – casa per tutti!”.