In vista della votazione in Senato, il Laboratorio per lo sciopero sociale dà appuntamento per mercoledì 3 dicembre alle 17 sotto le Due torri: “In lotta contro la precarizzazione”. In piazza anche Usb e Ross@.
Siamo le strikers e gli strikers – precarie, studenti, migranti, lavoratori dipendenti, disoccupate, tirocinanti e stagisti – che il 14 novembre hanno realizzato il primo esperimento di sciopero sociale per dire basta alla precarietà e allo sfruttamento. Il 3 dicembre, quando il Senato voterà il Jobs Act, torneremo a farci sentire contro chi pensa di decidere del nostro futuro con un “Act”, o che chiama “Jobs” quello che noi chiamiamo precarietà, contro chi pensa che se lo dici in inglese fa meno male e allora se sei disoccupato ti serve una start up. Noi il linguaggio della precarizzazione lo conosciamo benissimo. Sappiamo cosa si nasconde dietro i nomi pop e le camicie bianche di un governo che chiude gli occhi di fronte a chi lotta e a chi sciopera, dal (non)lavoro e persino dalle urne. Non stiamo a questo gioco perché non abbiamo niente da difendere, ma tutto da conquistare.
Domani, quando il Senato voterà senza scrupoli il Jobs Act, noi strikers ci faremo ancora vedere perché per noi batte il tempo dello sciopero sociale, della lotta contro le politiche di precarizzazione per riprenderci il futuro, dell’organizzazione di chi subisce quelle misure sulla propria pelle. A Roma saremo di fronte al Senato perché ci sentano forte e chiaro, mentre in molte altre città organizzeremo iniziative per ribadire quello che vogliamo: un salario minimo europeo, un reddito e un welfare europei e la fine del lavoro gratuito! Anche a Bologna ci faremo vedere, perché noi siamo ovunque e diciamo al governo che non ci fermeremo: se loro accelerano sull’approvazione, noi non resteremo indietro, perché a correre siamo sicuramente più abituati.
Stop Jobs Act! Salario minimo e reddito europei, basta lavoro gratuito! #3D #stopjobsact
Mercoledì 3 dicembre, ore 17, Piazza Ravegnana (sotto le due Torri)
Laboratorio per lo sciopero sociale
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Dopo la conferma dell’Unione Europea e l’approvazione definitiva alla camera, la riforma del lavoro, il Jobs Act, andrà in aula del senato martedì 2 dicembre. La discussione e il voto finale sono previsti, molto probabilmente, per mercoledì 3 dicembre. La discussione, oltre alla conferma del contratto a tutele crescenti e al demansionamento, verterà ancora una volta su ciò che rimane dell’articolo 18, già attaccato duramente e svuotato dalla riforma Fornero e, in particolar modo, sull’abolizione del diritto al reintegro per tutti i lavoratori nuovi assunti. Si tratta, dunque, dell’abolizione di tutte quelle norme che consentono ai giudici di imporre il reintegro di un lavoratore licenziato.
Così come passerà al senato il voto di fiducia sulla legge di stabilità che prevede pesanti tagli agli enti locali; la franchigia alle imprese dal pagamento dell’Irap che sino ad oggi rappresenta l’unica imposta che serve a finanziare il servizio sanitario nazionale; la decontribuzione per le aziende sulle nuove assunzioni che pagherà lo stato, e dunque tutti i cittadini; l’avvio della sperimentazione dell’anticipo in busta paga del Tfr la cui conseguenza sarà l’aumento delle tasse per i lavoratori che aderiranno, un guadagno per le banche che anticiperanno per conto delle imprese e che in mancanza di restituzione da parte delle stesse potranno avvalersi sull’Inps.
Ancora una volta una manovra volta ad arricchire banche e imprese e a svuotare il portafogli dei lavoratori e dello stato. Usb, che anche su questi temi ha costruito lo Sciopero Generale del 24 Ottobre scorso e partecipato alle mobilitazioni del 14 novembre, invita tutte le lavoratrici ed i lavoratori a manifestare in ogni città. A Bologna, l’Usb invita tutta la cittadinanza ad unirsi alle lavoratrici ed ai lavoratori al presidio di protesta del 03 dicembre, alle ore 17 sotto Palazzo D’Accursio.
Usb
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Ross@ invita tutti gli attivisti sindacali, sociali e politici a mobilitarsi mercoledì 3 dicembre in occasione della discussione in Senato sul Jobs Act voluto dalla Troika europea, dalla Confindustria e dal governo Renzi. Il Jobs Act rappresenta la vendetta di classe di chi da anni persegue l’obiettivo di rendere più facili i licenziamenti, ridurre le tutele e rendere e più precario il lavoro.
Preoccupato dalle mobilitazioni sociali e sindacali che hanno espresso in queste settimane un no chiaro e tondo al Jobs Act, il governo ha deciso di anticipare la votazione in Senato e, cosa ancor più grave, intende mettere la fiducia su un provvedimento che dà una delega in bianco al governo sui suoi contenuti. In pratica i senatori dovranno dire si o no ad una legge che viene consegnata al solo l’esecutivo: E’ una prassi gravissima da ogni punto di vista, sia per i contenuti che per il metodo adottato.
Mercoledì 3 dicembre le forze che hanno dato vita agli scioperi di queste settimane – dal 24 ottobre allo sciopero sociale del 14 novembre – hanno convocato sin dalla mattinata di mercoledì una mobilitazione per “sfiduciare in piazza” il governo Renzi e invitare i senatori a votare contro un provvedimento che non combatte certo la disoccupazione ma rende solo i lavoratori più deboli e precari. Il momento della mobilitazione è adesso.
Ross-a Bologna