Su 453 campioni analizzati 41 sono risultati positivi per la presenza della fibra, segnala l’Osservatorio nazionale amianto (Ona), che avverte: “C’è ancora molto da bonificar, prima di tutto nelle scuole, negli ospedali e nella rete idrica”.
Nelle province di Bologna e Modena esistono ancora 28 acquedotti con tubi contenenti amianto, a servizio di 134 Comuni. Su 453 campioni analizzati, 41 sono risultati positivi per la presenza della fibra killer. Ecco alcuni dei dati forniti dall’Osservatorio nazionale Amianto (Ona), che ricorda come dal 2014 sono state eseguite bonifiche sulle condotte dell’acquedotto di Bologna e di Carpi, dove i lavori sono terminati nel 2021 con la sostituzione di 15 chilometri di condutture in cemento-amianto. Però “c’è ancora molto da bonificare- avverte l’Osservatorio- prima di tutto nelle scuole, negli ospedali e nella rete idrica. Ed è per questo motivo che è necessario attuare l’obbligo di protezione dei lavoratori, compresi quelli che lavorano nella ristrutturazione degli acquedotti”. Rispetto al passato “abbiamo dati più solidi per quanto riguarda il ruolo dell’amianto nella genesi dei tumori delle vie biliari- spiega Giovanni Brandi, professore associato in Oncologia medica dell’Alma Mater di Bologna e responsabile del programma ‘Tumori epato-biliari e pancreatici’ del Policlinico Sant’Orsola- negli ultimi tempi si è riusciti a trovare grandi quantità di fibre di amianto nel fegato, sia dei pazienti con questo tumore, sia nelle persone sane che vivono in aree altamente esposte. Grazie a ulteriori studi, tra i quali uno che pubblicheremo a breve, ci si convince sempre di più della non innocenza delle fibre di amianto ingerite con le acque”.
Secondo i dati dell’osservatorio, nel frattempo, in Emilia-Romagna la media dei casi di mesotelioma è in aumento: 82 all’anno tra il 1997-2001; 113 dal 2002 al 2006; 131 tra il 2007 e il 2011; 150 dal 2012 al 2016; 151 tra il 2017 e il 2021. Nel complesso, dal 1996 a oggi in regione si contano 3.274 casi di mesotelioma da amianto, con un indice di mortalità del 93% in cinque anni e un totale di 3.045 decessi. Si registrano inoltre 6.548 casi di tumore del polmone, 1.200 di asbestosi e migliaia di altre neoplasie, “per un’incidenza complessiva pari a 10.887 decessi”. Se poi si aggiungono altre malattie asbesto correlate, come il tumore della laringe, della faringe, dell’esofago, dello stomaco, del colon retto, delle ovaie e del fegato, tra cui il colangiocarcinoma, “si va ben oltre gli 11.000 casi”, calcola l’Osservatorio.