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Egitto, per Zaky disposto il fermo per 15 giorni

Lo rende noto il ministero dell’Interno egiziano, affermando che questa misura serve a “proseguire le indagini” sul ricercatore dell’Alma Mater arrestato nei giorni scorsi. Oggi alle 20 flash mob in piazza Maggiore: “Non lasciamo da solo Patrick!”.

09 Febbraio 2020 - 16:29

Per Patrick George Zaky, ricercatore iscritto all’Università di Bologna arrestato in Egitto, è stato stabilito un fermo di 15 giorni. A dirlo è il ministero dell’Interno egiziano, aggiungendo che la decisione del fermo è stata presa dal procuratore generale per consentire “il proseguimento delle indagini” a carico del ragazzo egiziano. Il ministero ha anche precisato che lo studente e attivista per i diritti Lgbt non è “di nazionalita’ italiana”, perchè questa informaione starebbe circolando su alcuni “siti e social network” definiti “sospetti”.

“Il ministro Luigi Di Maio, per il tramite dell’Ambasciata d’Italia al Cairo, segue da vicino e fin dal primo momento il caso dello studente egiziano Patrick George Zaky”, ha fatto sapere il ministero degli Esteri. Insieme a Di Maio “stiamo operando tramite i canali diplomatici per reperire informazioni certe e trasparenti e verificare la situazione in maniera accurata nel rispetto dei diritti della persona”, ha dichiarato il ministro dell’Università, Gaetano Manfredi. L’Ateneo di Bologna si è attivato creando un gruppo di crisi interno che ha avviato una collaborazione con le autorità competenti. “L’Università di Bologna sta seguendo con grande attenzione l’evolversi della situazione e auspica che questa vicenda possa avere un esito rapido e positivo, nella piena trasparenza e completezza delle informazioni e nel pieno rispetto dei diritti delle persone”, ha affermato l’Alma Mater.

Intanto su Facebook è partito il tam tam per una manifestazione a Bologna in sostegno di Zaky: si tratta di un flash mob, “Libertà per Patrick”, convocato per le 20 di oggi in piazza Maggiore. “Chiediamo che sia immediatamente data la possibilità ai famigliari del ragazzo di sapere in che condizioni si trova, che siano tutelati i suoi diritti e che sia messo nelle condizioni di potersi difendere! Non permetteremo un nuovo caso Regeni! Non lasciamo da solo Patrick! Patrick è uno di noi!”, è il testo diffuso per lanciare il flash mob.