I ricercatori della facoltà continueranno ad astenersi dalle lezioni, in attesa di constatare quali modifiche verranno fatte alla camera al ddl Gelmini.
Nonostante l’appello a tornare in cattedra del rettore Dionigi continuaranno a darsi indisponibili agli «incarichi didattici, poichè i presupposti che l’hanno motivata non risultano mutati». I ricercatori «accolgono con favore il rinvio al 14 ottobre della discussione in aula» del ddl Gelmini, si legge in un comunicato diffuso dopo l’assemblea di facoltà di ieri, ma non basta: senza «che i segnali che giungono dal Parlamento indichino una reale volontà di modificare il discutibile impianto attuale della proposta di legge, i ricercatori mobilitati si asterranno quindi dalle lezioni nelle prossime settimane, in attesa della discussione degli emendamenti, invitando i colleghi ricercatori delle altre Facoltà a fare altrettanto», prosegue la nota, in cui si invitano inoltre «gli studenti, i dottorandi, gli assegnisti ed i colleghi docenti ad appoggiare la mobilitazione»
Correlati
- «Senza ricerca il futuro non comincia»
- Riparte il movimento della rivolta di Roma, il 27 gennaio sarà «sciopero metropolitano»
- Università, Dionigi conferma: niente crumiri
- Ateneo, ok del Senato al rinvio delle lezioni. «Poi però basta proteste, eh»
- Dionigi proporrà il rinvio dell’inizio dell’anno accademico al 5 ottobre
- Università, blitz in CdA contro l’applicazione del ddl Gelmini [foto]
- Dal Copernico Occupato: «Avanti insieme a precari, migranti, disoccupati»