Migliaia al corteo che ha sfilato fino a viale Aldo Moro, “per portare alla sede della Regione Emilia-Romagna il fango spalato da migliaia di volontarie e volontari che, in queste settimane, hanno risposto con solidarietà e rabbia alla catastrofe” dell’alluvione.
Migliaia in corteo a Bologna per la marcia popolare “10mila stivali verso la Regione. Fermiamoli!” nata “per portare alla sede della Regione Emilia-Romagna il fango spalato da migliaia di volontarie e volontari che, in queste settimane, hanno risposto con solidarietà e rabbia alla catastrofe” dell’alluvione del maggio scorso nei territori emiliano-romagnoli. La manifestazione, promossa da numerose realtà di base, collettivi contro la crisi climatica, centri sociali e associazioni che nelle scorse settimane si sono autorganizzate per portare aiuto nelle zone più colpite, ha visto sfilare in testa uno spezzone popolare, composto dalle realtà che hanno animato l’assemblea del 27 maggio scorso in piazza del Nettuno, quelle provenienti dai territori alluvionati, studentesse e studenti. Striscioni e cartelli hanno ricordato che quanto accaduto “non è un evento improvviso, è crisi climatica”, mentre a muovere le decisioni di chi amministra i territori, spiegano le realtà promotrici nel comunicato di indizione della manifestazione, “è la volontà politica di investire per decenni sul costruire un territorio per il profitto e non per la vita bella e sicura di chi lo vive. Ci sono delle responsabilità chiare sulle spalle di chi, negli ultimi decenni, pur conoscendo i rapporti scientifici sul cambiamento climatico e sul consumo di suolo, ha continuato a investire sulle fonti fossili e ad asfaltare il territorio, autorizzando costruzioni anche in aree ad alto rischio alluvionale. L’alluvione insegna che non ci servono grandi opere che, cementificando il territorio, mettono a rischio le nostre stesse vite, ma grandi scelte capaci di mettere la nostra vita degna e bella prima di ogni altro interesse. Per questo diciamo chiaramente NO a una ricostruzione che punti a rifare tutto come prima e alla gestione della ricostruzione in mano a un commissario con le mani sporche di cemento, e chiediamo la moratoria immediata su due grandi opere simbolo delle scelte irresponsabili di amministrazioni locali, Giunta Regionale e governo: il Rigassificatore di Ravenna e il Passante di mezzo di Bologna”. Dopo la testa, uno spezzone molto partecipata dei sindacati di base e delle organizzazioni partitiche.
Il corteo è partito da piazza XX Settembre per poi sfilare lungo via Matteotti, Piazza dell’Unità, via della Liberazione, viale Aldo Moro fino alla sede della Regione Emilia-Romagna, dove ha depositato il fango spalato in queste settimane. In seguito ha percorso via Serena e via Donato Creti, per concludersi in piazza dell’Unità.