“E se ci mandano via occupiamo Piazza Maggiore”. Irremovibile il Comune: dal 7 aprile solo 40 posti in via Capodilucca, riservati ai residenti.
“Non vogliono spendere soldi per i dormitori ma se continuano a ignorarci, noi ci faremo sentire ancora di più. Questa notte ci accampiamo nel cortile di Palazzo d’Accursio, e se ci manderanno via occuperemo piazza Maggiore”. A parlare è Marco, delegato delle decine di senza dimora in mobilitazione contro la chiusura del dormitorio di via Capodilucca.
Dopo il presidio di ieri, stamattina sono tornati in una piazza davanti a un Municipio blindato.
Cinque di loro hanno incontrato in giornata il subcommissario Raffaele Ricciardi e la responsabile dei servizi alle famiglie Maria Grazia Bonzagni. All’esplicita richiesta di riapertura immediata “di almeno un dormitorio” il Comune si è mostrato però indisponibile a tornare sui suoi passi, e conferma la decisione di riaprire sì Capo di Lucca il 7 aprile, ma prevedendo l’accoglienza di non più di 40 persone, obbligatoriamente residente a Bologna, e fissando la chiusura definitiva al 30 giugno prossimo. “Le strutture per l’emergenza freddo -si giustifica Palazzo d’Accursio in una nota- sono dedicate a risolvere situazioni emergenziali che possono verificarsi nel periodo invernale”.
Circa centocinquanta persone si dividevano nelle strutture allestite per l’emergenza freddo. La struttura di via Capo di Lucca, ora dunque limitata a quaranta posti riservati ai residenti, e gli alloggi ad hoc ricavati all’interno della casa del riposo Zaccarelli di via del Lazzaretto e del dormitorio Beltrame di via Sabatucci, che il Comune rifiuta ora di rimettere a disposizione, ospitavano rispettivamente 65, 47 e 32 persone senza dimora. “Noi siamo tanti -denuncia Marco- e molti di noi non sono neanche italiani. Ci sono africani, asiatici, russi. Dove pensano che andremo a dormire?”
> Le fotografie scattate da Zeroincondotta intorno alle 20 di stasera: