Oggi nuovo pranzo sociale in piazza Puntoni, mentre in Tribunale venivano decise misure cautelari per due dei tre. Venerdì prossimo corteo “in difesa del welfare e della dignità studentesca”.
Il Cua di nuovo in piazza davanti alla mensa di piazza Puntoni, questa mattina per un nuovo pranzo sociale e per tenere il punto sulle rivendicazioni per abbassare il prezzo del pasto. Nell’attesa di un tavolo di trattative che, ad oggi, non è stato nemmeno ipotizzato dalle istituzioni universitarie, gli studenti si sono ritrovati di nuovo davanti alla celere schierata all’ingresso della mensa, senza che avvenisse nessun contatto fra manifestanti e polizia.
Durante il pomeriggio sono arrivate le prime notizie sulla sorte dei tre studenti arrestati: oggi il giudice ha convalidato l’arresto, con le accuse a vario titolo di resistenza e lesioni aggravate, ma non c’è stato il processo per direttissima, poiché la legale Marina Prosperi ha ottenuto il termine a difesa, ovvero la sospensione del dibattimento per avere modo di studiare le carte, parlare con gli imputati e organizzare la linea difensiva. Per uno dei tre è stata dunque fissata un’udienza il 2 dicembre, per gli altri due l’udienza si terrà il 21. Per Luca il giudice ha disposto il divieto di dimora nel centro storico, entro la cerchia dei viali; per Alessio l’obbligo di firma in Questura, due volte ogni giorno feriale; per Antonio nessuna misura cautelare.
In un comunicato diffuso oggi pomeriggio gli attivisti tirano le somme di queste giornate di lotta e dell’atteggiamento assunto dalle istituzioni: “In questi giorni ne abbiamo viste, sentite e lette di ogni sorta, da improperi ad auspici di ulteriori aggressioni poliziesche, fino alla bella prova di lucidità, attenzione e scaltrezza del sindaco Merola, che questa mattina ha avuto un vero lampo di genio. A margine del solito vergognoso plauso ai massacratori in divisa che ieri hanno pestato, aggredito e rincorso in mezzo al traffico gli studenti e le studentesse, malmenando pure i giornalisti (forse troppo attenti a documentare i soprusi che venivano perpetrati), accanto a ciò l’epifania: si entri nel merito del problema della mensa. Sorbole, puntuale signor Sindaco! Sono due anni che chiediamo alle parti in causa di aprire immediatamente una contrattazione nel merito dei prezzi e riceviamo soltanto silenzio o menzogne. Bhe, menomale che si è accorto! Del resto sarebbe stato difficile ignorare quanto accade da dieci giorni in piazza Puntoni, e soprattutto quanto accaduto ieri. Cariche selvagge, feriti che si contano a decine, 7 fermi di cui 3 arresti confermati, aggressioni tout court da parte della polizia. La zona universitaria e la città per intero stamattina si sono svegliate coi segni indelebili di questa vergogna. Dicevamo i Bava Beccaris dei nostri giorni, e dicevamo bene!”.
Sotto accusa anche l’ente per il diritto allo studio: “Ergo sostiene che il welfare studentesco emiliano è invidiabile, difficile crederle, se è qui la mensa più cara d’Italia, se è qui che i borsisti non hanno l’alloggio garantito e sempre più studenti vengono scientificamente truffati da infami agenzie immobiliari. Caricaturale, grottesco o semplicemente strano il suo concetto di ‘invidiabile’. In mensa chiediamo l’abbassamento dei prezzi, non menzogne, non prese in giro. Se il sindaco Merola è interessato ad entrare nel merito, bene, agisca affinchè Ergo, Elior e Università aprano alla contrattazione!”
Gli attivisti promettono comunque che la lotta per l’abbassamento dei prezzi non si fermerà, e lanciano il prossimo appuntamento per un pranzo sociale martedì 8 in piazza Puntoni. Previsto invece per venerdì 11 novembre un “appuntamento a tutti e tutte per un corteo in difesa del welfare e della dignità studentesca. Partiremo da Piazza Verdi e torneremo in Piazza Puntoni, dove concluderemo con una serata di arte, teatro, musica, letteratura e socialità. Assediamo la mensa più cara d’Italia!”
Tornando alla giornata di ieri, numerose polemiche sono scaturite da un episodio avvenuto a margine ma non certo marginale, e che testimonia con quanta lucidità stia agendo la Questura in questi giorni: un cronista dell’agenzia ‘Dire’ è stato fermato da alcuni agenti di Polizia. Gli hanno tolto di mano i telefoni cellulari e lo hanno identificato nonostante avesse immediatamente mostrato il tesserino. Poco dopo, durante una carica, un agente in tenuta antisommossa è andato incontro al cronista agitando il manganello e urlando: “Tu di nuovo qua stai?”. Il cronista ha chiarito di nuovo “sono un giornalista” ed è stato urtato leggermente. Interpellata, la Questura fa sapere che l’intervento nei confronti del giornalista si sarebbe reso necessario perché “il suo abbigliamento e il suo telefono corrispondevano alla descrizione” di una persona considerata responsabile del lancio di un fumogeno che ha colpito il braccio di un agente.
Si sono registrati di recente altri episodi analoghi nei confronti di chi fa informazione in piazza, chi racconta senza timore le dinamiche di gestione dell’ordine pubblico inizia ad aver motivo di sentirsi sotto attacco.