I naufraghi salvati dalla ong tedesca a dicembre e costretti per settimane in mare sarebbero inoltre “esclusi dalla possibilità di essere trasferiti in Francia e Germania”, e hanno iniziato lo sciopero della fame. La nave Mare Jonio intanto si prepara a partire.
“Dopo essere state bloccate in mare per 19 giorni, la maggior parte delle 49 persone soccorse lo scorso dicembre dalle imbarcazioni di Sea Watch e Sea Eye si trovano da ormai due mesi all’interno del centro di detenzione (IRS) per richiedenti asilo di Marsa, a Malta”. La notizia è stata riportata ieri dal sito web di Mediterranea Saving Humans, mediterranearescue.org, aggiungendo inoltre che “dalla mattina del 5 marzo molti di coloro che sono sbarcati a gennaio sono in sciopero della fame, per protestare contro il regime di detenzione de facto al quale sono illegalmente sottoposti e per chiedere che venga fatta chiarezza sulle procedure di ricollocazione che gli Stati membri stanno portando avanti attraverso meccanismi di selezione totalmente arbitrari”. Inoltre, dicono gli attivisti – presenti sulla nave Sea-Watch della ong tedesca fra il dicembre e il gennaio scorsi – “chiunque ricorda lo spettacolo desolante offerto dai governi europei che per settimane, mentre a queste donne, a questi bambini, a questi uomini, non veniva permesso di sbarcare dalle navi che li avevano salvati, hanno negoziato la loro redistribuzione al di fuori di ogni quadro di legalità trattandoli come merce invece che come soggetti di diritto, o come esseri umani. La loro sorte è la dimostrazione di quanto questa prassi comporti la sistematica violazione dei diritti fondamentali delle persone coinvolte”.
“Apprendiamo – continua la denuncia di Mediterranea – dai racconti di chi si trova a Marsa che le delegazioni di Francia e Germania hanno escluso diverse persone dalla possibilità di essere trasferite in questi paesi, sulla base di motivazioni oscure e senza che il rifiuto venisse comunicato per iscritto, rendendo così impossibile agire per vie legali contro tale decisione. Altri invece non hanno avuto alcuna notizia in merito al loro trasferimento e non hanno avuto accesso nemmeno alla prima fase di questo meccanismo informale costituita da un’intervista condotta da funzionari degli stati di destinazione. Non è dato sapere quale sarà il destino di queste persone né quanto durerà il loro trattenimento e su quale base sia stato disposto, anche nei confronti di minori privi di figure familiari di riferimento e di nuclei familiari con bambini molto piccoli. Sea-Watch e Mediterranea Saving Humans chiedono con forza che a questa detenzione arbitraria venga posta fine e che queste persone, dopo tanta sofferenza e tante violazioni subite, possano finalmente accedere ai loro diritti e iniziare la loro vita in Europa”.
Gli attivisti hanno inoltre annunciato due giorni sui social network di essere pronti a salpare per una nuova missione di monitoraggio in mare sulla nave Mare Jonio, prevedendo di partire mercoledì 13 marzo dal porto di Palermo: “La Mare Jonio sta per mollare gli ormeggi ed è pronta a partire alla volta del Mediterraneo Centrale per tornare ad essere là dove è necessario monitorare, testimoniare e soccorrere. La partenza è prevista tra una settimana esatta, il 13 marzo, in attesa delle ispezioni a bordo programmate dalla Capitaneria di Porto di Palermo per il 7 e l’11”.