Attualità

Milano / Arresti e denunce per i fatti all’Ex-Cuem [+comunicato]

Sette ai domiciliari per danneggiamento, resistenza e travisamento, le accuse sono relative allo sgombero, lo scorso 6 maggio, della libreria occupata alla Statale.

19 Giugno 2013 - 14:23

(da MilanoInMovimento)

Sette arresti domiciliari e 3 perquisizioni, questo sembra essere il bilancio di una mattinata di normale repressione a Milano. Le accuse danneggiamento, resistenza e travisamento, tutti reati compiuti in occasione del 6 Maggio e dello sgombero della libreria occupata Ex-Cuem.

Dopo quella che era stata una giornata di follia, iniziata quando all’apertura gli studenti hanno trovato la libreria irriconoscibile con evidenti buchi nel pavimento, e tutti i materiali spariti, e continuata con l’occupazione di un’auletta, sgomberata nel pomeriggio con la violenza delle cariche della celere, che non hanno esitato ad alzare manganelli sugli studenti all’interno dell’università. Un comportamento assurdo quello del rettore che cerca di risolvere un problema reale di spazi e saperi in università con l’utilizzo della forza, volto a spaventare e reprimere ogni forma di dissenso. Ma la storia dell’ex-cuem, ha anche un lieto fine con la rioccupazione dello spazio, e i lavori di sistemazione, che hanno restituito una risorsa agli studenti.

Sicuramente non basterà qualche misura cautelare a fermare il crescente dissenso.Oggi, arrivano le vendette della polizia, probabilmente ancora scottata dalla figuraccia nazionale fatta quel giorno, quando le immagini dei manganelli sugli studenti sono state viste in tutta Italia, oppure per dare “un segnale” viste le recenti occupazioni che non accennano a fermarsi. Sicuramente non basterà qualche misura cautelare a fermare il crescente dissenso che la crisi sta creando e che piano piano diventa sempre più evidente.

* * * * * * * *

> Il comunicato di Ex-Cuem:

Libreria Ex-Cuem – Università Clandestina
Comunicato in seguito agli arresti per le cariche in Statale

Mercoledì19 giugno alle 6 di mattina la polizia si è presentata nelle case didieci ragazzi e ragazze per i fatti del 6 maggio. Sette di loro sono agli arresti domiciliari, tre indagati a piede libero. Le accuse sono resistenza, danneggiamento e travisamento.

Quei giorni li ricordiamo tutti. Il rettore Gianluca Vago decise di sgomberare e distruggere gli spazi della libreria Ex-Cuem. Ci fu subito una reazione:un’assemblea molto partecipata decise di occupare un’auletta inutilizzata all’interno dell’università per proseguire con il progetto della libreria. La polizia autorizzata dal rettore Vago non si fece scrupoli a caricare gli studenti, i solidali e chi in quel momento si trovava nei pressidell’auletta occupata per sgomberarla.

Nei giorni seguenti ci fu una grossa mobilitazione con cortei in città, fu impedito l’ingresso della polizia nell’ateneo e furonori-occupati gli spazi della libreria. Allo stesso tempo altre esperienze universitarie si sono mobilitate in tutta Italia: anche a Napoli gli studenti sono stati caricati in piazza, sia dai fascisti che dalla polizia; a Bologna è stato occupato il rettorato; a Roma si sono verificate diverse azioni di solidarietà.

Da quel momento, nonostante l’ostilità e il silenzio dei professori , l’Ex Cuem è stata ricostruita ed è tornata a vivere.

La difesa dell’Ex-Cuemnon è una battaglia isolata. Gli attacchi polizieschi e dell’amministrazione universitaria rivolti contro la libreria seguono le stesse modalità che vediamo tutti i giorni in Val Susa, le stesse che hanno portato alle rivolte per Gezi Park a Istanbul e in tutta la Turchia o alla cacciata della polizia a Bologna durante un’assemblea in piazza; le stesse modalità con cui ogni giorno vengono sfrattate le famiglie che non riescono a pagare l’affitto, le stesse con cui la polizia decide di sgomberare chi si organizza e vive in collettività in spazi che sarebbero altrimenti vuoti.

I fermi, gli arresti e le misure cautelari non rappresentano altro che il becero tentativo di fermare un’unica grande lotta che si diffonde e contagia tutti i luoghi in cui l’autorganizzazione a partire dai propri bisogni diviene una bandiera e un’irrinunciabile strumento di lotta.

E’ con gioia e orgoglio che affermiamo che ogni sforzo su questo piano è stato e sempre sarà vano: la consapevolezza del forte legame e dei progetti che tengono unite le nostre battaglie va di pari passo con i legami che abbiamo stretto all’interno della Libreria in un anno di occupazione, così come tra i boschi della Valle o con le famiglie degli sfrattati. La solidarietà è la nostra arma più forte e non esiste arresto che possa minare le sue basi. E’ per questo motivo che a difendere l’Ex-Cuem non c’erano solo i suoi occupanti e gli studenti della Statale, ma anche compagni e compagne e tutti i solidali che si riconoscono in questa lotta.

Ci rinchiudono per aver resistito. Siamo fieri di averlo fatto, siamo in un momento storico in cui il termine resistenza assume un valore per noi totalmente positivo.

Se resistere è un reato, siamo tutti recidivi.

Facciamo un appello a tutti coloro che in questo momento sono sotto attacco a non arrendersi, ad alzare la testa, perché anche se per ora ci hanno tolto i nostri compagni, la battaglia non è finita: per loro e per chi lotta senza paura, diffondiamo la solidarietà.

DOVE DISTRUGGONO RICOSTRUIAMO.

QUANDO SGOMBERANO RIOCCUPIAMO.

QUANDO CARICANO RESISTIAMO.

QUANDO ARRESTANO NON PENSATE DI DIVIDERCI, DIVENTIAMO ANCORA PIU’ FORTI.

CLARA, GRAZIANO, PASCA, FRA, ENRICO, TOFFO E MICH LIBER* SUBITO!

#standup4excuem