Anche sotto le due Torri riecheggia il “grido di lotta delle compagne cilene” rilanciato da Non Una Di Meno “contro il carattere patriarcale della violenza esercitata dal governo di Piñera e dal sistema neoliberista”.
Un violador en tu camino, il “grido di lotta delle compagne cilene”, ha risuonato oggi anche nel centro di Bologna, in piazza del Nettuno. E’ il nodo cittadino di Non Una di Meno ad aver chiamato “tutte le donne e le soggettività dissidenti a unirsi all’azione contro lo stupro e la violenza patriarcale ideata dal collettivo femminista Lastesis”, per prendere parte all’iniziativa “esplosa il 25 novembre in Cile” e che è poi diventata “boato in tutto il mondo”. In tante questo pomeriggio, con veli neri attorno agli occhi e i pañuelos – simbolo delle lotte transfemministe – legati a colli e braccia, hanno mosso i propri corpi e intonato all’unisono i versi ideati dalle attiviste cilene, parzialmente riadattati dalla rete bolognese così come sta accadendo in tante altre città in Italia e nel mondo in questi giorni.
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> Questi i versi intonati dalle attiviste:
Il patriarcato è un magistrato
E ci giudica impunito
Il nostro castigo
È la violenza che io vivo
Femminicidio
Impunità per l’assassino
È la violenza
È lo stupro
E la colpa non è mia
Di dove andavo
Di come vestivo
L’assassino sei tu
Lo stupratore sei tu
Gli sbirri
I giudici
Lo stato
La chiesa
E lo stato oppressore
È un maschio stupratore
L’assassino sei tu
Lo stupratore sei tu
“Vogliamo far sentire – aveva scritto la rete transfemminista di Bologna su Facebook nel lanciare il flashmob – tutta la nostra complicità, solidarietà e sorellanza a coloro che in Cile si stanno ribellando contro il carattere patriarcale della violenza esercitata dal governo di Piñera e dal sistema neoliberista. Sappiamo bene che lo stupro è troppo spesso utilizzato come arma di guerra, come strumento di repressione e disciplinamento per zittire chi lotta e chi contesta l’ordine esistente. Il popolo cileno si sta mobilitando in massicce proteste contro il governo di Sebastian Piñera e il sistema neoliberista che governa il Cile da oltre 40 anni. La repressione studentesca è stata brutale e l’intera città è scesa in piazza. La risposta governativa è stata la dichiarazione dello stato di emergenza, che ha portato in strada militari e polizia e sancito il coprifuoco”.
Per le attiviste “la violenza patriarcale è sistemica e si riproduce globalmente attraverso forme di repressione e sfruttamento e nelle diverse condizioni politiche, materiali e sociali. Da quattro anni, Non Una di Meno lotta contro la violenza maschile, che abbiamo definito strutturale e globale, e nel grido delle donne e dissidentx cilenx ritroviamo tutta la nostra rabbia, perché l’oppressione non ha confini e nemmeno la rivolta! Vogliamo che tutt* quell* che sono stat* rimess* al proprio posto, che non hanno avuto o non hanno ancora voce, possano ritrovarsi in un urlo di liberazione collettivo e globale che addita i responsabili. Vogliamo che tutt* quell* che rifiutano di vivere sulla propria pelle l’oppressione del patriarcato si uniscano a noi con il proprio corpo, la propria voce, la propria rabbia e la propria determinazione”.