Molti sono italiani, dopo che da ieri pomeriggio, durante la più grande manifestazione che abbia attraversato Amburgo negli ultimi 30 anni, la polizia ha avviato una capillare caccia al manifestante, soprattutto tra gli stranieri.
di Ak-Kraak video collective
Dopo la manifestazione di ieri, la più grande che Amburgo abbia visto negli ultimi 30 anni, abbiamo assistito a continue violazioni dei diritti umani e di cronaca.
Ieri notte in città c’è stata una caccia al manifestante -mettendo in mezzo legal team e giornalisti- che in quella che loro chiamano democrazia non dovrebbe mai accadere.
Stamattina la conferenza stampa del legal team parlava di 290 detenuti nelle GeSa, i centri di detenzione costruiti ad hoc per l’evento. Ancora non è invece chiaro il numero dei feriti.
La caccia ha visto come protagonisti soprattutto italiani, francesi e svizzeri, segno che la polizia tedesca voglia avere più segnalazioni possibili, prima della partenza degli internazionali. Hanno bisogno di capri espiatori per giustificare i 20.000 poliziotti che hanno usato in questi giorni, supportati dalle forze speciali con mitra spianati ed elicotteri rasente il suolo. Hanno bisogno di fermi ed arresti per riempire per giustificare la costruzione dei GeSa.
Hanno bisogno di criminalizzare un movimento -storia già vista fra anni 90 e primi duemila- per distogliere l’attenzione dagli infami accordi di palazzo che succedono intorno a questi summit.
Molti gli italiani fermati, rilasciati, denunciati e perquisiti. Come avrete letto in molti twitter fra ieri ed oggi:
– alcuni attivisti dei centri sociali del nord-est hanno ricevuto il foglio di via, ma rilasciati subito grazie alle pressioni degli abitanti del quartiere (St. Pauli)
– altri italiani della rete Berlin Migrant Strikers trattenuti
– sequestrata auto ed attrezzatura dei compagni di Radio Onda d’Urto, materiale che era sito in un campeggio privato, non in quelli occupati
Mentre vi scrivo (intorno alle 11 di questa mattina, ndr) la situazione è tranquilla per strada, segno che la polizia vuole far partire più gente possibile dalla città, a nostro avviso per avere l’iniziativa anti repressione delle 12 di fronte al municipio di Harburg (sede del GeSa) il meno partecipata possibile.
Come al solito i media si sono purtroppo concentrati su quella che loro chiamano violenza delle barricate e delle vetrine rotte, invece di raccontare la vera storia successa a questo anti summit: come la potenza di massa del movimento abbia reso impraticabile il vertice.
Per fortuna da parte degli organizzatori c’è stato il massimo rispetto di ogni pratica di piazza e la condanna della violenza delle forze dell’ordine.
> Il resoconto della giornata di ieri, scritto la scorsa notte:
Alle 11 inizia il concentramento nella piazza che vedrà partire la manifestazione internazionale che chiude i giorni del contro-vertice. Parole d’ordine sono: per un mondo senza confini, solidarietà invece di buffonate come il G20. Sicuramente la vasta partecipazione di migranti ha caratterizzato la piazza.
Ad aprire il corteo è il colorato spezzone curdo, a denuncia della vergognosa partecipazione della delegazione saudita a questo patetico summit. Lo striscione migliore del corteo? ‘G20 in HH? Scheisse idee! Kennt ihr Skype?’, ‘il G20 ad Amburgo? Idea di merda! Non conoscete Skype?’.
Circa 100.000 persone hanno riempito le strade di Amburgo: all’arrivo della testa della manifestazione di fronte lo Stadio St. Pauli, la coda da Neustadt ancora doveva partire. Non ci sono stati scontri lungo tutta la marcia, finita nella piazza di fianco lo stadio con un grande concerto durato tutto il pomeriggio con cucina curda e molta festa.
Dopo circa un’ora iniziano a vedersi i primi idranti e la tensione sale: l’ennesima provocazione della polizia farà cambiare subito l’atmosfera rilassata della giornata.Da questo momento in poi le strade di St.Pauli diventano teatro di cacce al/alla manifestante, cariche, idranti, elicotteri rasenti terra e fermi. I più fermati sono gli stranieri, specialmente italiani e francesi. Verso le 20 esce la notizia di dieci arrestati italiani, di cui forse dei fogli di via immediati dal territorio amburghese.
Sgomberato con idrante anche la zona intorno al Rote Flora. Nei 38kmq della ‘zona blu’ vige ora il divieto di assembramento, le notizie su fermi, arresti, operazioni di polizia sono frammentate e poco chiare. Il legal team è intasato di richieste e capire cosa succede è difficile. Unica cosa certa: chi viene fermato verrà portato nei GeSa, i centri di detenzione momentanei per arresti di massa. In pratica container in fila dentro un capannone, con una capienza di centinaia di persone. Questo basta a capire le intenzioni della polizia.
Mentre vi scriviamo siamo stati minacciati da un elicottero della polizia, il quale -intimandoci di restare dentro le stanze dello stadio- fa voli rasenti al suolo come avvertimento. Questo è quello che loro chiamano democrazia.
> Video sulla giornata e nottata di venerdì
> Video della notte tra giovedì e venerdì:
https://vimeo.com/224761383
> Altre fotografie scattate sabato: