Acabnews Bologna

Cosa prevede il decreto sicurezza?
Chi è Salvini, il ministro della paura?

Approfondimento targato “Senza chiedere il permesso”, che con un’edizione speciale ribadisce: “Solo avendo il coraggio di affermare la propria libertà si può reagire alla violenza di questo Governo”. Numerose le iniziative in città su questi temi.

24 Ottobre 2018 - 16:35

Chi è il “ministro della paura”? Che cosa prevede il decreto sicurezza? Che cosa può fare realmente contro i migranti? E che cosa possiamo fare noi contro il decreto? E’ per rispondere a queste domande che il Coordinamento Migranti di Bologna, Asahi Modena, Ass.ne senegalese Cheikh Anta Diop, Ass.ne lavoratori marocchini, Ass.ne Eritrea democratica e Diaspora ivoriana Emilia Romagna hanno deciso di produrre un’edizione speciale del foglio “Senza chiedere il permesso”, pensata per essere diffusa anche in inglese, in francese e in altre lingue. L’iniziativa precede un’assemblea “di donne e uomini, migranti e italiani”, che il Coordinamento e le altre sigle citate (insieme anche a Connessioni Precarie, Laboratorio Smaschieramenti e Usi-Ait) hanno lanciato per il 3 novembre dalle 15 al circolo Berneri di porta Santo Stefano. Dallo speciale: “Chi è il ministro Salvini? Ufficialmente è il ministro dell’Interno e vicepresidente del Consiglio, ma si è autoproclamato ministro della paura. Salvini cerca di impaurire noi donne e uomini migranti perché pensa così di conquistare il consenso degli italiani impoveriti dalla crisi economica. Salvini non ha inventato nulla di nuovo. È un politico che cerca di ottenere voti promettendo anche quello che non può mantenere. Dice che vuole espellere tutti i migranti, ma non è possibile cacciare i migranti in massa dall’Italia: per motivi giuridici, perché il loro lavoro, regolare o in nero, e le loro tasse sono necessari e perché i migranti fanno parte della vita di questo paese. Il ministro Salvini è il principale autore del cosiddetto ‘decreto sicurezza’ da poco approvato. Il decreto è già in vigore, ma per diventare una legge dovrà essere ancora approvato dal Parlamento: è dunque possibile lottare per bloccarlo”.

Altro punto: “Che cosa prevede il decreto sicurezza? Il ‘decreto sicurezza’ contiene diverse misure e cambia alcune cose nelle leggi su immigrazione e asilo”. Un aspetto che cambia è che “il permesso umanitario viene abolito dopo che già a luglio Salvini aveva emanato una circolare per limitarne la concessione e il rinnovo. Viene però istituito un permesso speciale per chi è vittima di ‘grave sfruttamento lavorativo, di tratta, di violenza domestica, di calamità naturali, bisognoso di cure mediche o protagonista di atti di particolare valore civile'”. Inoltre, la domanda di asilo “viene sospesa se il richiedente è sotto processo per reati come furto, spaccio, violenza sessuale, resistenza a pubblico ufficiale, ecc., anche se il tribunale non lo ha ancora condannato. Per questi stessi reati può essere revocato il permesso per asilo o protezione sussidiaria. Sono vecchie pratiche del razzismo istituzionale delle questure, che colpivano anche i titolari di permesso per lavoro e che vengono ora rafforzate ed estese dal decreto sicurezza”. I richiedenti asilo poi “sono esclusi dal registro anagrafico. Già negli scorsi anni in molti hanno lottato e vinto contro questa esclusione, ma se diventa legge questa discriminazione sarà estesa a tutti i richiedenti asilo. Negare la carta d’identità significa non avere un codice fiscale per poter lavorare. Significa non aver accesso all’assistenza sanitaria e ai servizi comunali, come gli asili”. Gli Sprar “sono riservati ai minori non accompagnati e ai pochissimi titolari di protezione internazionale. Questo significa che molti migranti finiranno a vivere per strada e l’effetto sarà più clandestinità. È inoltre previsto un aumento dei tempi di detenzione (fino a 180 giorni) nei Centri permanenti per il rimpatrio (Cpr) per chi riceve un diniego dalla commissione e chi perde il permesso per lavoro”. I tempi della pratica per la cittadinanza “si allungano a quattro anni, che si aggiungono ai dieci anni di attesa per fare domanda. Il costo della pratica aumenta da 200 a 250 euro. La cittadinanza non è più un diritto ma diventa una concessione arbitraria e le prefetture si prendono più tempo per poterla negare”. Infine, il matrimonio con un/a cittadino/a italiana/o “non garantisce più la concessione della cittadinanza”.

