E’ accusato di lesioni aggravate e altri reati che avrebbe commesso durante una manifestazione dello scorso dicembre al negozio di Casalecchio. Crash: “Rivendichiamo tutta quella giornata di lotta”. Solidarietà da Si Cobas, Hobo e Vag61.
E’ di questa mattina la notizia che il tribunale del riesame ha accolto il ricorso della Procura di Bologna disponendo gli arresti domiciliari per Vincenzo, accusato di lesioni aggravate ed altri reati contro la polizia per i tafferugli accaduti il 18 dicembre durante una manifestazione davanti all’ingresso del magazzino Ikea di Bologna. Con questo comunicato i compagni e le compagne del Laboratorio Crash rivendicano dal primo all’ultimo minuto la giornata di lotta organizzata dal movimento operaio della logistica contro la multinazionale dei mobili nemica dei facchini.
Il merito di Vincenzo, insieme ad altri compagni e compagne, è stato tutelare l’iniziativa dalle ripetute provocazioni della digos e dei carabinieri schierati a difesa dell’ingresso del magazzino per contrastare l’iniziativa di lotta che aveva come obiettivo: “Blocchiamo l’Ikea! Creano mobili, distruggono diritti”.
La giornata di lotta, come tutte le iniziative, era stata promossa dalle partecipatissime assemblee operaie bolognesi che volevano solidarizzare con gli operai di Piacenza. In quei giorni all’Ikea piacentina si susseguivono i picchetti dall’alba al pomeriggio degli operai in lotta contro i licenziamenti disposti dall’azienda. Spesso furono caricati e gassati dalla celere, ma mai si fecero intimidire dalle aggressioni, forti anche del loro sindacato S.I.Cobas, e della nostra solidarietà, come di altre realtà di movimento.
A Bologna con coraggio e determinazione i manifestanti riuscirono a raggiungere l’obiettivo di far chiudere la sede della multinazionale per l’intero pomeriggio, tra la gioia e la soddisfazione dei partecipanti che dopo i numerosi picchetti effettuati all’Ikea di Piacenza finalmente avevano avuto l’occasione di praticare la stessa solidarietà anche nella città di Bologna. Vincenzo viene oggi condannato per la sua generosità di militante antagonista che mai ha fatto un passo indietro dalla prima fila delle lotte e dalle iniziative promosse dal movimento dei facchini.
Non ci stupisce la solerzia della questura di Bologna nel voler aggredire Vincenzo e il resto del movimento, tra l’altro solo pochi giorni fa è stato lo stesso questore ad evocare con orgoglio e spavalderia la determinazione ad usare la bossi-fini contro i facchini in lotta, conosciamo di che pasta sono fatti “i nostri ragazzi” dalla Uno Bianca ad oggi!
Chiediamo piuttosto alla città fino a quando sarà possibile tollerare in silenzio le iniziative repressive organizzate dalla questura contro gli operai e i solidali in lotta per la dignità e la giustizia sociale, e accettare che quella banda di corrotti continui a fare la loro legge davanti alla legittimità delle istanze di ribellione alla miseria e all’austerità.
Esprimiamo quindi solidarietà, e facciamo appello a tutte le realtà di lotta ad esprimersi, ad un compagno che dopo la cassazione potrebbe essere privato per un po’ di tempo dall’abitare nella sua vera casa: la prima fila del conflitto, dello scontro sociale, e della solidarietà militante.
D’altronde dopo la giornata di lotta sotto inchiesta dalla procura il movimento operaio della logistica iniziò a muovere i suoi primi passi fino ad arrivare ad oggi, giornate in cui tutte le autorità cittadine tentano di attaccare i facchini e i loro compagni e le loro compagne. E’ iniziata la lotta dura a Bologna e vogliamo che Vincenzo torni al più presto a dare battaglia con noi: sempre dalla parte giusta, dalla parte antagonista della nostra città ribelle e meticcia.
Laboratorio Crash
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Come da tempo sosteniamo, è dal primo sciopero ad Origgio (VA), che gli apparati repressivi dello Stato sono davanti ai cancelli dei magazzini della logistica a tutelare gli interessi delle aziende ed a reprimere gli scioperanti quando questi osano mettere in discussione la condizione lavorativa, la mancata applicazione dei contratti, le buste paga false, il sistema ricattatorio e violento con il quale le cooperative “rosse”, “bianche”, e “gialle”, sfruttano i lavoratori, che nella stragrande maggioranza sono immigrati.
Per i fatti di Origgio è stato aperto, quattro anni dopo, un processo farsa dove poliziotti e Digos, i primi testi sentiti, non si ricordano altro che di aver redatto i verbali dai loro uffici della caserma.
Per l’Ikea di Piacenza (dove dopo tre mesi di lotta i lavoratori hanno fatto rientrare i compagni licenziati), il Prefetto ha emanato un foglio di via per il coordinatore nazionale del S.I.Cobas e per due giovani militanti che avevano sostenuto il picchetto davanti all’azienda.
Decine di denunce hanno anche colpito sindacalisti, operai e solidali, per gli scioperi che si sono propagati a macchia d’olio in tutto il paese.
In questi giorni 179 denunce sono state emesse e rese note a carico degli scioperanti e solidali per la lotta della Granarolo di Bologna.
