Alla sede bolognese del quotidiano azione nell’ambito della prima giornata tematica decisa dall’assemblea cittadina di mercoledì scorso a Scienze politiche: “Più ancora del Pd, questo giornale ha dato direzione a molti dei processi istituzionali nella crisi”.
#Repubblicastaiserena: ci vediamo comunque!
L’11 luglio avrebbe dovuto svolgersi a Torino un vertice sulla disoccupazione giovanile, per tenere a battesimo il semestre italiano di presidenza dell’Unione Europea. Hanno scelto di cambiare programma, modificando la data e forse la città e il paese: la troika e i suoi rappresentanti sanno dunque bene di non avere nessuna legittimità per poter gestire pubblicamente le proprie politiche del lavoro. A non cambiare affatto, però, sono i livelli di disoccupazione, precarietà e impoverimento che colpiscono giovani e non, in Italia e in Europa. Per questo motivo, indipendentemente dal rinvio del vertice, abbiamo scelto di confermare la settimana di mobilitazione territoriale collettivamente decisa nell’assemblea di Torino dello scorso 31 maggio e discussa in un’affollata assemblea a Scienze Politiche mercoledì scorso.
Apriamo questa settimana con una giornata sui media, non più semplici organi di informazione ma divenuti veri e propri apparati politici. Non è per caso allora che abbiamo scelto di venire nella redazione di Repubblica, l’esempio più evidente di questa trasformazione. Da qualche anno infatti parliamo del Partito di Repubblica. Più ancora del PD, è stato questo giornale che ha dato direzione e indicazioni a molti dei processi istituzionali nella crisi, dall’incoronazione di Re Giorgio al governo tecnico di Monti, fino ad arrivare a Renzie e al suo 40%. Per il Partito di Repubblica i movimenti e le lotte andavano bene finché si limitavano ad attaccare Berlusconi, mentre vanno represse quando esprimono la loro piena autonomia. Dalle politiche del lavoro a quelle abitative, dal Jobs Act al piano casa, dal modello Poletti–Farinetti al Tav, è in linea o direttamente ispiratrice dei governi della crisi. Qualcuno dice che Repubblica sia il giornale di Renzi; a noi sembra innanzitutto che Renzi sia l’uomo politico di Repubblica.
Allora è proprio da qui, dalle stanze di questo Partito-giornale, che rilanciamo la settimana di mobilitazione: domani iniziative su debito e banche, mercoledì appuntamento alle 18 in Piazza Ravegnana per la piazza itinerante #Renzistaisereno, per colpire alcuni dei luoghi che oggi ben rappresentano il modello Renzi-Poletti e il Jobs Act, la produzione di precarietà e le opere della speculazione urbana, aprendo così nuovi orizzonti cittadini.
Se #noncivediamolundici, allora #civediamoingiro e tutti i giorni per lottare contro il governo Renzi, la troika e chi vorrebbe farci pagare la loro crisi.
#civediamoingiro