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Medaglia alla volontaria Sea Watch: e lei la regala alla bimba di una famiglia nigeriana

Alice ha ricevuto, com’era stato annunciato a gennaio, un riconoscimento da parte del Comune e l’ha subito donato alla piccola Serena: “E’ da terra che si decide cosa fare”. Intanto, ha ottenuto l’iscrizione anagrafica la richiedente asilo che ha vinto il ricorso contro l’amministrazione.

08 Maggio 2019 - 12:10

“Le medaglie andrebbero date ai migranti”, dissero gli attivisti di Mediterranea quando, lo scorso gennaio, il sindaco Virginio Merola annunciò l’intenzione di conferire la Medaglia al merito civico del Comune di Bologna (intitolata a Giorgio Guazzaloca) ad Alice Vignodelli, volontaria a bordo della Sea Watch durante il salvataggio di 32 migranti nel Canale di Sicilia. Detto, fatto. L’altro ieri Merola ha consegnato il riconoscimento, ma la medaglia è rimasta nelle mani della 25enne solo per una manciata di minuti: con un fuoriprogramma nella Sala Rossa di Palazzo D’Accursio, infatti, Alice ha donato la medaglia a Serena Ozigbo, una bimba di origini nigeriane nata in Italia otto mesi fa, come segno di “disobbedienza civile” sia nei confronti dei provvedimenti di chiusura dei porti sia per la mancanza del riconoscimento della cittadinanza ai bambini stranieri nati in Italia. I genitori della piccola Serena sono a Bologna dal 2011, dopo essere arrivati a Lampedusa dalla Libia. In un primo momento sono stati accolti nell’ex centro allestito ai Prati di Caprara, ora vivono in una casa in affitto. Alice “è nostra amica”, spiega il padre di Serena, Kinglsey, che a dicembre ha perso il contratto di contratto di lavoro e ora è alla ricerca di un nuovo impiego.

Alice sottolinea di aver appreso “con grandissimo stupore e imbarazzo” la notizia del riconoscimento, perchè “stavo facendo una cosa normale e spontanea, che penso sia un dovere di tutti”. Questo mentre le missioni nel Mediterraneo “sono sempre più ostacolate”, aggiunge. “Io l’ho fatto forse per poter dire in futuro che sapevo ma non ho fatto niente”, dice, sperando che la sua azione sia “da stimolo per tutti”, perchè non solo in mare si salvano i migranti. “E’ da terra che si decide cosa fare- afferma Alice– se seguire una legge come il decreto Salvini che è incostituzionale o contrastarla”. E aggiunge: “Come non si può fare un’azione anche illegale, se serve a restare umani e ad aiutare le persone? A volte diventa quasi un obbligo”.

Sempre due giorni fa, intanto, ha ottenuto l’iscrizione all’anagrafe la richiedente asilo che pochi giorni fa aveva vinto (al pari di un altro migrante) il ricorso presentato contro il Comune per il rifiuto della residenza in base alla legge Salvini. “Bene, sono contento per lei. Così almeno potrà iniziare ad avere una vita normale”, ha commentato Merola, chiarendo che d’ora in poi “accoglieremo tutte le domande di residenza che verranno fatte. C’è un’ordinanza della magistratura che dice che è illegale applicare quella norma del decreto Salvini”.