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Ancora uno sfratto rinviato: “Graduatorie Erp in ritardo”

E’ successo ieri, Adl: “Torneremo il 3 febbraio”. Asia: “Nessuna collaborazione con il Comune”. Social Log sabato a Firenze: “Contesteremo Pitti Bimbo”. Nasce un Comitato contro la riforma delle case popolari.

21 Gennaio 2016 - 12:10

La casa è un diritto - © Michele LapiniEnnesimo sfratto rinviato a Bologna, ieri, questa volta al quinto accesso dell’ufficiale giudiziario e grazie alla presenza dell’Adl Cobas, che racconta: “La coppia, residente a Bologna e in quella casa da più di 30 anni, si è ritrovata in difficoltà a pagare l’affitto a seguito della perdita del lavoro da traduttore di Joseph. Sono da mesi in attesa della graduatoria Erp che, visto il loro alto punteggio, gli garantirebbe un alloggio a canone sociale nelle case popolari della città. Ma, come molti altri casi a Bologna, le graduatorie tardano ad arrivare, costringendo chi è sotto sfratto a continuare a vivere con la paura di ritrovarsi in mezzo ad una strada. Come ormai è evidente da mesi, le politiche abitative che si stanno portando avanti in città e soprattutto in regione continuano a non essere sufficienti, e le nuove regole che la Gualmini, assessore regionale a welfare e politiche sociali ha annunciato, non fanno che limitare ancora di più l’accesso alle case Erp. Nelle dichiarazioni che ha rilasciato parla di ‘alloggi pubblici solo ai veri bisognosi’: ci domandiamo però se per definire il ‘vero bisognoso’, data l’evidente complessità della questione abitativa, sia sufficiente utilizzare criteri basati su numeri, e non su condizioni e bisogni reali. Il risultato è lo scatenarsi l’ennesima guerra fra poveri, invece di intervenire alla radice del problema attaccando quella parte di grandi proprietari immobiliari che speculano sugli affitti o lasciano vuoti immobili. La nostra risposta, per ora, è quella di continuare a fare in modo che chi ha una casa non rimanga senza, per questo il 3 febbraio, minacciato già oggi come ultimo sfratto di Joseph, torneremo in tante e tanti per bloccarlo!”.

Per Social Log, intanto, in programma c’è una trasferta in Toscana: “Sabato anche una nostra delegazione parteciperà alla contestazione di ‘Pitti Bimbo’ a Firenze sullo slogan ‘I diritti non vanno più di moda? Abolire l’articolo 5 del Piano Casa subito!’. Insieme ai figli e alle figlie della lotta per la casa raggiungeremo la kermesse di alta moda per bambini, dove il lusso più sfrenato e arrogante fa mostra di se mentre nel nostro paese migliaia di minori sono costretti a vivere sotto il duro regime dell’articolo 5 del Piano Casa che priva di residenza, diritti e utenze quanti sono stati costretti ad occupare per necessità”.

Asia-Usb invece interviene su alcune recenti dichiarazioni uscite dal Comune: “La ‘collaborazione con Asia’ annunciata dalla Frascaroli col fine di liberare gli stabili occupati è una cosa che esiste solo nella testa degli assessori. Nell’ultima iniziativa organizzata da Asia sotto il Comune, da parte degli assessori alla casa e al welfare veniva proposto agli occupanti di iniziare i colloqui col Pris al fine di ricercare varie collocazioni e percorsi di reinserimento lavorativo. Questa proposta è lontanissima da quelle avanzate da Asia, che da sempre chiede il diritto all’abitare tramite l’estensione dell’edilizia residenziale pubblica, ovvero le case popolari. In particolare abbiamo chiesto di impegnarsi in trattative coi proprietari degli stabili (via Irnerio) o in alternativa alloggi pubblici(non solo per gli occupanti ma per tutti i lavoratori e i disoccupati che subiscono l’emergenza). Il Comune invece ha risposto e continua a rispondere solo con misure che portano a precarietà abitativa(strutture con ospitalità temporanea) e lavorativa(borse lavoro, tirocini, apprendistati). Come è normale, abbiamo presentato e discusso le proposte dell’amministrazione con tutti gli occupanti, i quali ovviamente sono molto preoccupati dagli ultimi sgomberi eseguiti dalla Questura. Solo alcune famiglie hanno espresso la volontà di avviare colloqui col Pris (quindi nessuna soluzione è stata ancora proposta, né di conseguenza accettata), ben sapendo che verranno offerte,eventualmente, soluzioni di estrema precarietà e temporanee, ma solo perché è chiaro che la Questura vuole sgomberare tutte le occupazioni in città  e reprimere le giuste  lotte dei lavoratori che vogliono conquistare il diritto alla casa”.

Sempre Asia commenta così la richiesta di cinque condanne che i magistrati hanno avanzato nel processo per una truffa sulla realizzazione di alcuni alloggi convenzionati a San Lazzaro: “Da anni tutti gli amministratori in questa regione, a prescindere dall’appartenenza di partito, ci hanno descritto come inutile, superata, insostenibile la funzione dell’edilizia residenziale pubblica. E hanno sempre elogiato la sussidiarietà, la partecipazione tra pubblico e privato. Le imprese, a cui vengono concessi terreni pubblici, diritti edificatori, e spesso la proprietà degli alloggi realizzati sarebbero i portatori di un benessere per tutta la cittadinanza, al contrario di quei privilegiati che abitano nelle case popolari ai quali bisogna aumentare gli affitti e dare lo sfratto al massimo in qualche anno, altrimenti diventano troppo ricchi e se ne approfittano(idee messe nero su bianco dalla giunta regionale attuale). Il caso di San Lazzaro ribalta nei fatti questa retorica: gli approfittatori sono i dirigenti Cipea tra cui il presidente di Confartigianato, Muratori, e un finanziere la cui moglie avrebbe ricevuto un alloggio pur non avendone i requisiti. Ecco cosa succede affidando ai privati la costruzione e la gestione di alloggi che dovrebbero avere una (seppur scarsa) funzione pubblica”.

Riceviamo infine la segnalazione della nascita di un Comitato per la difesa dall’espulsione degli inquilini dalle case popolari prevista dalla riforma della Regione Emilia-Romagna (promotore anche di una petizione su Change.org), che scrive: la vicepresidente Gualmini “insulta la sensibilità degli inquilini: definisce le espulsioni dalle loro case ‘piccoli traumi’. Una vera e propria bestemmia al rispetto degli inquilini che in quelle case hanno costruito i loro percorsi di vita, con gioie, sofferenze e tutte le emozioni che la vita lega indissolubilmente ai ricordi di una casa”.