Si tratta di un provvedimento “inaudita altera parte” provvisorio uguale a quello già emesso a favore di un rider Just Eat di Firenze, che ordina la consegna dei dispositivi di protezione individuale da parte dell’azienda. I ciclofattorini: “Denunciamo sin dall’inizio dell’epidemia Covid-19 la totale latitanza delle aziende nel mettere in sicurezza il nostro lavoro”.
Una “prima vittoria dal Tribunale di Bologna” per i riders di Deliveroo, riconosciuta in piena emergenza coronavirus. Ad annunciarla è Riders Union Bologna, che spiega in comunicato: “A Bologna il Tribunale, con decreto ‘inaudita altera parte’, ordina per la prima volta alla piattaforma Deliveroo la consegna immediata dei dispositivi di protezione individuale, sulla scia di quanto disposto dalla precedente pronuncia del Tribunale di Firenze nei confronti di Just Eat. Ciò è avvenuto in seguito al ricorso presentato da un lavoratore da noi assistito”. Sulla pagina Facebook di Riders Union i ciclofattorini hanno inoltre pubblicato le fotografie del decreto firmato dal Giudice del lavoro.
Deliveroo dovrà dunque “consegnare immediatamente” a un rider che ha fatto ricorso per ottenerli “i dispositivi di protezione individuale”; vale a dire “mascherina protettiva, guanti monouso, gel disinfettanti e prodotti a base alcolica per la pulizia dello zaino, in quantità adeguata e sufficiente allo svolgimento dell’attività lavorativa”. Il provvedimento è identico quello emesso a inizio aprile dal Tribunale di Firenze nei confronti di Just Eat su ricorso di un lavoratore operante in quella città, del quale abbiamo dato conto sulle pagine di questo giornale. In quell’occasione l’azienda volle precisare, con un comunicato inviato in redazione, che si trattava di un “provvedimento per sua natura provvisorio, che potrà essere oggetto di conferma, modifica o revoca successivamente”. Sta di fatto che sia a Firenze nei confronti di Just Eat sia ieri a Bologna nei confronti di Deliveroo i giudici si sono pronunciati a favore dei lavoratori che hanno fatto ricorso per la carenza di dispositivi di protezione individuale consegnati dalle aziende. Nel caso del rider bolognese, il Tribunale di Bologna ha fissato la data di comparizione delle parti il 28 di aprile.
Continua il comunicato di Riders Union: “Denunciamo sin dall’inizio dell’epidemia la totale latitanza delle aziende nel mettere in sicurezza il nostro lavoro e, mentre siamo costretti ad assistere alle squallide comparsate su televisioni e social dei manager delle piattaforme che scaricano ogni responsabilità sui riders, minacciando di intervenire contro i lavoratori inadempienti rispetto alle disposizioni, i tribunali, da Bologna, a Firenze e Roma, danno a noi la ragione. Questo provvedimento ribadisce l’inadempienza delle multinazionali del food delivery e ci mostra una volta di più come per un mese abbiano attentato alla salute pubblica, sfruttando i lavoratori sotto il ricatto del dimezzamento delle statistiche e delle tariffe misere del cottimo; da parte nostra abbiamo anche ribadito la nostra posizione, presentando delle proposte alle Commissioni del Consiglio Comunale. La nostra lotta per la salute e la sicurezza continua: è inammissibile che le grandi piattaforme multinazionali continuino a fregarsene. Per loro infatti non siamo dipendenti, ma pedine intercambiabili e senza diritti. Continueremo a rifiutare questo modello di business, le nostre azioni di autotutela andranno avanti e utilizzeremo tutti gli strumenti a disposizione sino a quando non avremo ottenuto ciò che ci spetta. Non per noi ma per tutt*”.