Iniziativa lanciata dal Cesp di Bologna dopo il convegno sulla “didattica resistente” della settimana scorsa. Un’altra campagna che si intende mettere in campo prende di mira la “povertà culturale” dei test Invalsi.
Il convegno sulla Didattica resistente si è svolto sabato scorso a Bologna con il contributo di circa 120 partecipanti. Al mattino hanno parlato i cinque relatori previsti, nel pomeriggio ci siamo suddivisi in tre gruppi dove i lavori sono continuati in modo dialogico e coinvolgendo un alto numero di presenti. Al termine ci si è ritrovati tutti insieme per un confronto unitario.
Difficile dare conto della ricchezza della discussione e della pluralità delle posizioni, indici sicuri del forte interesse e dell’assenza di ritualità e retorica. Sicuramente sono tematiche su cui continueremo a confrontarci e, se possibile, a farlo coinvolgendo in ulteriori iniziative più insegnanti possibile.
Dal convegno usciamo quindi con la convinzione che sia importante mettere in rete e valorizzare le esperienze di didattica che – pur nelle condizioni mutilanti delle recenti riforme – ancora si producono nella scuola elementare italiana.
Inoltre abbiamo individuato tre ambiti cruciali in cui affiancare alle altre lotte anche un percorso di conflitto culturale da organizzare fin dai prossimi giorni:
La povertà culturale delle prove Invalsi
L’analisi culturale che Adriana Presentini ha fatto con la sua classe seconda, di una delle prove invalsi, mostra con evidenza l’impoverimento culturale cui vorrebbero ridurre la scuola, e all’opposto indica la ricchezza di idee e di stimoli che emergono da una didattica dialogica. Per questo proponiamo agli insegnanti che condividono queste premesse di compiere lo stesso percorso nella loro classe. Entro la prossima settimana metteremo sul sito alcune prove degli anni passati, relative ai vari livelli di scuola, su cui concentrare gli sforzi. Vorremmo raccogliere i risultati delle discussioni, da presentare alla stampa la settimana prima delle prove Invalsi di quest’anno, in modo da contribuire a fornire ulteriori elementi qualitativi alla campagna di opposizione alle prove. I riferimenti metodologici sono quelli della discussione filosofica in classe desumibili nel lavoro di Adriana o anche nei testi di Sergio Viti.
Smettiamo di dare i voti
La reintroduzione dei voti nella scuola elementare ci vede unanimemente contrari. Le motivazioni emergono dai materiali del convegno. La maggior parte di noi non li usa durante la pratica scolastica se non nell’assolvimento burocratico della scheda di valutazione. Però molti insegnanti hanno ripreso a usarli in maniera massiccia, peggiorando la relazione didattica e favorendo una competizione assurda. Abbiamo deciso di lanciare per il prossimo mese di aprile il MESE DEL NON VOTO, una campagna per una didattica intelligente. L’obiettivo è far provare a colleghi e a genitori (e bambini/e) l’esperienza di una motivazione costruita sulla qualità della didattica e non sulla minaccia della sanzione.
Costruiamo noi i percorsi didattici, mettiamo in rete le esperienze didattiche, ripartiamo dai bambini e dai loro contesti, rilanciamo l’adozione alternativa
L’intento è di costruire di qui a due anni, quando la delirante norma Gelmini permetterà di fare nuovamente l’adozione dei libri di testo, una rete di promozione della didattica cooperativa e costruita sul contesto dei bambini, continuando a mettere in rete le esperienze copyleft e iniziando un percorso di allargamento dell’area di abbandono dei testi tradizionali.
Infine, abbiamo deciso di stampare i materiali preparatori del convegno (che comunque sono copyleft nella pagina web dedicata) perché ci pareva che la qualità generale fosse alta e quindi che i libri potessero risultare utili ad ampliare l’area della didattica resistente. Il costo è molto basso (3 euro) e quindi chi volesse diffonderli o regalarli a colleghe/i, genitori e amici, ci segnali quante copie desidera e gliele spediremo. Per il Cesp-bo, come nelle precedenti campagne contro le riforme Moratti e Gelmini, ciò costituisce anche un valido contributo all’autofinanziamento.
Cesp Bologna