Nella richiesta di incidente probatorio, il pm ipotizza un violentissimo pestaggio di Stefano Cucchi e una strategia scientificamente orchestrata per allontanare i sospetti dai carabinieri che lo arrestarono.
Indagato un maresciallo e altri due militari. Dal processo d’appello l’esortazione dei giudici a mettere sotto la lente l'operato degli uomini dell’Arma.
Secondo le prime indagini, sarebbe stata la violenza di tre uomini della task-force della polizia municipale nel prenderlo in custodia per un Tso a causare il decesso del 45enne Andrea Soldi.
Confermata la (mite) pena all’agente di polizia penitenziaria che disse al 44enne, in carcere per aver coltivato erba, di "non rompere il c..." chiedendo un dottore. Il detenuto morì nella notte.
Rinvio a giudizio per i militari che avrebbero provocato la morte per asfissia del 40enne e per i soccorritori che non avrebbero capito la gravità.
Nelle motivazioni della controversa sentenza che aveva assolto tutti si chiede di riaprire le indagini perché è innegabile che Stefano sia stato pestato.
Caso Cucchi, dopo l’epilogo del processo una fiaccolata sotto al Csm nello stesso luogo delle cariche agli operai di Terni.
A seguito della denuncia presentata dai familiari di Stefano. Domani fiaccolata: "Iniziamo ad accendere una luce su quel buio". A promuoverla un disegno di Zerocalcare.
Le realtà di movimento prendono posizione dopo la condanna di Teo, gli strali della politica di palazzo sul corteo di sabato e i domiciliari scattati per Angelo del Cua.
Sei agenti e due carabinieri a giudizio per omicidio preterintenzionale, ieri la prima udienza. In aula Acad ma anche il Sap, quello degli applausi agli assassini di Aldrovandi.
Al via il processo d’appello. Il Pg chiede due anni di carcere per i secondini. Le loro violenze, tuttavia, non avrebbero relazione con la morte, colpa di medici e infermieri.
Il movimento di lotta per la casa smonta la versione ufficiale sul caso di un diciottenne nigeriano precipitato da cinque piani: "Era solo con il poliziotto che lo inseguiva".
