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Messina / No-G7, migliaia in piazza ma lo Stretto diventa una frontiera

Corteo determinato e plurale sul lungomare di Giardini Naxos. Enorme il dispiegamento di forze dell’ordine che ha trattenuto e identificato tutte i manifestanti in viaggio. Contatto con polizia, la denuncia: “Usati lacrimogeni a gas cs”.

28 Maggio 2017 - 17:25

Mentre i leader del club dei Sette erano impegnati nelle ultime battute del summit di Taormina, si rincorrevano nella mattinata di ieri le notizie di diversi fermi e perquisizioni a danno dei manifestanti agli imbarchi a Villa San Giovanni, agli sbarchi a Messina, lungo strade e autostrade siciliane. Tutti sono però riusciti infine a raggiungere Giardini Naxos, sul cui lungomare è partita nel pomeriggio la manifestazione dei “No G7”. C’erano i comitati e le mamme No Muos che a Niscemi si oppongono all’attivazione dei radar Usa, c’erano altre realtà siciliane come Officina Rebelde di Catania e Porco Rosso di Palermo, ma anche i centri sociali napoletani e del Nordest e i bolognesi di Crash e Hobo. Le bandiere rosse si alternavano a quelle redivive arcobaleno con scritto “pace”, tra gli slogan ricorrenti quelli contro “Trump fascista”.

C’è stato un tentativo di forzare la zona rossa protetta da un ingente dispositivo di polizia antisommossa, che ha risposto con un fitto lancio di lacrimogeni. Ci sarebbero stati solo alcuni feriti lievi. Il corteo è poi ripartito raggiungendo piazza del Municipio e successivamente il parcheggio dove erano arrivati i pullman.

Tanti dunque i centri sociali partiti dal resto d’Italia per raggiungere la Sicilia. Da porto di Napoli una nutrita carovana ha viaggiato in nave la notte prima per unirsi al corteo. Così Insurgencia racconta l’accoglienza subita da parte delle forze dell’ordine alle banchine di Catania: “Ad attenderci al porto di Catania abbiamo trovato diverse camionette dei carabinieri. Gli attivisti della carovana partita da Napoli sono stati perquisiti, ripresi e fotografati. Queste sono le prime avvisaglie dei dispositivi di limitazione della libertà di movimento messi in campo dal ministero deglutire interni per questo G7. Ma noi non ci fermiamo, andiamo al corteo di Giardini-Naxos. No al G7 di Taormina, jatevenne!”.

I fermi e le identificazioni sono stati raccontati anche dalla pagina “Contro il G7 di Taormina”: “Alle 7.15 questa mattina a Villa S. Giovanni è stato fermato un autobus proveniente da Napoli organizzato da varie strutture (LabNassau, Laboratorio politico Iskra, Scacco Matto, Scugnizzo Liberato, Zero81, Comitato Soccavo, Ex Opg). Tutti i compagni sono stati fatti scendere e identificati uno per uno, a 13 di loro sono stati trattenuti i documenti per diverse ore; solo dopo più di 3 ore il gruppo ha potuto riprendere il viaggio verso Giardini Naxos. Ennesimo attacco alla libertà di circolazione e al diritto di manifestazione, Villa San Giovanni è diventata di fatto una frontiera ultra militarizzata. Anche questo episodio dimostra come dietro le retoriche della sicurezza si cela la volontà politica di ridurre sistematicamente gli spazi di libertà e agibilità, negando ogni possibilità di espressione e dissenso”. E sempre dalla stessa pagina Facebook è stata data notizia del fatto che è stata “fermata la carovana di compagni calabresi, lunga identificazione, dati 12 fogli di via” e che anche la delegazione partita da Palermo in macchina è stata fermata in autogrill per le identificazioni. Identico il trattamento subito e denunciato da la Strada di Roma: “Le forze dell’ordine bloccano gli attivisti e le attiviste in procinto di salire sugli autobus che dovrebbero portarli a Giardini Naxos. Controllo dei documenti, perquisizioni, tentativi di sequestrare striscioni e bandiere, spintoni e 12 fogli di via consegnati a chi da Cosenza si stava imbarcando verso la Sicilia. È in atto l’ennesimo tentativo, visto più volte nell’ultimo periodo, di provare a impedire da principio qualsiasi forma di protesta e voce di dissenso”.

Fermati anche i pullman su cui viaggiavano i bolognesi di Crash e Hobo: “Scortati i bus diretti a Giardini Naxos e fatti femare da un imponente posto di blocco in un area di servizio vicino Catani. Controlli dei documenti e perquisizioni di zaini/borse… Ma non ci fermeranno!”, hanno scritto i primi. Per i secondi, “Minniti prova in ogni modo a bloccare il dissenso verso quei grandi della Terra che chiusi nei loro sfarzosi palazzi decidono le sorti di tutti noi”. Così poi Hobo ha commentato la giornata: “Il corteo è terminato, dopo una grandissima giornata di lotta che ha visto tutte e tutti uniti e compatti contro i (meschini) potenti del mondo!”. Nonostante i numerosi blocchi, in migliaia sono riusciti a raggiungere il corteo organizzato a Giardini Naxos, la cittadina sulla costa scelta dopo che era stato negato l’accesso alla stessa città di Taormina.

(foto Globalproject)Grave la denuncia fatta dal sito di informazione Global project che sui social ha reso noto quali sono stati gli strumenti usati dalle forze dell’ordine per allontanare il corteo dalla zona rossa: “Questo nella foto è uno dei lacrimogeni utilizzati al corteo contro il G7 di Taormina. Si tratta del famigerati lacrimogeni a Gas Cs, classificati dalle convenzioni internazionali e dalla legislazione italiana come armi chimiche. Eppure ancora una volta le forze dell’ordine​ non si sono fatte problemi a utilizzarli su un corteo, composto di manifestanti disarmati e a volto scoperto”.