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Antifasciste/i in piazza: “La storia non si fa a brandelli”

Oggi alcune centinaia di persone in presidio, con corteo e blocco del traffico, per contestare la fiaccolata organizzata da Azione studentesca al giardino Norma Cossetto.

12 Febbraio 2022 - 20:12

Partecipata manifestazione antifascista, oggi, per contestare la fiaccolata organizzata da Azione studentesca e altre sigle vicine a Fdi nel giardino Norma Cossetto. Nonostate la militarizzazione dell’area da parte delle forze dell’ordine, già dal primo pomeriggio si è formato un presidio che si è poi trasformato in un corteo con alcune centinaia di persone, che hanno bloccato il traffico della zona prima di tornare in prossimità del giardino. “Non possiamo accettare che, utilizzando lo spauracchio delle foibe, si continui a portare avanti revisionismo e rivalutazione storica di quello che è stata l’occupazione italiana dei Balcani, ovvero quattro anni di stragi, torture, stupri, violenze e deportazioni perpetuate dalle milizie nazifasciste ai danni della popolazione slava”, ha scritto Osa promuovendo la manifestazione, rilanciata anche dal Nodo sociale antifascista che riporta: “Quattro gatti hanno potuto mettere in scena il loro consueto circo grazie alla complicità di un grosso schieramento di forze messo loro a disposizione dalla questura, che dire, i soliti pagliacci”.

Dalla piazza scrive Usb: “La ‘Giornata del ricordo’ del 10 febbraio diventa sempre più l’occasione per iniziative nazionaliste, antipartigiane e storicamente revisioniste, in un crescendo inaccettabile di falsificazioni storiche. Noi ricordiamo tutto: le deportazioni, le fucilazioni, l’incendio di interi paesi, le discriminazioni e le umiliazioni subite dalle popolazioni della Jugoslavia durante il fascismo e la seconda guerra mondiale. Ricordiamo tutti e tutte coloro che morirono di stenti nei campi di prigionia italiani dell’isola di Rab/Arbe e di Gonars in particolare, dopo l’annessione di vasti territori jugoslavi all”impero’ italofascista. In questa giornata vogliamo ricordare i partigiani sloveni, che spesso combatterono e perirono insieme a quelli italiani, e che contribuirono alla liberazione dal nazismo delle nostre città e che invece sono stati descritti come bande di criminali. La storia non si può fare a brandelli, altrimenti si è solo dei mistificatori opportunisti, come purtroppo da anni si sta dimostrando la grande maggioranza dei politici italiani”.