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“No ai rincari dell’acqua”, incursione all’assemblea dei sindaci

Protesta del Comitato referendario “Due sì per l’acqua bene comune” all’assemblea di Ato: seduta sospesa per consentire l’intervento dei manifestanti. Poi il voto sui rincari aumenta perchè manca il numero legale.

15 Marzo 2011 - 20:30

Incursione degli attivisti del Comitato referendario “Due sì per l’acqua bene comune”, oggi pomeriggio, all’assemblea dei sindaci di Ato che doveva approvare l’aumento delle tariffe nelle bollette dell’acqua richiesto da Hera.

Dopo aver distribuito volantini e messaggi al megafono fuori da Palazzo Malvezzi, i manifestanti sono entrati nella sala del Consiglio provinciale. Per dar spazio agli attivisti del Comitato, armati di cartelli e striscione, l’assessore provinciale Burgin ha dovuto sospendere l’assemblea. A nome del Comitato, Andrea Caselli ha chiesto ai sindaci “un atto di responsabilita'” rinviando il voto a giugno, “quando avremo vinto il referendum contro la privatizzazione dell’acqua” visto che questo cambiera’ le carte in tavola (ad esempio escludendo la remunerazione sul capitale, elemento’ alla vera origine degli aumenti).

Il Comitato, inoltre, ha chiesto di modificare la convenzione con Hera perchè “travolta dall’incidere della crisi economica”: e’ sulla base dei minori consumi registrati, infatti, che l’azienda chiede di aumentare le tariffe. Il Comitato ha accusato Hera di “macinare dividendi”, sottolineando che però e’ “inaccettabile proseguire su questa strada”.

L’assessore Burgin e diversi sindaci (del Pd), dal canto loro, hanno confermato l’intenzione di procedere con i rincari. Il voto, però, è slittato poichè l’assemblea non raggiungeva il numero legale a causa dell’assenza del Comune di Bologna (che pesa da solo per il 35%). Il commento dei manifestanti:  “Dobbiamo ringraziare un Comune commissariato se non si votano gli aumenti, bel centrosinistra”. A seguire un coro di “vergogna” indirizzato verso gli amministratori, che non hanno gradito ed hanno impedito al Comitato di fare altri interventi perchè ormai l’assemblea era ricominciata. “Non mi interessano gli applausi e posso tranquillamente prendere delle contestazioni- il commento irritato di Burgin- non me ne puo’ fregare di meno”.