Editoriale

Editoriale / L’amabile Frascaroli e uno strano presentimento

Protagonista del braccio di ferro con Bartleby, l’assessore vendoliana usa toni duri non solo verso il collettivo ma anche verso il suo stesso gruppo consiliare. E’ la “solita storia”, ma non ci sarà dietro anche qualcos’altro?

17 Gennaio 2013 - 18:33
(dal profilo Twitter di Bartleby)

E’ quasi superfluo, per il nostro giornale, commentare la “proposta” fatta ieri a Bartleby dal Comune e dall’Ateneo. Ci limitiamo a dire che l’attenzione verso la produzione culturale (anche) nelle zone periferiche di una città non è mai troppa, ma qui si parla d’altro: c’è cultura e cultura, ci sono associazioni ed associazioni e quanto proposto da Bartleby negli ultimi anni, è evidente perfino agli occhi miopi di guarda la realtà dalle finestre di Palazzo D’Accursio o via Zamboni, non è realisticamente compatibile con quanto proposto al collettivo.

Solita storia, si può dire. Nè nuova nè originale nel rapporto tra chi amministra la città e chi promuove autogestione, libera socialità e altri dettagli secondari per assessori e rettori. Lo dimostrano gli equilibrismi tentati ieri da Frascaroli e Nicoletti (“Non è uno spazio isolato, ci sono le fabbriche e il Cie” è pezzo da antologia), lo conferma la lirica sognante della presidente del quartiere San Vitale, Milena Naldi, pure lei di Sel (“Il lontano è lontano ma diventa centro a seconda di quello che fai”), nonchè l’appoggio sostanziale trovato nella puntuale posizione del Pdl (“A Bartleby non va dato nulla perchè sono violenti”). Tutto questo, ovviamente, senza dimenticare il rischio di uno sfratto che incombe su Atlantide: altra vicenda ai limiti del grottesco, con la peggior burocrazia pronta a calpestare un’esperienza di cui questa città, al contrario, non può fare a meno.

Eppure, nel caso di Bartleby, abbiamo l’impressione che la “solita storia” sia condita da un ingrediente in più, che rende il piatto ancora più indigesto. Il sospetto viene a leggere nuove  ichiarazioni di Frascaroli, rilasciate oggi. Reazioni scomposte, affermazioni pesanti non solo nei confronti del collettivo (“Scollegati dalla realtà”, “Autoreferenziali” e pure bugiardi) ma anche, e soprattutto, nei confronti della sua stessa forza politica di riferimento, Sel, a suo dire colpevole di essersi mostrata troppo disponibile a raccogliere le ragioni di Bartleby. Una frase su tutte: “Non capisco perche’ Sel non metta lo stesso impegno in problemi come gli sfratti”. Qui un minimo di ragione all’assessore tocca perfino darlo, ma resta il fatto che Frascaroli sembri provarci gusto a mettersi in ridicolo: in Giunta c’è lei, la delega ai Servizi sociali è nelle sue mani, se c’è qualcuno che deve darsi da fare sul fronte degli sfratti e delle persone costrette a vivere in strada è, prima di tutto, Frascaroli stessa (che, invece, proprio in queste ore sembra attiva solo su Facebook e con la stampa). Eh no. Tanta cattiveria verso i suoi stessi consiglieri non quadra, non può esserci “solo” Bartleby dietro tale tensione. Non sarà che l’amabile Frascaroli, dopo il braccio di ferro sulla (mancata) candidatura in Parlamento, sta pensando di irrigidire e sfruttare l’affaire Bartleby per completare la rottura con Sel? Sarebbe proprio una furbizia piccola piccola.