Oggi, la condanna agli arresti domiciliari del giovane compagno del laboratorio Crash di Bologna accusato di aver sostenuto un presidio davanti ad un negozio Ikea di Bologna durante la campagna di boicottaggio di quell’azienda organizzata in solidarietà alla lotta in corso a Piacenza.
Un’enorme sfilza di atti repressivi che non fermeranno la lotta dei facchini, in particolar modo alla Granarolo di Bologna (gestita dal presidente della Lega Coop) che ha visto in prima fila il nostro sindacato, i lavoratori da noi organizzati, i compagni del Crash, con tanti altri militanti e solidali.
I domiciliari, come ogni altro intervento repressivo, non fermeranno le lotte; altri prenderanno il posto del compagno arrestato, per continuare la battaglia contro lo sfruttamento nei magazzini della logistica e per allargare il fronte delle lotte che si sta sviluppando nel paese.
Altri compagni, porteranno avanti la bandiera della lotta degli oppressi e lo faranno grazie anche alla determinazione ed il sacrificio mostrato da Vincenzo.
Il potere non potrà fermare l’anelito di libertà che ha spinto nella lotta centinaia di giovani immigrati che lavorano nei magazzini della logistica, i giovani precari, gli studenti, i militanti politici accorsi a sostenerli.
Un caloroso saluto ed un ringraziamento a Vincenzo, a nome di tutti i compagni del Sindacato Intercategoriale Cobas. Avanti sempre fino alla vittoria.
Si Cobas
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A bloccare l’Ikea c’eravamo tutt@: Vincenzo libero!
La Procura ha disposto gli arresti domiciliari per Vincenzo. L’accusa? Aver preso parte a quella straordinaria giornata di lotta davanti almagazzino Ikea di Bologna del 18 dicembre di un anno fa, quando centinaia distudenti, precari e lavoratori della logistica imposero la chiusura del puntovendita per un intero pomeriggio pre-natalizio. Quel giorno ci furono violentee ripetute cariche di carabinieri e polizia, che non riuscirono a intimidire ilpresidio. La risposta fu determinata e realizzò il blocco che aveva annunciato.Quella determinazione e quella pratica del blocco le abbiamo vissute dagliscioperi dei facchini e dei lavoratori della logistica, le abbiamo imparate daitanti picchetti all’alba di fronte ai cancelli imprese della logistica e neglihub della circolazione. Lì abbiamo concretamente capito che è possibile farmale al padrone, colpendolo direttamente nei profitti e nell’immagine. Va anchericordato che il blocco del magazzino Ikea di Bologna fu un tassello importanteper vincere la grande battaglia che da mesi i lavoratori portavano avantiall’Ikea di Piacenza.
Il laboratorio di Hobo è nato anche dall’internità allelotte dei lavoratori della logistica, quindi non solo rivendichiamo la libertàdi Vincenzo, ma ci riconosciamo pienamente in quella iniziativa di lotta: dalprimo carrello usato per proteggerci all’ultimo atto di resistenza di frontealle violente cariche di carabinieri e polizia.
Ciò che si vuole colpire è proprio la spinta allageneralizzazione che fin dall’inizio le lotte dei lavoratori della logisticahanno avuto, il complesso processo di ricomposizione che si è attivato nelleinnumerevoli occasioni di discussione comune, nelle assemblee, nei picchetti,nella materialità delle lotte. Oggi, soprattutto dopo il #19O, colpendol’iniziativa di blocco portata avanti da studenti, precari e lavoratori dellalogistica, si cerca esattamente di colpire quella spinta alla generalizzazionedei conflitti nella crisi. Colpendo le lotte all’Ikea vogliono colpire PiazzaVerdi, e viceversa. Ancora una volta la nostra risposta è: siete dei poveriillusi, non potete fermare il vento…
Hobo – Laboratorio dei saperi comuni
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Il volto feroce del low cost
Produzione di massa a basso costo. Grande distribuzione a basso costo. Marchi noti e di successo. Bassi costi. In mezzo, tonnellate di merce da immagazzinare, caricare, scaricare. Insomma, logistica. Che non può che essere… esatto: a basso costo. Appaltata a consorzi, che subappaltano a cooperative, che profittando delle forme contrattuali più infide garantiscono manodopera pagata la metà di niente. Per lo più, migranti. Manodopera facile da buttare via quando non serve più.
Non è una novità, il modello di consumo che si è affermato da qualche decennio può sopravvivere solo fondandosi su forme di sfruttamento delle più feroci. E’ una novità però che grazie al sindacalismo conflittuale di base e al supporto di realtà dell’autogestione questi lavoratori siano usciti dall’invisibilità e, organizzandosi, aprano e non di rado vincano vertenze importanti.
Lotte che probabilmente colpiscono un punto di equilibrio delicato del sistema economico, lotte a cui non c’è da aspettarsi che venga lasciata vita facile. A Bologna nel giro di pochi giorni abbiamo appreso di 179 denunce a lavoratori della logistica, abbiamo sentito il Questore parlare di permessi di soggiorno che rischiano di non essere rinnovati, abbiamo saputo dell gravissima decisione del tribunale del Riesame di disporre l’arresto di un attivista che a dicembre aveva protestato fuori dal negozio Ikea di Casalecchio. A tutti va la nostra solidarietà e vicinanza.
Vag61 – Spazio libero autogestito