“La crisi innescata da Ilip con la revoca dell’appalto, in maniera ritorsiva contro rivendicazioni sindacali sul giusto salario, ha adesso il silenzio-assenso delle istituzioni locali”, denuncia il sindacato di base dopo l’incontro di ieri a Palazzo Malvezzi.
Ieri ha avuto luogo una riunione in in Città metropolitana sulla vertenza della Ilip di Valsamoggia, nata con la rescissione da parte dell’azienda di materie plastiche del contratto con la cooperativa Cfp, dove lavoravano in appalto 80 persone, all’indomani del presidio del Si Cobas sotto Palazzo d’Accursio. Al tavolo Cfp, Si Cobas, amministrazioni comunali di Bologna e Valsamoggia, Regione. Ilip non ha partecipato all’incontro in Città metropolitana dicendo di aver già spiegato la propria posizione e di aver “già preso decisioni incontrovertibili relativamente all’internalizzazione del servizio prima affidato all’appalto Cfp”, come riporta una nota di Palazzo Malvezzi.
Dall’incontro non è giusta “nessuna risposta”, scrivono i Si Cobas, per gli 80 lavoratori “colpevoli di aver chiesto il rispetto integrale del contratto nazionale di categoria e di aver perso sulla lunga strada lastricata di cambi appalto a Ilip le loro anzianità lavorative”.
“L’incontro si è svolto online data l’assenza per ferie di tutti i dirigenti provinciali e regionali incaricati e sin dal suo esordio ha chiarito nelle parole di chi lo ha rappresentato che si trattava di un incontro informale”, e “senza risposta sono rimaste quasi tutte le domande che i rappresentanti del sindacato ponevano sulla drammatica vicenda. Telecamere spente e silenzio”.
Sull’assenza della Ilip “nessuno aveva alcunché da eccepire. Anzi veniva ritenuta positiva la scelta dell’internalizzazione anche se questa non passava per i lavoratori presenti da 15 anni / 20 anni in Ilip. Nessuno aveva nulla da eccepire sul fatto che al posto loro fossero chiamati nuovi lavoratori. Nessuno notava la pur esplicitata volontà di Ilip di buttar fuori questi lavoratori in conseguenza delle loro rivendicazioni. Il tavolo teneva inoltre a sottolineare che non trattandosi di crisi aziendale non fosse propriamente questo il perimetro di intervento del tavolo medesimo e che comunque la situazione era già monitorata dalla Prefettura. Si faceva quindi riferimento al fatto che vi era stato un impegno di Cfp a ricollocare i lavoratori nel mentre la stessa cooperativa interveniva esplicitando che” a Valsamoggia, dove ha sede lo stabilimento e “molti lavoratori si sono stabiliti” la cooperativa “non aveva più alcun cantiere, pertanto i lavoratori sarebbero stati contattati per eventuali altri posti sul territorio emiliano verso Modena o Reggio Emilia. Il sindacato chiedeva cosa sarebbe successo se parte di quei lavoratori non fosse stato in grado di accettare le domande di trasferimento e Cfp rispondeva senza mezzi termini, colpevolizzando i lavoratori per l’eventuale impossibilità, che certo non si sarebbe tenuta in pancia dei lavoratori che non volevano lavorare. Il sindacato richiedeva alle istituzioni se avessero inteso cercare di sensibilizzare Ilip a una soluzione e se nel frattempo potessero essere attivati ammortizzatori sociali (cig) che garantissero materialmente i lavoratori che non hanno nemmeno più ferie a disposizione (venendo usate durante l’anno in coincidenza con la chiusura per manutenzione degli impianti Ilip). Le Istituzioni rimanevano silenti, Cfp negava con fermezza qualsiasi possibilità di questo senza nemmeno sentire il dovere di spiegarsi. Il sindaco di Valsamoggia alla richiesta di attivazione di un canale di attenzione per i lavoratori e alle loro famiglie rispondeva formalmente che gli stessi avrebbero dovuto seguire gli ordinari canali di attivazione dei servizi sociali. Nel frattempo domani (oggi, ndr) scadrà il termine dichiarato dalla Prefettura per la ricollocazione dei lavoratori, senza che sia stata avanzata alcuna proposta concreta da parte della cooperativa Cfp circa le possibili ricollocazioni”.
Concludono i Si Cobas: “La crisi sociale innescata da Ilip e sostenuta da Confindustria con la revoca dell’appalto, in maniera ritorsiva contro rivendicazioni sindacali sul giusto salario, ha adesso il silenzio-assenso delle istituzioni locali” e “davanti ai cancelli dell’azienda, mentre si svolgeva la riunione venivano inviate diverse decine di agenti del reparto Celere in assetto antisommossa. Così si apre sul nostro territorio la campagna elettorale raccogliendo l’indicazione di non rimanere troppo a sinistra e pensare ai lavoratori. Ora l’unica strada che resta percorribile è quella della lotta e della solidarietà . Seguiranno aggiornamenti”.