Acabnews Bologna

All’Interporto ancora licenziamenti via Whatsapp

Mandati a casa 90 lavoratori di un’azienda che lavorava in appalto per il colosso Tnt/FedEx. Si Cobas: “Sistema predatorio basato sullo sfruttamento, ogni giorno si cerca di massimizzare il profitto imponendo condizioni di lavoro sempre peggiori”.

05 Gennaio 2022 - 18:06

“Il 2022 non si presenta bene per gli oltre novanta operai che lavoravano al blocco 3.2 dell’Interporto di Bologna e che prestavano la propria attività lavorativa alle dipendenze della Xbt Servizi e Logistica, azienda di facciata della più conosciuta Zampieri Holding in appalto per la lavorazione della merce del colosso Americano Tnt/FedEx”. Lo scrivono i Si Cobas, spiegando che il 31 dicembre “attraverso uno dei consueti messaggini Whatsapp (come già in casi simili, NdR) , la Xbt comunica a tutti i dipendenti che con oggi sarebbe terminata la loro collaborazione, così come i loro contratti. Nessuna spiegazione ai lavoratori, nessuna motivazione apparente per la quale in 90 lavoratori allo scadere dell’anno si ritrovano senza un posto di lavoro. Nella nota, se così può essere definita l’ennesima comunicazione whatsapp inviata nella chat di gruppo, si legge il benservito: ‘Buongiorno a tutti vi comunico che con oggi 31 Dicembre 2021 termina la nostra collaborazione così come i vostri contratti, anche il nostro contratto è terminato, purtroppo non è stato rinnovato, quindi il magazzino rimane chiuso questo a causa di tutte le vicende che conoscete bene e che hanno portato a questo risultato, errori fatti sicuramente da entrambe le parti. Nel mese di gennaio 2022 vi verrà corrisposto lo stipendio relativo al mese di Dicembre e tutto il resto. Vi auguro Buon Anno'”.

“Oltre il danno la beffa”, commenta il sindacato in relazione al riferimento a “errori fatti a entrambe le parti”. Prosegue il comunicato: “Quali gli errori che l’azienda aveva commesso? Lo sfruttamento, le irregolarità continue, la mancanza totale di sicurezza che in poco più di 1 mese aveva portato a quasi una decina di infortuni etc… E che errori avrebbero commesso i lavoratori? L’aver denunciato le irregolarità. Aver reso pubblico tutto ciò che accadeva nell’ennesimo luogo dello sfruttamento. Bisognava stare zitti. Sarebbe stato opportuno non ribellarsi. Questo il democratico punto di vista di Xbt e della Zampieri Holding. La colpa è un po’ di tutti. Certo è che nei dieci mesi di sopravvivenza di quel magazzino gli unici a trarne profitto sono stati esclusivamente Xbt, la Zampieri Holding e Tnt/FedEx. Le aziende hanno sfruttato al meglio una situazione di lavoratori fin troppo precari (tutti e 90) senza il riconoscimento dei diritti più basilari e senza nessuna tutela in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro in un settore dove il lavoro è di per sé rischioso, quello della logistica. Stanchi di tutto questo, i lavoratori hanno iniziato ad organizzarsi e scioperare per richiedere contratti stabili e condizioni di lavoro migliori”.

Si Cobas assicura di aver “celermente denunciato a tutti gli enti preposti” la situazione, sottolineando le “troppe deresponsabilizzazioni da chi deve supervisionare un settore come quello della Logistica che conta il 6% del Pil del Paese. Segnalazioni sono state fatte all’Ausl di Bologna, all’Ispettorato del Lavoro e alla Prefettura. Purtroppo totalmente assente è stato l’intervento da parte di chi, invece, dovrebe vigilare su illeciti e situazioni di irregolarità nella grande catena degli appalti e subappalti della logistica notturna all’Interporto di Bologna. Gli anni passano, cambiano apparentemente le smministrazioni, cambiano le nomine, cambiano i toni e le promesse roboanti ma nulla cambia davvero e soprattutto non cambiano le condizioni imposte ai lavoratori di un intero settore vittime di un sistema predatorio basato sullo sfruttamento dell’uomo, un sistema che ogni giorno cerca di massimizzare al massimo il proprio profitto imponendo condizioni sempre peggiori ai lavoratori. Ciò che realmente è cambiato in positivo per i lavoratori e le lavoratrici di un intero settore è stato frutto delle lotte portate avanti dai lavoratori e dalle lavoratrici di questo settore. Ogni diritto conquistato, ogni miglioramento avvenuto è stato strappato con i sacrifici di quelle lotte. L’orizzonte non può che continuare ad essere questo”.