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Casa: quegli immobili del Comune per dieci anni nel limbo

E’ ufficialmente fallito il progetto di autorecupero che l’amministrazione aveva promosso per il ripristino di una cinquantina di alloggi complessivamente. E ora che ne sarà degli edifici che erano stati destinati a questa iniziativa? Per alcuni si tenterà la strada del cohousing, per altri quella della vendita.

15 Ottobre 2019 - 12:58

Il flop, ora, è definitivo: il Comune di Bologna ritira il progetto di autorecupero avviato una decina di anni fa per consentire direttamente ai cittadini di ripristinare alcuni immobili pubblici: tra questi sono compresi anche i civici di via Massarenti di cui abbiamo parlato nell’inchiesta “Chiedi (ancora) alla polvere: quattro anni dopo“. L’idea di base era quella di coinvolgere cittadini disposti a riunirsi in cooperativa e a mettere a disposizione il proprio tempo per lavorare nei cantieri. L’obiettivo iniziale era ottenere l’autorecupero di 19 appartamenti attraverso la demolizione e ricostruzione di cinque edifici inutilizzati, corrispondenti al primo lotto di una decina immobili complessivi (per 48 alloggi): si cominciava da tre appartamenti in viale Lenin, uno in via Mondolfo, uno in via Roncaglio e uno in vicolo dei Prati. Per fare un esempio, un appartamento in viale Lenin per quattro persone (90 metri quadrati con cantina e piccola rimessa) era valutato 180.000 euro. L’iniziativa era rivolta a cittadini con Isee non superiore a 70.000 euro e comprendeva la possibilità di mutui a condizioni vantaggiose. Ma nulla di tutto questo si è concretizzato. E gli immobili pubblici sono rimasti lì a deteriorarsi ulteriormente. “A distanza di tanti anni non è stato possibile realizzare il progetto”, ha dichiarato l’assessore alla Casa, Virginia Gieri, presentando la delibera che estingue l’iniziativa e dà al Comune la possibilità di destinare gli immobili ad altri usi. In base a quanto spiegato dall’amministrazione, il problema principale è stato quello dei finanziamenti: in pratica i cittadini coinvolti non sono riusciti a ottenere i mutui necessari. Le condizioni attorno a cui l’amministrazione aveva costruito il progetto evidentemente si sono rivelate non sostenibili.

Intanto la convenzione con il Comune è scaduta lo scorso giugno e non era prevista la possibilità di propagarla. Progetto nel cestino, insomma. E ora gli immobili? Facendo “tesoro dell’esperienza fatta”, ha detto l’assessore, gli edifici saranno messi al centro di “una progettualità più chiara e definita”: la strada indicata da Gieri è quella dell’ormai puntuale cohousing, tramite un bando che sarà pubblicato “entro l’anno”. Ma questo iter interesserà solo “alcuni degli immobili” del mancato autorecupero. Per gli altri, solita storia: “Verrà valutata la possibilità di vendita nel programma delle alienazioni”.