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L’attivista bolognese dalla Sea-Watch: “Situazione molto tesa”

La testimonianza dalla nave della ong tedesca, da 14 giorni nel Mediterraneo con a bordo 32 migranti. Domani presidio in piazza Maggiore: “Apertura immediata di un porto sicuro”.

04 Gennaio 2019 - 13:43

A parlare è Alice, attivista di Ya Basta Bologna e di Mediterranea, a bordo della nave Sea Watch 3, dell’omonima ong tedesca alleata nella flotta United4Med.

L’imbarcazione da 14 giorni è nel Mediterraneo con a bordo 32 migranti salvati nel Canale di Sicilia: “Subito dopo il salvataggio abbiamo iniziato a pressare gli Stati europei chiedendo un porto sicuro per accogliere tutte queste persone”, spiega in un messaggio audio  inviato della nave, “la situazione è al momento molto tesa, e nessuno Stato ha deciso di farci rientrare”, mentre il clima continua a peggiorare, le onde superano i cinque metri e il vento è sempre più forte e così i volontari hanno chiesto ai migranti salvati di dormire all’interno della nave. “Ci si ritrova con 32 persone affollati in uno spazio piccolissimo condividendo pochi metri di spazio, sembrano piccolezze, ma in realtà quando si condivide per giorni spazi molto piccoli si incorre facilmente in tensioni e screzi. Sono tutti  stanchi, ci sono uomini, donne, bambini, minori non accompagnati, tutti dormono per terra e mangiano lo stesso pasto a pranzo e a cena, spesso solo un po’ di riso e qualche biscotto”.

Soprattutto, i migranti “si domandano quale sia il problema, perché ci sono persone provenienti dall’Europa che sono pronte a salvarle e portarle in un posto sicuro e poi bisogna attendere in mare settimane per riuscire finalmente a toccare terra”. Alice aggiunge infine che che ha avuto modo di parlare con loro per capire quali fossero le motivazioni che spingono delle persone a rischiare la vita per lasciare il proprio continente e “sentire dalle loro voci che cosa hanno dovuto passare è angosciante e lo è ancora di più pensare che nei nostri stati ci sono persone che non vogliono aprire né gli occhi né i porti”.

All’indomani della diffusione del messaggio di Alice arriva l’appello a “chi non si rassegna all’odio” per un presidio domani (sabato) pomeriggio in piazza Maggiore. Recita il testo, firmato “Bologna per Mediterranea” e condiviso sui social network tra gli altri da Mediterranea stessa, Ya Basta, Tpo, Làbas e Vag61: “Quarantanove persone sono state salvate in mare qualche giorno prima di Natale dalle navi delle ONG Sea-Eye e Sea-Watch – che fa parte dell’alleanza di navi solidali United4Med insieme a Open Arms e a Mediterranea Saving Humans. La presenza di queste navi nel Mediterraneo centrale è un atto concreto e necessario per fermare le stragi in mare. Proprio questa mattina Sea-Watch e Mediterranea in missione congiunta sono partite con due imbarcazioni da Malta per raggiungere Sea-Watch 3, per portare supporto logistico e materiale alla nave, consentendo il cambio di equipaggio e rifornimenti, e per spingere gli Stati europei a dare un porto sicuro a queste 49 persone. Queste 49 persone però non sono ancora salve, perché nessun porto sicuro è stato aperto dagli Stati europei, nessun Governo europeo ha scelto l’umanità e la solidarietà ma l’indifferenza e la barbarie. Ora, dopo quasi 15 giorni di navigazione, entrambe le imbarcazioni sono costrette a vagare nel Mediterraneo in attesa di un approdo sicuro, di un porto accogliente. Gli equipaggi sono esausti, le persone salvate in mare, dopo essere scappate dall’inferno libico, sono allo stremo; l’Unione Europea sembra far finta di niente e di non essere in grado di trovare una soluzione degna per 49 persone.  La situazione di stallo è drammatica, le condizioni meteo marine e la situazione medica a bordo delle navi sempre più pericolose. Salvini e il governo italiano continuano a dichiarare “porti chiusi”, seguendo una retorica securitaria di propaganda fondata sull’odio; Malta consente a Sea-Watch 3 di entrare nelle sue acque territoriali ma tiene ancora chiusi i porti; tutti i Governi europei si rivelano incapaci nel risolvere questa emergenza e dimostrano ancora una volta la loro disumanità ‘programmata’, seguendo la strada di politiche discriminatorie, paradigmi escludenti, criminalizzazione della solidarietà e dei/delle migranti”.

Prosegue il comunicato: “Queste navi però non sono sole. Quel ponte tra mare e terra costruito in questi mesi nell’attivazione straordinaria per e con Mediterranea, può aggiungere tanti altri mattoni e fortificarsi ancora di più con le tante persone disposte a schierarsi per fermare la spirale dell’egoismo e della diffidenza, della rassegnazione e dell’indifferenza, per vincere la paura e il disprezzo con la solidarietà e l’umanità, per rovesciare le campagne d’odio”.

Per questo, “chiediamo alla Bologna che non si rassegna all’odio di mobilitarsi ed essere in piazza Maggiore sabato 5 Gennaio alle ore 16:00. Per chiedere l’apertura immediata di un porto sicuro per le navi di Sea-Watch e Sea-Eye; per rivendicare la dignità degli uomini e delle donne che attraversano il Mediterraneo e perché possano essere libere di costruirsi un futuro in Europa.  Per rompere l’indifferenza davanti alle migliaia di morti nel Mediterraneo; per rifiutare la criminalizzazione della solidarietà. Per batterci, ancora una volta, nel salvare vite in mare e salvarci dalla disumanità; per aprire i nostri porti e le nostre braccia a chi cerca un futuro degno. Per tessere nuova società insieme a chi sfida i confini; per costruire un’Europa migliore”.