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G7 Ambiente, quel vago ricordo: Bologna ha già fallito l’obiettivo sul consumo di suolo

La Carta firmata in pompa magna nel 2017 in occasione del vertice internazionale, con la Città metropolitana bolognese capofila delle altre, prevedeva di ridurre la cementificazione del 20% entro il 2020. “Non ci siamo riusciti”, si ammette oggi.

30 Gennaio 2020 - 11:52

Ricordate il G7 Ambiente che si tenne a Bologna nel giugno 2017? Magari no perchè, al di là della gran cassa suonata all’epoca, la kermesse non ha fatto altro che confermare la solida tradizione dei vertici internazionali di questo genere: risonanza mediatica finchè serve, zone rosse, fiumi di retorica e un bella dose di facili promesse. E basta. A distanza di un paio di anni, lo conferma il fallimento di uno degli otto impegni che in occasione del G7 furono messi nero su bianco nella Carta di Bologna per l’ambiente. Con quel documento Bologna ambiva a guidare le altre Città metropolitane nelle sfide sui temi ambientali, ma intanto ha già fallito uno degli obiettivi: quello di ridurre il consumo di suolo del 20% entro il 2020. “Non ci siamo riusciti”, ammette la Città metropolitana per bocca del consigliere delegato Marco Monesi. La Carta di Bologna fu sottoscritta in pompa magna alla Rocchetta Mattei dalle Città metropolitane alla presenza dei loro sindaci, dell’allora ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e del presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, fresco di conferma elettorale. Però, l’impegno sul consumo di suolo è rimasto sulla carta: “Forse l’obiettivo era troppo ravvicinato e soprattutto c’erano strumenti in fase di modifica, c’era la legge regionale che arrivava e quindi il tutto è stato sicuramente piu’ rallentato. Contiamo nel giro dei prossimi dieci anni si possa lavorare in quel senso”, dice Monesi. “L’espansione è finita, dobbiamo lavorare su una idea diversa”, sono le parole del sindaco metropolitano Virginio Merola, “sostituiamo la parola vincoli con la parola obiettivi”. Chissà, magari nel frattempo si potrebbe organizzare sotto le Due Torri un altro G7 per rinfrescarsi un po’ le idee, no?