Resta in custodia cautelare lo studente iscritto all’Alma Mater arrestato una settimana fa al Cairo per incitamento alla protesta e altri reati. La campagna ‘Patrick libero’ chiede di portare avanti la mobilitazione “fino alla sua liberazione e perchè cadano tutte le accuse”.
Il tribunale della procura di Mansoura, in Egitto, ha respinto la richiesta di scarcerazione presentata in appello dai legali di Patrick Zaky, lo studente 27enne dell’Alma Mater arrestato a Il Cairo lo scorso 8 febbraio, di ritorno da Bologna. È accusato di diffusione di notizie false, incitamento alla protesta, turbamento della stabilità delle istituzioni, e sta scontando 15 giorni di custodia cautelare, rinnovabili alla scadenza.
“Sebbene le accuse siano state inventate e la vera accusa a Patrick sia quella di difendere i diritti degli oppressi ed emarginati nel paese, la giuria di consulenza ha sostenuto la sua detenzione”, è il commento pubblicato sulla pagina social della campagna ‘Patrick libero’. Questo esito “non è stata una sorpresa. Da ieri, la solidarietà e il sostegno internazionale a Patrick è stato riferito come interferenza esterna negli affari interni egiziani dalle varie istituzioni media dello stato, descrivendo la sua campagna di sostegno come un movimento ‘sospetto'”. L’arresto “illegale e politico” di Patrick insieme alla volontà di “fabbricare accuse” sono una “violazione palese dei diritti umani”, scrivono ancora le/gli attiviste/i della campagna, confermando l’intenzione di portare avanti la mobilitazione “fino alla liberazione di Patrick” e perchè siano fatte “cadere tutte le accuse contro di lui”, chiedendo “a tutti gli studenti universitari di tutto il mondo di organizzare manifestazioni sulla detenzione illegale di Patrick” e alle organizzazioni per i diritti di “continuare la loro contestazione”.