Vengono dall’Emilia-Romagna un decimo delle adesioni consegnate in Cassazione. “Grandissima soddisfazione” dei promotori sotto le due Torri. Quattro i quesiti, su poteri ai presidi, finanziamenti privati e alternanza scuola-lavoro.
Quello di Bologna si conferma un territorio attento ai destini della scuola pubblica, raccogliendo oltre 15.000 firme a livello provinciale, circa lo stesso numero di quelle che avviarono la consultazione comunale di tre anni fa contro lo stanziamento di fondi in favore delle scuole paritarie. Cinquantatremila le adesioni raccolte in tutta l’Emilia-Romagna, il 10% ovvero di quelle consegnate in questi giorni in Cassazione.
Quattro i quesiti proposti, per abrogare misure previste dalla riforma del 2015 come i finanziamenti privati a singole scuole pubbliche e private, l’obbligo di alternanza scuola-lavoro, il potere discrezionale dei dirigenti scolastici nella scelta dei docenti e quello di premiarli economicamente.
Il comitato promotore bolognese, a cui fanno riferimento alcuni sindacati e diverse realtà associative di genitori, docenti e insegnanti, ringraziando il centinaio di volontari attivatisi, esprime “grandissima soddisfazione” e rimarca come sia “evidente che ci sono centinaia di migliaia di cittadini che hanno a cuore la scuola di tutti e per tutti, laica, libera, gratuita e democratica, che sono consapevoli della sua fondamentale funzione istituzionale di garanzia del principio di uguaglianza e sono disposti a battersi con forza contro la deriva privatistica imposta dal governo”.