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Torino / ”Splende il sole, batte il cuore” della marea NoTav [foto + audio]

Un grandissimo corteo, partecipato da almeno 70.000 persone per riaffermare il No alla Tav Torino-Lione: “E’ il futuro che vogliamo e per cui da 30 anni lottiamo, e siamo veramente in tanti a volerlo”.

09 Dicembre 2018 - 15:13

Ancora un otto dicembre, come fu quello del 2005 a Venaus, e come fu quello del 1943 nelle montagne sopra Torino, “giorno del giuramento dei partigiani in Val di Susa, per la lotta e per la resistenza al fascismo e al nazismo”. Un otto dicembre “particolare” quello di ieri, dicono gli organizzatori ai microfoni del furgone che ha aperto il lunghissimo corteo che ha attraversato le strade di Torino. Erano infatti almeno 70.000 le persone che hanno manifestato per affermare ancora, di nuovo e sempre il proprio chiaro “No” alla linea ferroviaria di alta velocità Torino-Lione. Una “giornata storica – così si leggeva sul sito No Tav Info alla fine della manifestazione – la giornata che verrà ricordata per essere la più grande manifestazione notav a Torino”. Una giornata particolare perchè “la piazza del 10 novembre”, quella della farsesca manifestazione a favore della Tav, “ci aveva lanciato la sfida e un coro di tifosi (dai giornali ai politici) ha continuato a sostenere che quella piazza era la novità e che aveva cambiato il corso della storia sulla Torino Lione. Ah si? – dicono i No Tav – Allora adesso fate i conti con questa di manifestazione, una delle tante che abbiamo fatto in tutti questi anni, ma tra le più importanti e in una delle date che per noi ha un enorme valore. 70.000 e sicuramente di più hanno scelto di essere oggi a Torino per rafforzare il nostro lungo NOTAV e dimostrare chiaramente quale sia il futuro che vogliamo per la nostra Valle e per il nostro Paese: un futuro di sviluppo consapevole dove la priorità sarà sempre data ai bisogni collettivi”.

>Guarda le fotografie raccolte dai nostri inviati a Torino (l’articolo prosegue sotto):

Manifestazione No Tav, Torino 8/12/2018

Fra gli interventi che si sono succeduti al microfono, molto significativo quello di Non Una Di Meno: “La battaglia contro il Tav ha da tempo superato i confini della Val di Susa, e della sola contrarietà al treno, per arrivare a mettere in discussione l’attuale modello di sviluppo e il sistema delle grandi opere. Questo movimento è diventato un importante spazio di sperimentazione di un modo altro di decidere sui territori, sull’uso delle risorse, e sulle proprie vite”. Infatti “l’idea di progresso che ci propone chi vorrebbe il Tav è miope e mortifera, al contrario il movimento No Tav guarda al futuro per sperimentare un modello di sviluppo radicalmente diverso e sostenibile. Le donne, più esposte alla crisi e ai tagli al welfare ma anche maggiormente connesse alle reti locali di solidarietà dei territori, sono state le protagoniste delle lotte di resistenza in tutto il globo negli ultimi anni, ponendo la liberazione delle donne come imprescindibile per un reale processo di liberazione collettivo. In Val di Susa sono state le donne fra le prime a creare le reti No Tav, con un movimento intergenerazionale: per Non Una Di Meno le attiviste No Tav sono delle compagne di lotta”.

>Ascolta l’audio dell’intervento di Non Una Di Meno (l’articolo prosegue sotto):

Da segnalare, tra le voci sentite dai microfoni del furgone di apertura, la lettura di una lettera scritta da due giovani donne, che hanno voluto raccontare con le loro parole la condizione di coloro che oggi hanno circa trent’anni: “Siamo cresciuti sentendo parlare di Tav, abbiamo assistito alla costante negazione di un vero confronto politico e all’imposizione di un’opera inutile e dannosa. Nel 2005 eravamo a Venaus, poco più che maggiorenni, siamo diventati grandi pensando che il futuro andasse difeso dalla precarietà. Siamo la generazione del ‘non ancora’ e del ‘troppo presto’, troppo giovani per costruire un progetto di vita duraturo, troppo grandi per rimandare ancora. Siamo qui oggi a rivendicare con forza il diritto di vedere riconosciute le nostre esigenze, ma ci viene negato da un sistema economico che ci vuole precari. Siamo stufi di essere sfruttati e sottopagati. Abbiamo assistito alla distruzione del welfare pubblico, defraudato, tagliato, senza che vi fosse mai la volontà vera di investire. Le nostre competenze non interessano a nessuno, ci vogliono solo come schiavi ubbidenti, e invece noi saremo oggi come allora i ‘ribelli della montagna’. Il Tav è il simbolo più ambito dei nostri nemici: ma il tempo di queste fregnacce è finito, questo treno che voi immaginate non passerà mai da quella valle, perchè le nostre vite valgono più di cinque euro all’ora! C’eravamo, ci siamo e ci saremo. Avanti No Tav!”

>Ascolta l’audio della lettura della lettera (l’articolo prosegue sotto):

Ancora dal comunicato pubblicato da No Tav info, gli organizzatori tirano quindi le fila della importante giornata di ieri con queste parole: “Fermiamo la Torino Lione, un’opera inutile e dannosa, e investiamo nell’esistente, in tema di trasporti, e in tutto quello che porta sicurezza vera al nostro Paese: scuola, cura del territorio, sanità, welfare. E’ possibile e non è un sogno da retrogradi. E’ il futuro che vogliamo e per cui da 30 anni lottiamo, oggi con una consapevolezza in più, che siamo veramente in tanti a volerlo!”