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Tre giorni di “campeggio di lotta” in Filippo Re

Dal 14 al 16 settembre. Intanto, dopo lo sgombero di Hobo, la zona si è riempita di scritte contro l’Alma Mater e il Rettore. Il collettivo: “Stop Bombing University”.

29 Agosto 2014 - 18:30

StopBombingUniversity: scritte e campeggio di lotta a Filippo Re

stQuesta mattina il campus di Filippo Re si è svegliato con i suoi muri che gridano rabbia e promettono vendetta: “Stop Bombing University”, “Dionigi Re-ttore UniMafia”, “Hobo vive e si moltiplica”. Ed è solo l’inizio. Del resto, non c’è bisogno di un meteorologo per sapere da che parte soffia il vento. E, dicono i wheatermen, dopo un’estate piovosa è previsto un autunno molto caldo…

I saperi e la formazione sono da tempo sotto l’attacco dei processi di aziendalizzazione, dei governi, dei baroni. In Italia i tagli continui, la dequalificazione dei programmi didattici, la precarizzazione dilagante e il declassamento strutturale, hanno ormai smantellato l’università, asservendola alla logica del mercato e agli interessi parassitari di una casta feudale. Hanno fatto un deserto e la chiamano università. È una guerra quella che viene condotta contro giovani, studenti e lavoratori, per abbassarne le aspettative sulla qualità della vita, per far loro inghiottire un presente di miseria e rinunciare a un futuro differente. Quella che ancora chiamano università, serve ormai a formare l’accettazione per un destino di sfruttamento, precarietà e lavoro gratuito: don’t be choosy, bamboccione! E poi ci parlano di meritocrazia…
Lo sgombero dello spazio occupato di Hobo nei giardini di via Filippo Re è una metafora concreta di questo stato di guerra a bassa intensità contro il sapere vivo. Pur di tentare di chiudere gli spazi di autorganizzazione, il Re-ttore Dionigi e la sua corte dei miracoli sono pronti a distruggere edifici e dipartimenti, rubare materiali e chiudere aule studio, produrre macerie per mezzo di macerie. Ma tra queste polverose rovine il sapere è vivo e rifiuta di baciare le mani alla mafia dei baroni. Per questo quotidianamente lottiamo contro un sistema che si alimenta continuamente della guerra: quella nel senso letterale, con le migliaia di morti palestinesi causati dall’infame aggressione di Israele, potenza militare alimentata anche dalle ricerche di molte università aziendali; quella condotta, nel nome dell’austerity e dell’1%, contro il presente e il futuro di milioni di giovani, precari e disoccupati. In un caso e nell’altro, il business della ricostruzione di ciò che viene raso al suolo genera profitti per le tasche di chi detiene il potere.
Per tutto questo convochiamo tre giorni di campeggio di lotta nel campus di via Filippo Re, da domenica 14 a martedì 16 settembre, per produrre saperi, riappropriarci di spazi, costruire autonomia. Non solo per rispondere allo sgombero, ma innanzitutto per cominciare a riscaldare l’autunno. Dove loro distruggono noi costruiamo, riempiendo quelle giornate di assemblee, dibattiti, iniziative artistiche e musicali, socialità, tornei di calcetto,…e iniziative di lotta!

Invitiamo da subito le tante realtà che hanno espresso solidarietà, gli studenti e i precari, i protagonisti delle lotte territoriali (dalla Coopservice alla logistica, dalle occupazioni di case ai conflitti sul lavoro) a partecipare e costruire collettivamente quelle giornate. Qua non si tratta solo di difendere uno spazio: c’è un’intera università da conquistare!

Voi baroni invece, solo chiacchiere ed ermellini, non dimenticatelo mai: chi semina distruzione, raccoglie resistenza.

Hobo – Laboratorio dei saperi comuni