Acabnews Bologna

Rinviato uno sfratto in via Sant’Isaia

Ottenuti 70 giorni di tempo. Social Log: domani, 14 maggio’14, presidio alle 10,30 sotto all’assessorato alle Politiche sociali, in piazza Maggiore.

13 Maggio 2014 - 17:07
La casa è un diritto - © Michele Lapini

Altro sfratto rinviato stamattina in via sant’Isaia. Rosa, una donna italiana che vive in nella casa da cui volevano sfrattarla da vent’anni perchè dopo aver perso il lavoro non riusciva più a pagare l’affitto e lo sfratto è stata l’immediata conseguenza e la strada l’unica soluzione. Seppur in graduatoria per la casa popolare da anni, infatti, i punti cumulati non bastano per vedersi riconosciuto il diritto alla casa.  Stamattina però, grazie alla presenza di Social Log, Rosa ha potuto tirare un sospiro di sollievo con la vittoria raggiunta dopo una trattativa con l’ufficiale giudiziario, di un rinvio di 70 giorni dello sfratto.

Altri giorni per continuare la battaglia per permettere che sia riconosciuto il diritto ad avere un tetto supra la testa per una vita dignitosa, partendo già da domani mattina alle 10,30 con il presidio in Piazza Maggiore sotto all’assessorato alle politiche sociali.
La lotta continua.

Social Log

> Il comunicato sul presidio di domani mattina:

Quanti di noi non riescono più a pagare l’affitto altissimo di città come Bologna che conta 40.000 famiglie in stato di disagio abitativo, 6.000 famiglie in attesa di una casa popolare e solo 400 assegnazioni all’anno. A fronte di tutto ciò ci sono 7.000 alloggi vuoti, tenuti appositamente vuoti da chi specula sulle nostre vite alzando i prezzi degli affitti, svendendo il patrimonio pubblico ma continuando a cementificare senza sosta.

Per questo motivo 5 mesi fa in viale Masini 10 è nato Social Log, un percorso in cui famiglie, precari, disoccupati hanno deciso di lottare in prima persona per denunciare e dare risposte all’emergenza abitativa di questa città bloccando sfratti e riappropriandoci delle case che ci spettano, convinti che la casa è un diritto che non può essere negato a nessuno.

Cinque mesi in cui abbiamo organizzato il dolore sociale scaturito dalla crisi, abbiamo dato vita con 12 famiglie ad un occupazione abitativa di uno dei tanti stabile vuoti e in via di logoramento risistemandolo e trasformandolo in un Condominio Sociale per il quartiere, abbiamo occupato gli uffici anagrafe per il diritto ad avere le residenze ed i conseguenti diritti alla sanità e all’istruzione, abbiamo bloccato gli uffici N.E.P. da cui ogni giorno partono le decine di richieste di esecuzione degli sfratti, abbiamo fatto decine di picchetti antisfratto che hanno permesse a tante famiglie di non finire in mezzo alla strada senza contare i banchetti che ci ha permesso di far sottoscrivere le nostre richieste a centinaia di persone, le trasferte, i cortei e le manifestazioni che di settimana in settimana abbiamo organizzato e a cui abbiamo partecipato contro il Piano casa del Governo Renzi e il Jobs act.

Piano casa con il quale ci vorrebbe far credere di poter dar soluzione all’emergenza abitativa che attraversa l’Italia, ma il Ministro Lupi sa bene che i finanziamenti previsti per il piano serviranno solo ed esclusivamente ai costruttori e alle banche, sfornando nuovi alloggi destinati alla vendita o ad un affitto medio-alto. Sicuramente uno strumento che non serve per garantire una casa a chi non ce l’ha, soprattutto per i milioni di giovani precari o disoccupati costretti a vivere con i genitori anche oltre i 35 anni di età o a coloro che per la perdita del lavoro hanno come unica soluzione la strada. Il 14 maggio dalle 10.30 saremo sotto l’assessorato alle politiche sociali per ribadire che l’unico provvedimento reale è e rimane il blocco degli sfratti, accompagnato dal riuso degli immobili pubblici e privati non utilizzati contro la speculazione per il rilancio dell’Edilizia residenziale pubblica, così come era stato richiesto con forza dai movimenti per il diritto all’abitare.

In più vogliamo anche rispedire al mittente le motivazioni prese in causa per delegittimare e chiedere lo sgombero dell’esperienza di riuso degli stabili sfitti del Condominio Sociale legate a supposizioni che in quel posto non ci avrebbe mai potuto vivere nessuno a causa dei problemi di infiltrazioni d’acqua che provocherebbe problemi statici, un problema che secondo gli esperti era irrisorio e al quale abbiamo dato soluzione definitiva grazie ad un piano di ristrutturazione e alla cooperazione tra tutti gli attuali abitanti e gli esperti del settore.

Social Log