Sempre dallo speciale: “Che cosa può realmente fare il decreto contro i migranti? Questo decreto è una minaccia contro tutti i migranti, ma Salvini proclama qualcosa che non potrà realizzare: trovare i soldi per costruire nuovi centri di detenzione e per finanziare i rimpatri di massa sarà molto difficile. Inoltre, senza accordi bilaterali con i paesi di provenienza rimpatriare è impossibile. Il ministro della paura Salvini non ha il potere di espellere i migranti in massa. Salvini accusa l’Europa, ma l’Europa non lo ascolta molto. Dobbiamo però anche sapere che l’Europa non aiuterà i migranti, come non lo ha fatto in tutti questi anni”. Quindi, “che cosa possono fare i migranti e i richiedenti asilo? In primo luogo non possono pensare di salvarsi individualmente. Non è vero che lavorando in silenzio oppure gratis, accettando tutto quello che viene, si evitano i dinieghi e si ottiene il rinnovo del permesso di soggiorno. Solo liberandoci dalla paura, lottando tutti e tutte insieme è possibile organizzare una risposta contro Salvini. Solo avendo il coraggio di affermare la propria libertà si può reagire alla violenza di Salvini e di questo governo. Solo insieme e uniti è possibile avere la forza di rifiutare il razzismo e lo sfruttamento che il governo cerca di imporre”. Per finire: “Chi siamo noi e che cosa possiamo fare contro il decreto? Siamo donne e uomini migranti che hanno deciso di combattere la paura di Salvini. Siamo uomini e donne che in questi anni hanno scioperato e lottato contro il ricatto del permesso di soggiorno per lavoro. Siamo migranti che negli scorsi mesi – a Modena, a Bologna e in tutta la regione – hanno manifestato e lottato contro la politica dei dinieghi, contro i provvedimenti che hanno limitato l’asilo e la protezione umanitaria, contro il ricatto dello sfruttamento e della povertà, i respingimenti in mare e rimpatri forzati. Il ministro della paura sembra più forte di chi lo ha preceduto, ma è solo più aggressivo e crede di poter costruire la sua fortuna politica sulla nostra pelle. In realtà a lui dei migranti non gliene frega niente: Salvini è pericoloso perché indicando i migranti come nemico vuole fare paura anche agli italiani, dicendo che il problema siamo noi. Salvini minaccia i migranti perché vuole dare una punizione esemplare a chi non accetta le sue condizioni. L’unico modo per evitare che ciò accada è quello di organizzarci e alzare la voce: non dobbiamo farci dividere tra profughi e richiedenti asilo, migranti economici e stagionali, clandestini e regolari, ma dimostrare che esistono soltanto uomini e donne migranti che rifiutano quello che il razzismo del governo vuole imporre. Restare isolati e in silenzio non serve a niente. Un ministro che minaccia ogni giorno i migranti, blocca le navi, dice che vuole mandare via tutti, può far paura. Ma se Salvini vuole dividerci e spaventarci per costruire sulla violenza nei confronti di alcuni la sicurezza misera di altri, noi rispondiamo dicendo che insieme non abbiamo paura perché sappiamo che la nostra libertà è la libertà di tutte e tutti”.

Sono numerose le assemblee e le altre iniziative organizzate nell’ultimo periodo per affrontare i temi legati alle condizioni dei migranti e alle politiche del Governo Lega-M5s. Molte si sono già svolte, altre sono ancora in calendario. Tra queste, segnala il Cua, c’è un’assemblea in programma per il 25 ottobre (al grido di “Organizziamo l’opposizione!”, alle 20 in via Zamboni 38) e poi il primo “venerdì antirazzista” in programma il 26 , con appuntamento alle 16 in piazza Verdi. “E’ tempo di agire; è necessario costruire l’opposizione al governo giallo-verde”, scrive il collettivo: “Sentiamo forte e impellente il bisogno di schierarci contro politiche razziste e segregazioniste, contro l’odio e la violenza razziale, contro il sessismo, contro il suprematismo e tutto ciò che esso comporta! Pensiamo che sia arrivato il momento di prendere posizione, scegliere la parte da cui stare in questo scontro, per noi quella dei poveri, degli sfruttati e di chi soffre, indipendentemente dal colore della pelle o dal paese di provenienza!”. In vista dei prossimi appuntamenti, stamattina in via Zamboni il Cua ha messo in campo una “iniziativa comunicativa di lancio delle prossime giornate di mobilitazione antirazzista contro il governo giallo-verde”, con fumogeni e maxi-striscione.

