Acabnews Bologna

“Basta sfruttamento”, la mobilitazione al Sant’Orsola-Malpighi arriva in prefettura

“Esigiamo risposte, dalle aziende e da chi è responsabile di questa situazione”, scrivono Lavoratrici e lavoratori agitati del policlinico in vista del tavolo previsto questo mercoledì.

10 Luglio 2023 - 20:00

Siamo “un vero e proprio esercito invisibile che tutti i giorni, senza sosta, 365 giorni l’anno, garantisce il funzionamento del più grande ospedale d’Italia in termini di posti-letto”. Lo scrivono Lavoratrici e lavoratori agitati del Policlinico Sant’Orsola – Malpighi, che a fine giugno con Adl Cobas hanno proclamato lo stato di agitazione, in vista di un tavolo in prefettura previsto per mercoledì pomeriggio.

Si legge poi nel comunicato giunto in redazione: “Invisibili perché la maggior parte di essi, alcuni impiegati anche da decenni nell’appalto, movimentano farmaci, materiale biologico, ferri per le operazioni chirurgiche, nei sotterranei del Policlinico, e, letteralmente, all’ombra di tutto e di tutti, svolgono mansioni fondamentali. Invisibili però sono anche i diritti che queste persone hanno: un contratto, il multiservizi, caratterizzato da scarse tutele, bassi salari, applicato a dipendenti che hanno responsabilità enormi. Come si evince dalla bolla in allegato trasportano materiale dal valore di decine di migliaia di euro, oppure materiale fondamentale per lo svolgersi di un’operazione chirurgica. Invisibili sembrano essere anche le tutele che questi lavoratori dovrebbero avere: com’è possibile che non vi sia neppure un’indennità di rischio per chi ha a che fare con divise di medici sporche di sangue, come si vede da un’altra foto? Le quali, tra l’altro, dovrebbero sempre essere messe in contenitori più sicuri, giusto per fare un esempio. Abbiamo provveduto, già parecchi mesi fa, a segnalare il fatto, sia all’Ispettorato Territoriale del Lavoro, sia al Dipartimento per la prevenzione e la sicurezza nei luoghi di lavoro dell’AuslBologna. Il silenzio (complice, evidentemente) è stata l’unica risposta. Ogni volta che, come organizzazione sindacale, mettiamo piede in un reparto veniamo a conoscenza di lavoratori inquadrati al primo , mancati scatti di anzianità, decine e decine di ore non retribuite; senza contare il fatto che vi sono delle discriminazioni rispetto a dipendenti che svolgono le medesime mansioni ma sono inquadrati diversamente, in barba al principio di uguaglianza che dovrebbe guidare un datore di lavoro”.

“È incredibile”, prosegue il testo, “che tutto questo succeda al Policlinico Sant’Orsola, eccellenza della sanità, di cui ogni settimana leggiamo sui media di una nuova cura innovativa, di un meraviglioso trapianto primo al mondo, e così via, ma che tratta i propri dipendenti come dei numeri, da spremere fino all’osso, senza nessun rispetto. Il silenzio della Direzione Ospedaliera e dell’AUSL di Bologna, così come dell’Assessore regionale Donini, sollecitato più volte, è tanto assordante, quanto inaccettabile.Se lo mettano in testa le aziende Rekeep e Operosa, con cui andremo a svolgere il tavolo di raffreddamento questo venerdì: i lavoratori e le lavoratrici stanno continuando ad alzare la testa, e non intendono abbassarla, fino a che non verrà riconosciuto ciò che è giusto. Basta sfruttamento, basta lavoro povero, basta favoritismi: esigiamo risposte, dalle aziende e da chi è responsabile di questa situazione”.