Il Comune firma un “patto di collaborazione” con Planimetrie culturali e El Ihsan. Già due sperimentazioni effettuate, l’ultima dopo l’intervento di pochi giorni fa in via Agucchi: 17 baracche demolite.
Prima le ruspe del Comune, poi la “cittadinanza attiva” delle associazioni che “riqualificano” l’area. E’ la nuova frontiera dello sgombero inaugurata a Bologna. Ieri l’assessore alla Sicurezza, Riccardo Malagoli, ha presentato il tutto in conferenza stampa. Ci sono già due prove sul campo: lo sgombero di pochi giorni fa in via Agucchi (17 abitazioni di fortuna demolite) ed un intervento precedente tra viale Felsina e via Guelfi. Sulla scia di queste sperimentazioni, il Comune si appresta a firmare un “patto di collaborazione” con due associazioni, coinvolte per “riqualificare” le aree sgomberate intervenendo (dopo la Polizia municipale) per smontare le baracche e raccogliere i rifiuti. Alle due associazioni, che opereranno “su base assolutamente volontaria”, potranno poi essere affidate, per svolgervi delle attività, alcune delle aree “riqualificate”. Le realtà che partecipano al progetto sono Planimetrie culturali (che, spiega sul suo sito, “ha come obiettivo principale la riqualificazione delle aree dismesse di Bologna attraverso le ‘bonifiche culturali’ di tipo temporaneo”: alcuni esempi sono il progetto Senza Filtro e lo Scalo San Donato) e l’associazione El Ihsan (che fa capo alla comunità nigeriana). Soddisfatto il presidente di di Planimetrie Culturali, Werther Albertazzi, che considera “la rigenerazione urbana un tema fondamentale, su cui noi diamo un contributo di cittadinanza attiva”. Idem per il presidente di El Ihsan, Abdulrahman Nasiru Ajani, che afferma come la comunità nigeriana “voglia dare qualcosa alla citta’ che ci ha adottati, anche per lasciare ai nostri figli e nipoti una città più pulita e più sicura”.