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Servono posti per i pazienti covid-19: cosa fa la sanità privata?

“Non possiamo accettare che le case di cura si mettano a disposizione solo per chi non ha il coronavirus. Perchè noi abbiamo bisogno anche di quelli. Vorremmo evitare di assumere strumenti impositivi”, ha dichiarato la Regione Emilia-Romagna.

14 Marzo 2020 - 17:57

Con il sistema pubblico in piena emergenza (quella nella foto è una tenda per il triage per i pazienti con sospetto covid-19 allestita davanti al Sant’Orsola), le strutture sanitarie private dell’Emilia-Romagna fino a questo punto hanno resistito alla necessità di ospitare pazienti positivi al coronavirus. Lo si capisce da alcune dichiarazioni rilasciate ieri dal dal commissario regionale Sergio Venturi: “Non possiamo accettare che le case di cura si mettano a disposizione solo per pazienti che non hanno il coronavirus. Perchè noi abbiamo bisogno anche di quelli. Vorremmo evitare di assumere strumenti impositivi”. Proprio ieri, a Piacenza, sono stati attivati due nuovi ospedali-covid tramite la collaborazione con due strutture private, ma a giudicare dalle parole di Venturi il tema in generale si è dimostrato più complesso di quanto previsto: “Come Regione non possiamo accettare che le case di cura ci diano disponibilità solo per altri pazienti, i direttori generali hanno il mandato di stipulare accordi per ospitare non solo pazienti con altre patologie, ma persone positive al covid-19. Vorremmo vivamente evitare strumenti impositivi ma quando lanciamo un grido di dolore, abbiamo bisogno di tutti. Anche il privato, quando collabora col servizio sanitario, fa un servizio pubblico. In questa regione abbiamo un sistema unico e abbiamo sempre avuto un rapporto di collaborazione col privato. Credo che lo vogliamo mantenere così”.

Una correzione di rotta sembra arrivare oggi dall’Associazione italiana di ospedalità privata (Aiop) regionale: “Continueremo a garantire cure e assistenza ai pazienti ordinari ma siamo pronti ad organizzare le nostre strutture per ospitare anche i pazienti positivi al coronavirus”, la collaborazione sarà definita da un Piano regionale a cui si sta lavorando in queste ore, “non conosciamo ancora i dettagli e attendiamo di incontrarci con i vertici regionali per conoscere bene il nostro ruolo”. A leggere quanto sostiene la Regione e quello che dice l’Aiop, una cosa è certa: su un tema così delicato, non sembra esserci grande chiarezza.