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Ristrutturazioni Erp, se i fondi regionali bastano appena a ritinteggiare

Dei poco più di due milioni destinati agli alloggi dell’area metropolitana ad alcuni comuni arriveranno poche migliaia di euro. Unione Inquilini: “Le risorse ci sono: meno F35, più soldi per le case”.

24 Settembre 2018 - 10:55

Due milioni e quattrocentomila euro, questa è all’incirca la cifra che i Comuni dell’area metropolitana di Bologna dovranno ripartire fra loro per la ristrutturazione degli alloggi Erp sfitti. Così ha stabilito una delibera regionale approvata a fine luglio: i comuni interessati, riuniti nei giorni scorsi in conferenza metropolitana, avranno tempo fino alla mezzanotte di oggi per presentare l’elenco delle case da ristrutturare. Tuttavia dalla ripartizione (che viene fatta sul numero degli alloggi presenti nel Comune) usciranno significativamente penalizzati i comuni più piccoli, e in particolare quelli situati sull’Appennino. Al Comune di Castel D’Aiano per esempio arriveranno 4.300 euro, appena sufficienti, spiega l’amministrazione alla conferenza dei sindaci, per dare una “ritinteggiata e mettere a posto una caldaia”.

A prendere posizione dopo l’incontro dei sindaci è stata l’Unione Inquilini Bologna, che ha scritto in un comunicato: “Abbiamo assistito ai lavori della conferenza metropolitana dei sindaci sulla redistribuzione dei fondi per il miglioramento della l’accessibilità e fruibilità degli alloggi Erp (Edilizia residenziale pubblica) in tutto 2.392.000 euro per 18.308 case redistribuite su tutta la provincia Bolognese, di cui 11.859 solo nella città di Bologna a cui va là maggior parte dei fondi 1.549.559 di euro. Agli altri bricioline che non servono neanche per l’imbiancatura delle stanze. Non possiamo che essere fortemente insoddisfatti per i soldi stanziati a favore dell Erp, sempre più cenerentola del welfare, e sappiamo che questi soldi sono insufficienti anche per Bologna figuriamoci per gli altri comuni che sono satelliti della città, manca da parte delle forze politiche la volontà di istituire un ‘Piano casa’ che soddisfi le esigenze dei cittadini e che li tuteli del diritto all’abitare come costituzionalmente riconosciuto. Continueremo a portare le nostre idee all’interno delle istituzioni, oggi in balia dell’abbandono e del nulla politico, e le diffonderemo tra i cittadini e i lavoratori per organizzarli dell’autodifesa di un diritto sacrosanto e basilare come quello alla casa, queste politiche sono il prodromo della scusa del ‘il pubblico non va, vendiamo’ siamo e saremo sempre per l’idea contraria cioè quella di difendere e incrementare il patrimonio pubblico, le risorse ci sono, ad esempio meno F35 più soldi per le case”.