Attualità

Milano / Occupata S&P’s

Blitz del centro sociale Cantiere alla sede dell’agenzia di rating, esposto uno striscione: “You are the Piigs, You are the Junks” [foto]. Appuntamento a domani in Piazza Affari

16 Settembre 2011 - 21:59

(da cantiere.org)

Oggi siamo andati alla sede della Standard&Poor’s, una delle tre agenzie di rating che ogni giorno a tavolino danno voti a destra e a manca, valutano il debito degli Stati, intervengono per suggerire ulteriori tagli nelle manovre finanziarie: i loro giudizi hanno determinato il crollo dell’economia greca, scatenano le altalene delle borse.

Abbiamo occupato i suoi uffici, proprio nel giorno in cui l’ agenzia americana Moody’s deciderà se tagliare o meno il rating all’ Italia, per ribadire un’ altra volta che i responsabili di questa situazione sono le politiche neoliberiste: non siamo più disposti a pagare un debito che non abbiamo contratto a subire la crisi con politiche di austerity e precarietà di vita. Pagasse Berlusconi, pagasse Standards and Poor’s, pagasse chi si è arricchito in questi decenni, sfruttando il lavoro e la vita di milioni di persone: noi non possiamo piu’ pagare.

Mentre occupavamo gli uffici abbiamo ricaricato la nostra “Credici card” una carta che vanta ben oltre 30.000 euro di credito, cioè la parte di debito pubblico che fin dalla nascita ci viene appiopata. Vogliamo i nostri soldi quelli della generazione del debito e i soldi che in questi anni banchieri, truffatori,affaristi, strozzini governanti incompetenti ci hanno letteralmente sottratto.

Abbiamo appeso diversi striscioni dagli uffici ”You are the Piigs, You are the Junk” “Not our debt, drop the debt” e esposto diversi cartelli che rilanciavano l’antibamks and banksters day di domani.

Diamo appuntamento a tutti domani, il 17 Settembre: giornata di mobilitazione internazionale contro le banche, in oltre 20 città ci saranno piazze occupate e manifestazioni, anche noi saremo in piazza affari dalle 10 per dare vita ad un altra giornata dell’ indignazione con momenti culturali e di discussioni e non solo, non siamo più disposti a pagare il debito, il prezzo di questa crisi, della manovra dei tagli ai servizi e al welfare.