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Via Larga: un HouseProject per l’arte liberata [audio+foto]

Dallo stabile occupato da dieci giorni viene lanciata l’idea di uno spazio abitativo e artistico “underground” in cui far vivere progetti, stili di vita e pratiche “liberate”. Auto-intervista con uno degli occupanti.

23 Novembre 2011 - 15:26

dall’HouseProject di Via Larga

 

Nella via Larga si muove qualcosa. Sono passati 10 giorni dalla occupazione del 11.11.2011 e la situazione è abbastanza tranquilla. I ragazzi/e della Officina Tsunami resistono e stanno continuamente pulendo il posto per far spazio a loro progetti e loro laboratori. Lo stabile è immenso ed era una volta il deposito delle Poste Italiane, un “mostro architettonico”.

Dopo 3-4 occupazioni in una settimana si nota una grande voglia di autogestirsi in questa città, ma ci sono pochi spazzi per farlo senza aver i partiti appresso, racconta il ragazzo anonimo che vede lo spazio più come una delle “Houseproject” che si possono trovare a Berlino. Nel passato occupate e oggi legalizzate, le “Houseproject” ospitano migliaia di artisti da tutta l’Europa e, con un paio di Euro al giorno, simbolici per l’affitto, continuano ad essere autogestite.

Tutti possono partecipare al nuovo progetto della Officina Tsunami e rendere questo spazio collettivamente attivo.

Alla questione come andare avanti, come confrontarsi con un eventuale sgombero e come prepararsi ad un dialogo con il comune, c’è una via chiara da seguire, perchè i ragazzi/e di Via Larga non occupano per far passare il tempo o per il divertimento.

Autogestione, autoproduzione, underground sono le parole chiave degli occupanti per non fare parte “di un gioco limitato” perchè avere la libertà di sviluppare idee artistiche a Bologna è decisamente difficile. Ma è possibile che la città, fra le più conosciute come capitale dell’arte in Italia, non offra abbastanza ambiti di espressione creativa e culturale ai suoi cittadini?

La famiglia cresce ed è convinta di rimanere in Via Larga a realizzare la “Houseproject”. Con i vicini, le aziende intorno, non ci sono problemi anzi, dicevano che finche non distruggono niente possono rimanere.

Auto-intervista con uno degli occupanti:

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