Per il 30 ottobre, invece, Vag61 promuove (dalle 19 in via Paolo Fabbri 110) la presentazione del libro fotografico “Motus” di Valerio Muscella e dell’operazione “Mediterranea Saving humans”, con cena benefit a sostegno di questo progetto: ne parleranno Sandro Mezzadra e Giulia Sezzi, attivista di YaBasta Bologna, imbarcata nella prima missione di Mediterranea. Dal Nodo Sociale Antifascista, poi, arriva la condivisione della manifestazione nazionale contro il Governo, il razzismo e il decreto Salvini del 10 novembre a Roma: “Per quanto le politiche di questo Governo siano in continuità con quelle del centrosinistra che lo ha preceduto, da qualche mese i rapporti di forza sui territori sono bruscamente mutati in peggio perché prima neofascisti e razzisti non si sentivano a loro agio, e ora invece sono diventati avanguardie del nuovo governo. Per questo appare necessaria e urgente una presa di parola collettiva contro la deriva razzista e fascista e il 10 novembre si sta preparando una manifestazione nazionale a Roma contro la conversione in legge del Decreto Salvini su immigrazione e sicurezza, considerato un preoccupante attacco generalizzato ai diritti e alle libertà di tutti e tutte. È il momento di reagire, mobilitarsi e unirsi contro gli attacchi del governo, a cui Minniti ha aperto la strada, contro l’escalation razzista e il decreto Salvini che attacca la libertà di tutte e tutti”.

Per il 30 novembre, invece, il Coordinamento Antifascista Murri propone un’iniziativa dal titolo “1938-2018, una riflessione sulle leggi razziste di ieri e di oggi” (alle 20,30 al Baraccano di via Santo Stefano 119). Il 5 settembre 1938 “veniva pubblicato il Regio Decreto Legge 1340, la prima delle leggi razziali italiane voluta da Benito Mussolini che ordinava l’esclusione delle persone ebree dalle scuole. Nei mesi successivi seguirono altri decreti con cui a una parte dei cittadini e delle cittadine italiane vennero negati prima i diritti politici e poi quelli civili. Ottant’anni dopo- scrive il Coordinamento- siamo davanti a un nuovo ‘razzismo di Stato’, culminato nel decreto sicurezza recentemente approvato e preparato negli anni scorsi da leggi come la Turco-Napolitano, la Bossi-Fini, i decreti Maroni, la realpolitik di Minniti e da un crescente razzismo degli italiani”.

Infine, l’Usb scuola informa che (in collaborazione con la Federazione del sociale di Bologna) si sta lavorando “alla realizzazione di un progetto di scuola d’italiano dedicato a quella parte della popolazione che resta esclusa dai percorsi d’istruzione pubblica e/o in mano al business delle cooperative dell’accoglienza. Crediamo che la lotta sempre più necessaria al razzismo e all’odio verso la diversità non possa prescindere da una particolare attenzione verso le condizioni materiali e i diritti negati oggi ai migranti; diritti che riguardano il permesso di soggiorno, la contrattualizzazione lavorativa, il salario, i diritti e le agibilità sindacali. L’accesso a questi diritti passa necessariamente dall’acquisizione degli strumenti linguistici, che non vengono affatto garantiti dal sistema attuale. Come lavoratori della scuola pubblica ci scontriamo ogni giorno con la mancanza di organici adeguati a offrire un servizio pubblico di qualità e realmente inclusivo, mentre risorse sempre più ingenti vengono destinate alle scuole private, ai centri di formazione e alle cooperative che fanno profitti comprimendo salari, precarizzando e sfruttando i lavoratori. Risulta quindi necessario costruire un fronte di lotta unico che includa tutti i soggetti coinvolti nei percorsi di lotta e rivendicazione, in cui i migranti siano parte attiva. La gestione dell’accoglienza demandata alle cooperative, oltre a ghettizzare, controllare e mettere in secondo piano rispetto al profitto la dignità delle condizioni di vita di questi soggetti, si inserisce nel quadro di smantellamento dei servizi pubblici essenziali, che Usb denuncia da tempo”.