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Bartleby chiama Bologna: “Sgombero imminente”

Assemblea pubblica lunedì 28 gennaio’012 alle 20 in via S.Petronio Vecchio 30/C, dopo la proposta, rifiutata, di trasferirsi in estrema periferia: “Vicenda grottesca, ma ne usciamo più forti di prima”. Solidarietà da Radio Uninomade e Prc.

22 Gennaio 2013 - 17:27

Bartleby è nuovamente sotto attacco. La farsa messa in campo dall’Università e dall’amministrazione comunale è stata ampiamente svelata. La proposta di assegnare a Bartleby uno spazio situato nella zona industriale Roveri non è nient’ altro che il tentativo di legittimare un prossimo e – crediamo imminente – sgombero. Tuttavia l’ultima tappa di questa vicenda grottesca oltre a rendere evidente la debolezza delle istituzioni e l’inconsistenza del loro progetto – perché privo di un qualsiasi contatto con il tessuto vivo della città – ci ha permesso di sentire il calore e la solidarietà di chi abbiamo incontrato in questi anni di attività. Paradossalmente -non certo per noi, sicuramente per i tristi burocrati – usciamo da quest’ultimo episodio più forti di prima. Il rifiuto della proposta avanzata dall’impresentabile duo Nicoletti-Frascaroli è stato forte e collettivo, forte perché collettivo. E’ dal portato e dall’intensità di questa risposta che vogliamo ripartire perché la difesa dello spazio è prima di tutto la difesa di un lungo, difficoltoso e appassionato percorso politico e delle sue stesse condizioni di possibilità. Per noi, allora, questa è l’occasione per rilanciare in avanti una sfida che abbiamo aperto quattro anni fa, rivolta alla costruzione di spazi di libertà dentro l’ateneo e di percorsi di lotta e di rivendicazione contro la crisi e la precarietà. È con queste intenzioni che convochiamo la prossima assemblea a difesa di Bartleby e chiediamo a chi ci sostiene, ci conosce e ci è vicino, di partecipare a questo primo momento di discussione; di condividere idee, saperi e passioni all’interno di un progetto comune, oltre la mera difesa dello spazio per Bartleby. Nel momento in cui l’avvicinarsi delle elezioni ci mostra una classe politica sempre più staccata dai problemi reali, che, qualunque sarà l’esito delle elezioni, non farà altro che seguire una politica di tagli; nel tempo in cui l’amministrazione comunale utilizza la sussidiarietà per scaricare sulle capacità produttive del tessuto metropolitano i costi di produzione dei servizi e di gestione delle infrastrutture materiali e immateriali della città; di fronte al tentativo di spoliticizzare le attività di Bartleby, nascosto dietro l’allontanamento nella periferia industriale, possiamo soltanto rafforzare i nostri percorsi politici e culturali.

Bartleby

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> Comunicati di solidarietà:

A voi le macerie, a noi gli spazi: solidarietà a Bartleby

Si è perso ormai il conto delle minacce di sgombero che Bartleby continua a ricevere dall’Università e dal suo Rettore, la nostra memoria ha imparato a trattenere cose ben più interessanti delle sceneggiate, realizzate nemmeno troppo ad arte, dall’amministrazione universitaria, come dei giochi di Palazzo e dei finti matrimoni, che hanno colorito di tinte fosche l’ultimo atto della vicenda Bartleby. Castelli di carta costruiti su tentativi di disciplinamento fin troppo espliciti e al contempo troppo deboli da reggere l’urto con la realtà. Una realtà come quella di Bartleby composita, fatta di studenti e studentesse che dal movimento dell’onda portano avanti, all’interno dell’università, percorsi di riappropriazione dei saperi, agendoli come un’arma mai neutrale, per la costruzione di nuove esperienze che vadano oltre le macerie dell’università attuale. Studenti che rifiutano la frammentazione e l’isolamento della precarietà, aprendo in città spazi innovativi di partecipazione e lotta, con l’obiettivo di far saltare gli schemi di governance della metropoli in tempi di crisi, attraverso un’altra idea di produzione culturale sottratta alle logiche di mercato, ribaltando la miseria del presente con pratiche di condivisione, riappropriazione e cooperazione che guardano a nuovi modi del confronto, della partecipazione e dello stare insieme.
É per questa specificità e tensione da innovativo laboratorio politico che il nodo redazionale bolognese di Radio Uninomade ha trovato sede proprio negli spazi di Bartleby, condividendo l’attitudine all’inchiesta, alla conricerca, alla militanza.
Sappiamo bene che dietro alle “proposte” imbarazzanti degli ultimi giorni avanzate al collettivo, vi è la chiara volontà di perimetrarne l’attività politica e depotenziarne gli ambiti d’intervento.
Che dietro la spesa di 50.000 euro fatta dall’Università di Bologna in tempo di crisi (con consenso e partecipazione del Comune) per un capannone in zona industriale, non vi sia la chiara scelta di controllare e silenziare i diversi gruppi studenteschi da destinarvi, nessuno è così ingenuo da non vederlo.
Le attività di realtà come Bartleby fanno evidentemente paura al Rettore e la sua proposta, fatta all’ombra di qualche imbarazzante pedina, non è che l’ennesima dimostrazione della debolezza del tentativo di reprimere qualsiasi voce di dissenso che si muove fra ciò resta di un’ università che ha contribuito a smantellare. É la stessa logica che aveva portato, ancora la scorsa estate, alla militarizzazione di Piazza Verdi e alla richiesta di intervento della polizia da parte dell’amministrazione universitaria contro i collettivi studenteschi.
A Bartleby allora ci sentiamo di dire di proseguire nella determinazione di resistere all’arroganza feudale del rettore-imprenditore, insieme ai tanti e tante che ne formano il progetto, come sempre, costruendo dalle macerie attuali dell’Università nuove esperienze di formazione, autonomia e conflitto.

Del resto nelle macerie si possono trovare strumenti molto utili per resistere… e che cento occupazioni sboccino!

Radio UniNomade – Bologna

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Bartleby non può essere confinato

L´esperienza di Bartleby non può essere confinata in una zona della città di Bologna periferica e difficilmente accessibile, soprattutto dagli studenti.

E´ un percorso che deve poter continuare a vivere, laddove le soggettività che lo hanno animato hanno maggiore possibilità di continuare a farlo. Il trasferimento di Bartleby in periferia rischia di depotenziare e impoverire le sue attività.

Per questa amministrazione, come dimostrano altri casi, gli spazi autogestiti e autonomi non sono considerati una risorsa, ma piuttosto un problema ed è evidente l´incapacità di creare una dinamica virtuosa tra spazi autogestiti e ambiti istituzionali.

E´ importante che su questa tematica si cambi davvero registro.

Anche l´Università di Bologna non può continuare ad avere approcci autoritari. Al contrario deve attivarsi, affinchè, come riconosciuto da diversi suoi docenti, a Bartleby possano essere garantiti spazi idonei e funzionali alle sue caratteristiche ed esigenze.

Prc