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Il Comune prova a negare lo Zonarelli ai No Salvini

Lo segnala Usb: fatto grave, “la sala era regolarmente prenotata” e l’incontro “si è comunque svolto”. Le famiglie che accolgono i rifugiati: “Se vorrete cacciare questi preziosi giovani dovrete farlo espellendo anche noi”.

04 Dicembre 2018 - 16:50

“Il dirigente comunale del centro interculturale Zonarelli ha cercato di impedire lo svolgimento dell’assemblea cittadina contro il decreto Salvini in vista della manifestazione nazionale del 15 dicembre a Roma”. Lo segnala Usb, riferendosi ad un’iniziativa che il sindacato di base aveva lanciato per ieri. “Con una lettera formale il dirigente sostiene che il centro comunale non può ospitare iniziative politiche e sindacali e che tale iniziativa pubblica creerà conseguenze nei confronti dei promotori. Ci risulta evidente la gravità del fatto- scrive Usb- tenendo presente che la sala era regolarmente prenotata da una storica associazione presente da anni nello stesso centro interculturale. È gravissimo e inaccettabile che qualcuno possa sostenere che nelle strutture del Comune non si possano fare iniziative politiche e sindacali, su questa assurdità cala il nostro sospetto che non si possano fare solo ‘certe’ iniziative scomode nei contenuti e nelle rivendicazioni: in questo caso il nostro rifiuto netto delle politiche e norme promosse prima da Minniti e ora da Salvini”. Fatto sta che “l’assemblea, partecipatissima, si è comunque svolta- racconta il sindacato- nonostante le minacce e la presenza, non gradita, di alcuni agenti di polizia. Chiediamo un netto chiarimento e smentita all’amministrazione comunale su questo attacco alle libertà e agibilità democratiche”.

Segnaliamo inoltre un comunicato a firma Famiglie Accoglienti di Bologna che interviene duramente contro il decreto approvato in parlamento – pubblicato sulla propria pagina Facebook da Educatori Uniti contro i tagli – dal titolo: “Dovrete espellere anche noi”. Si legge nel testo: “Come famiglie che hanno un ragazzo africano o asiatico con loro siamo indignate e offese dal fatto che il governo abbia posto la fiducia sul Decreto n. 113/2018, bugiardamente definito ‘Decreto sicurezza’ quando in realtà aumenterà il numero di migranti in situazione irregolare e creerà maggiore insicurezza nelle nostre città. Si tratta di un decreto che non avrebbe mai dovuto nascere, poiché non esisteva alcun motivo di ‘urgenza’ per regolare una materia complessa e variegata com’è l’immigrazione: si tratta di un vizio di legittimità costituzionale che non viene sanato dalla conversione in legge attraverso i voti della Camera e del Senato. Inoltre il decreto è palesemente incostituzionale perché disomogeneo al suo interno, senza parlare della violazione degli obblighi internazionali dell’Italia e dell’articolo 10 della Costituzione dovuta all’abolizione del permesso di soggiorno per motivi umanitari”. Infatti “queste ragioni sono state ignorate dai 336 deputati che hanno votato ‘sì’ alla fiducia ieri, un voto che non aveva altra ragione se non quella di impedire un dibattito parlamentare dal quale sarebbero emerse le crepe all’interno della maggioranza, all’interno della quale è stato effettuato uno scambio tra temi che interessavano il Movimento 5 stelle (la riforma della prescrizione) e materie che interessavano alla Lega (il decreto 113/2018). Uno scandaloso mercimonio su misure che ledono i fondamentali diritti delle persone. Come famiglie accoglienti vi vogliamo dire solo questo: la nostra battaglia non finisce qui. Non metterete in pericolo la vita e la felicità di ragazzi che parlano italiano, lavorano, studiano, vogliono vivere e amare nel nostro paese. Questo decreto è ignobile e noi lo combatteremo in tutte le sedi, dalla Corte Costituzionale fino alla Corte Europea di Strasburgo. Se vorrete cacciare questi preziosi giovani dovrete farlo espellendo anche noi”.