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Sgombero di via Irnerio, quattro condanne per resistenza [audio]

Asia-Usb oggi in conferenza stampa con Cambiare Rotta: “Sentenza non ci fermerà nelle battaglie per il diritto all’abitare. E’ attacco a chi ha lottato per un modello di città differente”. E sull’occupazione dell’alloggio Acer di via Zampieri 13: “Non abbiamo intenzione di lasciarla fino a quando non si procederà con l’assegnazione dello sfitto”.

20 Ottobre 2021 - 19:54

Oggi “abbiamo ricevuto la condanna per i fatti avvenuti in occasione dello sgombero dell’occupazione abitativa di Via Irnerio 13 a Bologna, attuato il 3 maggio del 2016. Il giudice ha condannato ad 8 mesi quattro compagni per resistenza a pubblico ufficiale. Il Tribunale dunque accoglie parzialmente l’istanza dell’accusa che aveva richiesto pene di 8 mesi per 10 compagni, alcuni accusati di aver occupato lo stabile, altri per resistenza e un altro ancora per manifestazione non autorizzata”. Così Asia-Usb in un comunicato diffuso in giornata, firmato anche da Cambiare Rotta. Attiviste e attivisti del sindacato per il diritto all’abitare e dell’organizzazione giovanile hanno infatti tenuto una conferenza stampa davanti all’ingresso dell’alloggio di via Zampieri 13, occupato lo scorso 11 ottobre in occasione dello sciopero generale del sindacalismo di base, proprio dalle due sigle. “Certo – continua il comunicato – siamo contenti per i compagni assolti, ma non possiamo nascondere la nostra rabbia nel vedere condannati compagni e solidali per asserita resistenza, quando le dinamiche di quella giornata sono ben riscontrabili dai numerosi video di quel giorno, che hanno visto violentissime e numerose cariche a freddo. L’occupazione di via Irnerio13, organizzata da Asia-Usb, è durata 3 anni e ha dato un tetto ad oltre 60 persone di cui 15 minori. Ha rappresentato una delle più longeve denunce di come le istituzioni pubbliche abbiano abbandonato il diritto all’abitare, garantendo piuttosto gli interessi del mercato privato che speculano e imperano sui bisogni pubblici. Ha rappresentato anche un ponte tra le istanze sociali/sindacali e quelle politiche: all’interno dell’occupazione – al Terzo Piano – è nata anche Noi Restiamo, ora Cambiare Rotta, che da qui ha iniziato un percorso estesosi a tutti i piani della condizione giovanile: dalla questione della casa e degli alloggi, fino all’università e al precario mondo del lavoro, ha permesso di individuare la cornice di crisi di prospettive che questo sistema offre alle giovani generazioni”.

Attiviste e attivisti per il diritto alla casa spiegano che “questa sentenza, a cui sicuramente faremo appello, non ci fermerà nelle nostre battaglie. Questo processo infatti vede come condannati non solo gli attivisti, ma anche i solidali, attaccando così quella parte di città che direttamente o indirettamente ha lottato per un modello di città differente da quello sostenuto e portato avanti dalle istituzioni, anche tramite le pratiche di lotta come le occupazioni abitative per rivendicare diritti basilari per tutte e tutti. Se negli ultimi anni la forte emergenza abitativa è stata affrontata solo con criminalizzazione e repressione, non mettendo un campo nessuna soluzione concreta, oggi l’emergenza abitativa non solo è rimasta, ma si è acuita con la crisi sociale ed economica che stiamo attraversando, dimostrando come nulla sia cambiato in questi cinque anni nell’approccio a questo tema da parte delle istituzioni. Gli sfratti sono ripresi e aumenteranno, con migliaia di famiglie che, a fronte di lavori precari e sottopagati, non possono permettersi gli affitti del mercato privato di questa città. Le case popolari, che dovrebbero essere garanzia per il diritto alla casa, vengono invece lasciate all’abbandono, con centinaia di appartamenti sfitti e liste infinite per le assegnazioni. Mentre amministrazioni e tribunali cercano di criminalizzare, processare e reprimere chi lotta per il diritto all’abitare e i diritti sociali, vedendo nelle nostre rivendicazioni una grave condotta da punire, noi continueremo ad organizzarci insieme a tutti quelli che subiscono condizioni di sfruttamento e precarietà”.

“Siamo convinti più che mai – si legge ancora nel comunicato – che sia necessario continuare e rilanciare quelle pratiche di lotta e organizzazione che ci appartengono, per imporre la centralità del diritto alla casa contro istituzioni capaci solo di portarci a processo e fare tante promesse che nei fatti si dimostrano solo belle parole. Non è un caso infatti che la conferenza stampa di oggi sia stata convocata proprio in via Zampieri 13, in cui è stato occupato da Asia-Usb un alloggio Acer il giorno dello sciopero generale l’11 ottobre e che non abbiamo intenzione di lasciare fino a quando non si procederà con l’assegnazione dello sfitto. Questa occupazione è in perfetta continuità con i nostri percorsi di lotta portati avanti negli anni, e non sarà di certo l’ennesima misura repressiva a fermarci. Ieri come oggi, troppe case vuote e troppa gente senza casa. È tempo di invertire la rotta!”.

> Ascolta l’audio della conferenza stampa: