Acabnews Bologna

Chi abita nelle case popolari è sempre più al verde

Con la pandemia è aumentato l’affanno economico degli inquilini in alloggi Erp. In molti nuclei vivono anziani senza assistenza, altri sono seguiti dai servizi sociali, mentre gli indicatori Isee sono bassi. E nella crisi gli studenti universitari fuori sede si rivolgono alla Caritas.

17 Febbraio 2022 - 11:02

Anziani soli, nuclei familiari seguiti dai servizi sociali e un indicatore Isee medio di circa 8.000 euro. E’ la situazione che si vive nelle case Erp di Bologna, fotografata da un rapporto stilato da Nomisma e presentato ieri nella sede di Acer. Dalla ricerca emerge inoltre che dall’inizio della pandemia è aumentato il numero di inquilini che non riescono a pagare l’affitto (+18% della morosità nel 2020). Intanto cresce la domanda di alloggi pubblici e si prevede un maggior affollamento nelle case popolari: per 1.200 residenti in uscita per perdita del diritto all’alloggio se ne stimano 3.300 in entrata, poichè il numero di componenti medi per nucleo familiare sale da 1,5 a 4,2. Gli inquilini con maggiori difficoltà economiche hanno un’età compresa fra i i 35 e i 44 anni, mentre un nucleo su cinque comprende un anziano ultra 80enne senza assistenza. E’ invece del 13% la quota dei nuclei familiari con un componente seguito dai servizi sociali. Aumentano anche le segnalazioni legate a violazioni disciplinari.

Le difficoltà economiche riguardano anche le/gli studentesse/i che raggiungono la città per frequentare corsi di studio. Molti si sono rivolti alla Caritas perché non in grado di pagare gli affitti e di sostenere le spese per il loro mantenimento in città. A dirlo il direttore di Caritas durante la presentazione del report.